Risanamento e orecchi d’asino
giovedì, 5 ottobre 2006
Eureka!, avrebbe gridato Archimede se avesse ricevuto una copia del faldone della finanziaria e avesse letto la strabiliante novità escogitata dai capoccioni di palazzo Chigi e dintorni per mettere a segno un ulteriore taglio di spese dal disastrato bilancio del paese di Pulcinella.
La notizia è di quelle da non credere a primo acchito, perché tutto si potrebbe concepire in nome del risparmio e del risanamento dei conti, tranne che l’attivazione di criteri legali in base ai quali a partire dal prossimo anno scolastico anche i ciuchi potranno andare avanti, in barba a qualsivoglia principio di profitto e positivo rendimento scolastico.
V’è infatti nella a pagina 352 del documento di accompagnamento alla finanziaria che obiettivo di questo governo è di attivare idonei interventi finalizzati al contrasto degli insuccessi scolastici tramite attività di accoglienza, rimotivazione e riorientamento, nonché l'individualizzazione della didattica in modo da tener conto delle diverse forme di intelligenza e dei diversi stili di apprendimento.
Pur con qualche sforzo, il senso di questo criptico burocratese si coglie abbastanza in fretta: avendo elevato l’età dell’obbligo scolastico a 16 anni occorre cercare di agevolare il successo negli studi anche di svogliati, perdigiorno ed ottusi con l’obiettivo non di dimostrare una benevolenza di per se discutibile, quanto per – udite, udite, - determinare una riduzione della spesa per oneri del personale attraverso la riduzione della permanenza media degli alunni all'interno del sistema. Insomma, spiega Italia Oggi, cui va il merito di avere scovato la chicca nella massa cartacea, meno ripetenti significa meno classi, meno professori, meno bidelli.
E’ probabilmente da escludere che le vere intenzioni dei novelli Quintino Sella del nostro Ministero dell’Economia fossero quelle di premiare anche somari e pelandroni, tuttavia una raccomandazione di tal genere, se realizzata, non potrebbe che preludere all’ulteriore imbarbarimento culturale dei nostri giovani e dell’Italia futura.
Secondo il commento di Gian Antonio Stella del Corriere della Sera dall’attuazione di questa intelligente raccomandazione il governo sembra attendersi una riduzione del l0% del numero dei ripetenti dei primi due anni di corso della scuola secondaria di secondo grado, ammontanti oggi complessivamente a 185.002 studenti. Sì ricava così una diminuzione di 18.500 unità per la popolazione studentesca che, considerando l'attuale rapporto alunni/classi, corrisponde a 805 classi; supponendo quindi di poter diminuire il numero complessivo di classi in ragione dell'80% del possibile risparmio, si stimano 644 classi in meno, con una riduzione di 1.455 docenti e 425 segretari, bidelli, custodi e così via, per una minore spesa di euro 56 milioni a decorrere dall'anno 2008, ed euro 18,6 milioni per l'anno 2007.
A quale magica intuizione sia da attribuire la stima del 10% in meno di eventuali bocciati, - categoria palesemente inferiore a quella dei quadrupedi con le orecchie lunghe, sarebbe il caso di dire, dato che ai raglianti è comunque garantita la promozione sul campo – non è dato sapere, anche se alla luce di queste grottesche boutade c’è da credere che qualche sottosegretario, con tanto di portaborse al seguito, abbia affrontato uno scomodo quanto faticoso viaggio sulle tracce di tal Do Nascimento, divenuto celebre insieme con Vanna Marchi per le prodigiose divinazioni televisive a danno di poveri gonzi e di massaie.
Al di là dello sconcerto e per quanto la maggior parte dei cervelloni della nostra epoca siano figli di quel vituperato ’68, durante il quale sono passati alla storia gli esami universitari sostenuti a suon di piffero piuttosto che con rendicontazione delle effettive conoscenze della materia d’esame, appare incredibile che ai nostri giorni ci possano ancora essere personaggi in ruoli chiave di governo così inclini a far carne di porco delle regole minimali della convivenza civile, in nome di esigenze imprescindibili di cassa.
Alla stessa stregua ci stupisce che il ministro Mastella, preso da raptus sparagnino, non abbia caldeggiato una raccomandazione di clemenza nei confronti di qualche categoria delinquenziale, dato che una riduzione dei reclusi consentirebbe un significativo contenimento dei costi per minestre e lenzuola messe a disposizione nelle patrie galere.
Probabilmente i promotori dell’iniziativa, - che certamente hanno in bassa considerazione l’intelligenza dei cittadini, ma che è probabile abbiano in altrettanto bassa considerazione il senso della propria dignità, perché altrimenti pur di alienarsi la simpatia di famiglie e di studenti, che comunque rappresentano voti, non farebbero proposte di questa natura, - non esitano, in quest’Italia da zimbello, a tuffarsi nel ridicolo.
Proprio ieri scrivevamo che la bontà della giornata si vede dal mattino e, nonostante l’ottimismo della volontà, così continuando nei confronti di questa classe politica non potrà che prevalere che il pessimismo della ragione.
A questa classe politica, che pretende dal cittadino un comportamento acquiescente e accomodante o, peggio, che deve quasi rallegrarsi per la sagacia dei suoi rappresentanti nell’assumere provvedimenti bislacchi e di dubbia efficacia, vorremmo solamente rammentare che arriva sempre il momento in cui la misura si colma ed il contenuto irrimediabilmente trabocca, pertanto sarebbe auspicabile che ci si mantenesse vigili al di sotto dei livelli di probabile esondazione.
