martedì, febbraio 02, 2010

Sodomia e Camorra

Martedì, 2 febbraio 2010
A leggere la cronaca di una giornata qualunque questo paese che non c’è si resta a metà strada tra lo sbigottito e l’incredulo. Siamo ormai all’ordinaria e quotidiana follia, con un potere sempre più marcio e distante dai cittadini e un popolo, quello vero che alla sera deve fare il conto con un portafogli sempre più leggero, che magari passa qualche minuto prima d’andare a letto a sfogliare il calendario alla ricerca del nome di un santo nuovo cui votarsi.
Così apprendiamo che Milano oggi è ancora più inquinata della scorsa settimana, prima del ridicolo stop alle auto della domenica, che alla ripresa a pieno ritmo della settimana lavorativa com’era prevedibile ha fatto registrare una nuova impennata degli agenti inquinanti. Ma le menti fini di De Corato, della Moratti e Formigoni hanno fatto sapere di avere un asso nella manica: un nuovo stop al traffico la prossima domenica dovrebbe rappresentare il toccasana contro i veleni che ammorbano l’aria. Certo è che se la valente trimurti meneghina valutasse l’ipotesi di fermare il traffico anche la notte forse otterrebbero qualche risultato più apprezzabile, dato che il fermo dell’imponente traffico domenicale non sembra poter risolvere da solo il grave problema.
Nelle stesse ore il sindaco di Salemi, il valentissimo Vittorio Sgarbi, comunica le sue dimissioni dall’incarico di primo cittadino, sdegnato e offeso per un’indagine della guardia di finanza ai suoi danni, motivata dall’utilizzo che avrebbe fatto di un’auto non sua ma del Comune per accompagnare dei giornalisti all’aeroporto. «Ma come, - ha obiettato candidamente lo sconcertato Vittorio, come fosse normale usare a proprio consumo i beni che paga la collettività - ho pure messo la benzina di tasca mia! Qui l'antimafia è anche peggio della mafia. Non ne posso più. Mi dimetto e vado via». Poi, tra l’indispettito e lo sgomento, riferendosi anche ad un’altra indagine della DDA promossa da una denuncia dell’ex consigliere comunale sempre di Salemi, Oliviero Toscani, ha concluso in perfetto stile di uomo di panza: «La Dda convoca i miei collaboratori e non me. Indaga sul nulla, perché la mafia a Salemi non c'è». E se lo dice lui.
Ma il colpo di teatro spetta a Tremonti, famigerato ministro dell’economia, che forse preso in momento di sconforto ha confessato di aver subito una folgorazione che gli ha aperto gli occhi. «I banchieri, locali, centrali, piccoli e grandi sembra facciano qualcosa che non è il loro mestiere!» - che detta da un ministro dell’economia suona affermazione paradossale. Ma grottesca è l’affermazione seguente: «I governi pare non facciano quel che è nel loro dovere». Al che vien da chiedersi chi accidenti abbia messo quei signori a fare i banchieri, visto che probabilmente avrebbero potuto esprimere maggior talento all’angolo di una strada a vender panini e cosa aspettino questi governanti a togliere il disturbo, considerato che non fanno il loro dovere.
Le domande, com’è ovvia prassi in questa espressione geografica che ingombra parte del Mediterraneo, resteranno senza risposta e i venditori di panini continueranno a fare i banchieri e i governanti inadempienti continueranno ad incassare i loro lauti stipendi da mandarini, magari spernacchiando il divino Giulio e sganasciandosi per le sue folgorazioni.
Naturalmente a chi ci si poteva rivolgere nel momento del bisogno? Ma al buon Prodi, il sempre eterno Romano, buono per tutte le stagioni: lo si manda a fare il sindaco di Bologna al posto del dimissionario Delbono, il trombatore, in attesa di trovare un sostituto indicato da D’Alema per trombarlo. Ma il professore ha già fatto sapere che non ci sta. Lui, dopo tani anni all'Iri, a fare il grand commis di stato in epoca DC e le varie , meritatissime, esperienze politiche, e stanco di metterci la faccia e altre appendici e poi non ha la vocazione della testa di paglia, - semmai di qualcos’altro - e, dunque, non intende candidarsi a sindaco della città.
