Mahmud Ahmadinejad Berlusconi
Sabato, 27 febbraio 2010
Dopo l’ennesimo l'attacco ai giudici, che il premier ha definito «talebani», insorge l'opposizione. Duro il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Penso» - ha detto - «quello che pensa una persona normale. Ormai siamo alle sparate, si sragiona. E' preoccupante, sono frasi inaccettabili. Dire che ormai ci siamo abituati, non è possibile» - ha aggiunto Bersani - «perché quelle di Berlusconi restano frasi inaccettabili. Credo che veramente gli italiani debbano cominciare a pensare come andare oltre questa fase. Noi non possiamo essere tutti i giorni dentro a questa vicenda. Abbiamo un sacco di problemi, siamo davanti a fabbriche che chiudono. Non possiamo parlare sempre di Berlusconi e delle sue beghe con la giustizia. E questa» - ha ripetuto il segretario Pd - «è una responsabilità che lui porta: mettere sempre al centro se stesso e le sue questioni». Bersani ha ricordato che «c'è un appuntamento elettorale. Non chiedo che il governo venga mandato a casa, ma chiedo che i cittadini mandino una letterina al governo per dire basta, cerchiamo di occuparci dei problemi nostri».
Ancor più allarmato l'Idv, che parla per bocca del suo portavoce Leoluca Orlando. «Non possiamo accettare» - dice - «che i magistrati che amministrano la giustizia in nome del popolo italiano siano offesi solo perché svolgono con onestà il proprio dovere. Ci rivolgiamo al presidente della Repubblica, nella sua veste di garante della costituzione e dell'equilibrio dei poteri, nonché di presidente del consiglio superiore della magistratura, affinché difenda l'onorabilità delle toghe. Siamo al golpe» - avverte il portavoce di Idv - «ad opera di un politico corruttore a capo di una banda di lestofanti e di rappresentanti nelle istituzioni di mafia, camorra e 'ndrangheta. Della banda di talebani fanno parte i corrotti, i corruttori, coloro che ridevano nel letto durante il terremoto dell'Aquila e tutti coloro che, sentendosi al di sopra della legge, usano le istituzioni per far soldi a sfregio della costituzione e umiliando tutti i cittadini onesti».
E che Berlusconi sragioni è di tutta evidenza. La Corte di cassazione, al cospetto della quale si celebrava il processo contro l’avvocato inglese Mills, già condannato nei precedenti gradi di giudizio a oltre quattro anni e mezzo di carcere per corruzione aggravata in solidarietà con Berlusconi, - il cui processo è stato stralciato per la pervicaci resistenze del premier, che sino ad oggi è riuscito a sottrarsi alla giustizia con mille escamotage, - non ha annullato né il reato contestato né la pena inflitta, avendo piuttosto preso atto dell’intervenuta prescrizione temporale dei fatti contestati e, dunque, l’impossibilità di perseguire l’imputato.
Alla luce di questa decisione, le cui motivazioni non sono ancora note, parlare di “assoluzione” di Mills o, peggio, di crollo del “teorema persecutorio” ai danni del premier è palesemente falso, poiché la Corte di Cassazione non è entrata nel merito dell’ipotesi accusatoria, che non le competeva, ma si è espressa in ordine ai requisiti formali e procedurali del processo tenutosi in Corte d’Appello a carico dell’imputato.
C’è da rilevare, semmai, il gravissimo clima di colpo di stato permanente alimentato da un premier golpista e dai suoi scagnozzi, che non perdono occasione per lanciare farneticanti strali ai danni di una magistratura non asservita e che rifiuta di compiacere ai voleri di un uomo che fatto della legalità e della democrazia un uso barbaro e al servizio dei suoi innominabili interessi.
Questo stato di cose, non molto distante dai mentecatti metodi repressivi in atto in paesi oltre i confini della civiltà, si rappresenta ogni giorno più insopportabile e stupisce non solo il silenzio degli organi istituzionali, ai quali compete il dovere di salvaguardare la democraticità della vita pubblica e la dignità della giustizia, ma altresì quello dei partner internazionali dell’Italia, che certamente hanno il dovere di astenersi da qualsivoglia ingerenza dai fatti della vita interna del paese, ma che non dovrebbero guardare con deplorevole distacco a ciò che mina la stessa credibilità delle istituzioni europee.
Non è dato inoltre comprendere quale sia ormai il grado di tolleranza del popolo italiano, se mai di popolo si possa ancora parlare, di fronte allo scempio sistematico di ogni parvenza di legalità che si consuma quotidianamente ai loro danni . Siamo un paese sotto assedio, le cui priorità sono ormai divenute le cialtronerie di una classe politica governante, preoccupata esclusivamente di tutelare l’impunità del suo leader e su questo tema in assoluto dispregio d’attenzione verso le vere emergenze economiche e sociali dei cittadini.
Non sappiamo quando questo tremendo calvario democratico avrà fine, ma è certo che alla sua scomparsa ci ritroveremo con un paese completamente distrutto nell’etica e nei suoi valori più profondi, che sarà arduo ricondurre sulla strada di una ritrovata coscienza solidale. Qualunque sia comunque l’impegno che ci attende siamo certi che nessuno rimpiangerà la dittatura berlusconiana né i meschini modelli di assetto autoritario cui ci ha costretti per qualche decennio, con l’eccezione dei tanti lestofanti che con questo regime hanno fatto affari, che grazie allo svilimento delle regole della convivenza si sono arricchiti sule disgrazie di alluvionati, terremotati e di quanti si son visti mortificati persino la dignità d’esseri umani.