Certo è che se un sistema scolastico semi serio come il nostro ha partorito menti fini di questo calibro non vogliamo neanche minimamente immaginare cosa accadrebbe con l’accoglimento di una raccomandazione che affranca gli imbecilli.
La notizia è di quelle da non credere a primo acchito, perché tutto si potrebbe concepire in nome del risparmio e del risanamento dei conti, tranne che l’attivazione di criteri legali in base ai quali a partire dal prossimo anno scolastico anche i ciuchi potranno andare avanti, in barba a qualsivoglia principio di profitto e positivo rendimento scolastico.
V’è infatti nella a pagina 352 del documento di accompagnamento alla finanziaria che obiettivo di questo governo è di attivare idonei interventi finalizzati al contrasto degli insuccessi scolastici tramite attività di accoglienza, rimotivazione e riorientamento, nonché l'individualizzazione della didattica in modo da tener conto delle diverse forme di intelligenza e dei diversi stili di apprendimento.
Pur con qualche sforzo, il senso di questo criptico burocratese si coglie abbastanza in fretta: avendo elevato l’età dell’obbligo scolastico a 16 anni occorre cercare di agevolare il successo negli studi anche di svogliati, perdigiorno ed ottusi con l’obiettivo non di dimostrare una benevolenza di per se discutibile, quanto per – udite, udite, - determinare una riduzione della spesa per oneri del personale attraverso la riduzione della permanenza media degli alunni all'interno del sistema. Insomma, spiega Italia Oggi, cui va il merito di avere scovato la chicca nella massa cartacea, meno ripetenti significa meno classi, meno professori, meno bidelli.
E’ probabilmente da escludere che le vere intenzioni dei novelli Quintino Sella del nostro Ministero dell’Economia fossero quelle di premiare anche somari e pelandroni, tuttavia una raccomandazione di tal genere, se realizzata, non potrebbe che preludere all’ulteriore imbarbarimento culturale dei nostri giovani e dell’Italia futura.
Secondo il commento di Gian Antonio Stella del Corriere della Sera dall’attuazione di questa intelligente raccomandazione il governo sembra attendersi una riduzione del l0% del numero dei ripetenti dei primi due anni di corso della scuola secondaria di secondo grado, ammontanti oggi complessivamente a 185.002 studenti. Sì ricava così una diminuzione di 18.500 unità per la popolazione studentesca che, considerando l'attuale rapporto alunni/classi, corrisponde a 805 classi; supponendo quindi di poter diminuire il numero complessivo di classi in ragione dell'80% del possibile risparmio, si stimano 644 classi in meno, con una riduzione di 1.455 docenti e 425 segretari, bidelli, custodi e così via, per una minore spesa di euro 56 milioni a decorrere dall'anno 2008, ed euro 18,6 milioni per l'anno 2007.
A quale magica intuizione sia da attribuire la stima del 10% in meno di eventuali bocciati, - categoria palesemente inferiore a quella dei quadrupedi con le orecchie lunghe, sarebbe il caso di dire, dato che ai raglianti è comunque garantita la promozione sul campo – non è dato sapere, anche se alla luce di queste grottesche boutade c’è da credere che qualche sottosegretario, con tanto di portaborse al seguito, abbia affrontato uno scomodo quanto faticoso viaggio sulle tracce di tal Do Nascimento, divenuto celebre insieme con Vanna Marchi per le prodigiose divinazioni televisive a danno di poveri gonzi e di massaie.
Al di là dello sconcerto e per quanto la maggior parte dei cervelloni della nostra epoca siano figli di quel vituperato ’68, durante il quale sono passati alla storia gli esami universitari sostenuti a suon di piffero piuttosto che con rendicontazione delle effettive conoscenze della materia d’esame, appare incredibile che ai nostri giorni ci possano ancora essere personaggi in ruoli chiave di governo così inclini a far carne di porco delle regole minimali della convivenza civile, in nome di esigenze imprescindibili di cassa.
Alla stessa stregua ci stupisce che il ministro Mastella, preso da raptus sparagnino, non abbia caldeggiato una raccomandazione di clemenza nei confronti di qualche categoria delinquenziale, dato che una riduzione dei reclusi consentirebbe un significativo contenimento dei costi per minestre e lenzuola messe a disposizione nelle patrie galere.
Probabilmente i promotori dell’iniziativa, - che certamente hanno in bassa considerazione l’intelligenza dei cittadini, ma che è probabile abbiano in altrettanto bassa considerazione il senso della propria dignità, perché altrimenti pur di alienarsi la simpatia di famiglie e di studenti, che comunque rappresentano voti, non farebbero proposte di questa natura, - non esitano, in quest’Italia da zimbello, a tuffarsi nel ridicolo.
Proprio ieri scrivevamo che la bontà della giornata si vede dal mattino e, nonostante l’ottimismo della volontà, così continuando nei confronti di questa classe politica non potrà che prevalere che il pessimismo della ragione.
A questa classe politica, che pretende dal cittadino un comportamento acquiescente e accomodante o, peggio, che deve quasi rallegrarsi per la sagacia dei suoi rappresentanti nell’assumere provvedimenti bislacchi e di dubbia efficacia, vorremmo solamente rammentare che arriva sempre il momento in cui la misura si colma ed il contenuto irrimediabilmente trabocca, pertanto sarebbe auspicabile che ci si mantenesse vigili al di sotto dei livelli di probabile esondazione.
Certo è che se un sistema scolastico semi serio come il nostro ha partorito menti fini di questo calibro non vogliamo neanche minimamente immaginare cosa accadrebbe con l’accoglimento di una raccomandazione che affranca gli imbecilli.
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