Bersani, - che va da Santoro a fare il buonista e l’uomo tutto d’un pezzo, ma poi razzola nella guazza lercia come una gallina qualsiasi, - fa sapere che rispetterà la decisione di Prodi, convinto che un inquisito da candidare a Bologna prima o poi lo troverà com’è accaduto per le elezioni in Campania con il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. Come dire, ma da che pulpito vengono le prediche contro gli inquisiti altrui!
Nel frattempo tutte le ire si scatenano contro Ciancimino junior, reo di aver deposto al processo di Palermo sullo scellerato accordo mafia-stato dichiarando che Milano 2 è stata costruita anche con i soldi della mafia. Il mitico Ghedini, - avvocato del presidente del consiglio, quell’uomo senza macchia che qualche ora fa ha affermato con la più esemplare delle facce di tolla che i giornali lo hanno sottoposto ad una campagna d’odio e discredito fantasticando su suoi presunti reati patrimoniali, - ha già fatto sapere che denuncerà il rampollo di casa Ciancimino, pur non ha chiarendo se su mandato dei condomini del noto quartiere milanese o di qualche mafioso ritenutosi offeso dalle dichiarazioni di un millantatore.
All’intrepido avvocato suggeriremmo di denunciare anche Wikipedia, che al link http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_Rasini racconta urbi et orbi la storia dei finanziatori di Milano 2, oltre che del padre di un suo assistito, confermando le affermazioni di Ciancimino.
Viene un sospetto, non è che Ciancimino prima di deporre abbia dato un rapido sguardo al sito e, quindi, non sia tutta farina del suo sacco?
Ma la giornata ci rammenta che c’è ben altro di cui preoccuparsi. La Fiat ha visto gli ordini di nuove autovetture crollare del 50%, nonostante a gennaio vi sia stato un boom di nuove immatricolazioni: tutta roba venduta l’anno scorso e in arretrato di consegna.
Marchionne, - detto più appropriatamente Marpionne, - stenterà a prender sonno, pover’uomo. In una drammatica situazione come questa pretendono pure di non fargli chiudere Termini Imerese: «Ma chi sono io, Babbo Natale?» avrà detto battendo il pugno sul tavolo e digrignando i denti. D’altra parte fin’a quando s’è potuto sti terroni hanno mangiato. Vabbé, con soldi di giro. Te li dava lo stato sotto forma d’incentivi e qualcosa dovevi pur dare in cambio. Adesso gli incentivi non ci sono più, - quelli di prima sono stati impiegati anche per fare gli sboroni in America facendo shopping, - e Termini non può più esser mantenuta. Lo dice anche quel genio della Marcegaglia, che s’è appena comprato per un tozzo di pane il residuo del disastroso investimento per il G8 mancato alla Maddalena. La verità è che ogni occasione è buona per dare addosso a quattro poveri imprenditori che, tra mille stenti, cercano di galleggiare. Prendi quel povero disgraziato di Tronchetti Provera che deve pagare 7,5 milioni per uscirsene dalla vicenda delle intercettazioni Telecom, montata secondo il patron della Pirelli-Telecom, da quel pirla di Tavaroli. Adesso, che tra l’altro si parla di fusione di Telecom con la spagnola Telefonica, rischia di fare il presidente di Mediobanca, poveraccio. Un avvenire di stenti. Mentre Geronzi, altra colomba senza macchia, deve lasciargli il posto e contentarsi della presidenza delle Generali. Effettivamente casi umani come questi non possono non generare ovvia commozione per l’epilogo così triste riservato dal destino a personaggi un tempo potenti e adesso costretti a ripiegare su ciò che passa il convento per mangiare un panino.
Storie di ordinaria e quotidiana follia nella terra della Sodomia e della Camorra, entrambe praticate dal potere nei confronti di cittadini sempre più svogliatamente consenzienti.
(nella foto, scene di ordinari abusi sui cittadini da parte di esponenti del potere, facilmente individuabili nella rappresentazione)

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