(nella foto, l'avvocato David Mills)
Ancor più allarmato l'Idv, che parla per bocca del suo portavoce Leoluca Orlando. «Non possiamo accettare» - dice - «che i magistrati che amministrano la giustizia in nome del popolo italiano siano offesi solo perché svolgono con onestà il proprio dovere. Ci rivolgiamo al presidente della Repubblica, nella sua veste di garante della costituzione e dell'equilibrio dei poteri, nonché di presidente del consiglio superiore della magistratura, affinché difenda l'onorabilità delle toghe. Siamo al golpe» - avverte il portavoce di Idv - «ad opera di un politico corruttore a capo di una banda di lestofanti e di rappresentanti nelle istituzioni di mafia, camorra e 'ndrangheta. Della banda di talebani fanno parte i corrotti, i corruttori, coloro che ridevano nel letto durante il terremoto dell'Aquila e tutti coloro che, sentendosi al di sopra della legge, usano le istituzioni per far soldi a sfregio della costituzione e umiliando tutti i cittadini onesti».
E che Berlusconi sragioni è di tutta evidenza. La Corte di cassazione, al cospetto della quale si celebrava il processo contro l’avvocato inglese Mills, già condannato nei precedenti gradi di giudizio a oltre quattro anni e mezzo di carcere per corruzione aggravata in solidarietà con Berlusconi, - il cui processo è stato stralciato per la pervicaci resistenze del premier, che sino ad oggi è riuscito a sottrarsi alla giustizia con mille escamotage, - non ha annullato né il reato contestato né la pena inflitta, avendo piuttosto preso atto dell’intervenuta prescrizione temporale dei fatti contestati e, dunque, l’impossibilità di perseguire l’imputato.
Alla luce di questa decisione, le cui motivazioni non sono ancora note, parlare di “assoluzione” di Mills o, peggio, di crollo del “teorema persecutorio” ai danni del premier è palesemente falso, poiché la Corte di Cassazione non è entrata nel merito dell’ipotesi accusatoria, che non le competeva, ma si è espressa in ordine ai requisiti formali e procedurali del processo tenutosi in Corte d’Appello a carico dell’imputato.
C’è da rilevare, semmai, il gravissimo clima di colpo di stato permanente alimentato da un premier golpista e dai suoi scagnozzi, che non perdono occasione per lanciare farneticanti strali ai danni di una magistratura non asservita e che rifiuta di compiacere ai voleri di un uomo che fatto della legalità e della democrazia un uso barbaro e al servizio dei suoi innominabili interessi.
Questo stato di cose, non molto distante dai mentecatti metodi repressivi in atto in paesi oltre i confini della civiltà, si rappresenta ogni giorno più insopportabile e stupisce non solo il silenzio degli organi istituzionali, ai quali compete il dovere di salvaguardare la democraticità della vita pubblica e la dignità della giustizia, ma altresì quello dei partner internazionali dell’Italia, che certamente hanno il dovere di astenersi da qualsivoglia ingerenza dai fatti della vita interna del paese, ma che non dovrebbero guardare con deplorevole distacco a ciò che mina la stessa credibilità delle istituzioni europee.
Non è dato inoltre comprendere quale sia ormai il grado di tolleranza del popolo italiano, se mai di popolo si possa ancora parlare, di fronte allo scempio sistematico di ogni parvenza di legalità che si consuma quotidianamente ai loro danni . Siamo un paese sotto assedio, le cui priorità sono ormai divenute le cialtronerie di una classe politica governante, preoccupata esclusivamente di tutelare l’impunità del suo leader e su questo tema in assoluto dispregio d’attenzione verso le vere emergenze economiche e sociali dei cittadini.
Non sappiamo quando questo tremendo calvario democratico avrà fine, ma è certo che alla sua scomparsa ci ritroveremo con un paese completamente distrutto nell’etica e nei suoi valori più profondi, che sarà arduo ricondurre sulla strada di una ritrovata coscienza solidale. Qualunque sia comunque l’impegno che ci attende siamo certi che nessuno rimpiangerà la dittatura berlusconiana né i meschini modelli di assetto autoritario cui ci ha costretti per qualche decennio, con l’eccezione dei tanti lestofanti che con questo regime hanno fatto affari, che grazie allo svilimento delle regole della convivenza si sono arricchiti sule disgrazie di alluvionati, terremotati e di quanti si son visti mortificati persino la dignità d’esseri umani.
(nella foto, l'avvocato David Mills)
2 Commenti:
non d'accordo,berlusconi non e ahmadinejad,"faraone si"tzar si"ma non ahmadinejad,mai,ahmadinejad e come hitler
I dittatori non sono fatti con lo stampino, ma non c'è alcun dubbio sulla comunanza di visione del potere, dell'autorità e della democrazia.
Berlusconi non sarà un crudele invasato come il despota iraniano o come certi generali birmani (tutto da verificare, comunque, quando dovrà dire addio al potere), sebbene i fatti del G8 di Genova siano ancora nel ricordo di tanti, ma sino ad ora ha dimostrato che resta un personaggio per il quale le regole di convivenza civile e di rispetto del dissenso sono spazzatura.
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