Demagogo sarà lei
Venerdì, 5 febbraio 2010
E’ accertatamente vero che patologie non annoverate tra quelle previste dalla casistica medica sono divenute vere e proprie malattie, con l’aggravante della contagiosità.
Nell’epoca dell’arroganza sdegnosa con sindrome d’onnipotenza delirante chi avrebbe mai pensato che anche fette di popolazione, apparentemente sana,potesse evidenziare alla lunga un pericoloso e, forse, irreversibile contagio.
Invece, ecco la nuova malattia d’inizio secolo, più perniciosa della famigerata N1H1, - meglio nota come influenza suina o se si preferisce “sindrome bufala”, - che colpisce indiscriminatamente, senza distinzione di ceto sociale, - ma allo stato attuale sarebbe meglio ricominciare a parlare di classe, - e, soprattutto, sintomi premonitori.
L’ultimo in ordine di tempo a subire l’infezione è Luca Cordero di Montezemolo, rampollo di casa Agnelli, ex presidente di Confindustria, ultimo residuato della razza padrona e attuale presidente di FIAT, che ieri, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico della Luiss ha dichiarato al folto gruppo di studenti e docenti presenti nell’aula magna dell’ateneo romano: «Le scelte industriali che servono a mantenere competitive un'azienda non potranno essere disgiunte dal problema di farsi carico delle famiglie e delle persone», e fin qui nulla di anomalo, se non qualche evidente contraddizione tra le cose predicate e la prassi seguita dall’azienda che presiede.
Il colpo di teatro, i sintomi della patologia, emergono quando si lascia andare ad una dichiarazione che definire demagogia pura è mera reticenza e stravolgimento della verità effettiva.
«Da quando ci siamo noi - ha aggiunto, riferendosi al suo mandato e a quello di Marchionne - la Fiat non ha ricevuto un euro dallo Stato. Ho visto delle cifre che dicono che gli incentivi, che sono dati non alle aziende ma ai consumatori, sono andati per il 70 per cento alle aziende straniere, solo il 30 per cento alla Fiat. Quindi, credo che dobbiamo uscire da un approccio demagogico e guardare alla realtà così com'è».
Le affermazioni del presidente della Fiat non possono non apparire paradossali, poiché giocano sulla sottile distinzione tra destinatario e fruitore dell’incentivo messo a disposizione del settore automobilistico. E’ certamente vero che l’incentivo è stato erogato per incentivare il consumatore all’acquisto di un’auto nuova di zecca, ma è fuori discussione che in assenza di quella provvidenza la Fiat, i guadagni personali di Montezemolo e di casa Agnelli, oltre al lauto stipendio del signor Marchionne, non avrebbero potuto neanche realizzarsi in assenza di un introito moltiplicato dall’incremento delle vendite. Sarebbe infatti assai imbarazzante, se così non fosse stato, dover spiegare al mondo la provenienza di oltre 270 miliardi di utili distribuiti sotto forma di dividendi agli azionisti, mentre a livello mondiale il settore è notoriamente in crisi profonda e ha per questo goduto di analogo sostegno da parte dei singoli governi.
Avrebbe avuto molto più senso parlare di sostegno indiretto ai bilanci della società, piuttosto che prendere le distanze da un provvedimento a favore del settore, che suona come il classico sputo nella scodella nella quale s’è mangiato sino a poco prima.
Né a giustificazione di queste spocchiose affermazioni vale la guerra in corso tra Fiat e governo sul destino di Termini Imerese, che vede la Fiat irremovibile sulle decise posizioni di chiudere quell’impianto: non mi piego al ricatto dei “quattro soldi” d’incentivo a sostegno delle vendite per mantenere in vita un moribondo.
La verità sta nell’eterna politica di ricatto sociale che la Fiat ha portato avanti da sempre: aiuti incondizionati (incentivi, cassa integrazione a iosa, prepensionamenti, mobilità lunga, ecc.) in cambio di misure di qualche salvaguardia dei livelli occupazionali, che, se non attuate, finirebbero comunque per pesare sulle politiche del governo impossibilitato ad ignorare il destino di tanti lavoratori e delle rispettive famiglie, come rammenta lo stesso Montezemolo, quasi con velata minaccia.
E’ accertatamente vero che patologie non annoverate tra quelle previste dalla casistica medica sono divenute vere e proprie malattie, con l’aggravante della contagiosità.
Nell’epoca dell’arroganza sdegnosa con sindrome d’onnipotenza delirante chi avrebbe mai pensato che anche fette di popolazione, apparentemente sana,potesse evidenziare alla lunga un pericoloso e, forse, irreversibile contagio.
Invece, ecco la nuova malattia d’inizio secolo, più perniciosa della famigerata N1H1, - meglio nota come influenza suina o se si preferisce “sindrome bufala”, - che colpisce indiscriminatamente, senza distinzione di ceto sociale, - ma allo stato attuale sarebbe meglio ricominciare a parlare di classe, - e, soprattutto, sintomi premonitori.
L’ultimo in ordine di tempo a subire l’infezione è Luca Cordero di Montezemolo, rampollo di casa Agnelli, ex presidente di Confindustria, ultimo residuato della razza padrona e attuale presidente di FIAT, che ieri, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico della Luiss ha dichiarato al folto gruppo di studenti e docenti presenti nell’aula magna dell’ateneo romano: «Le scelte industriali che servono a mantenere competitive un'azienda non potranno essere disgiunte dal problema di farsi carico delle famiglie e delle persone», e fin qui nulla di anomalo, se non qualche evidente contraddizione tra le cose predicate e la prassi seguita dall’azienda che presiede.
Il colpo di teatro, i sintomi della patologia, emergono quando si lascia andare ad una dichiarazione che definire demagogia pura è mera reticenza e stravolgimento della verità effettiva.
«Da quando ci siamo noi - ha aggiunto, riferendosi al suo mandato e a quello di Marchionne - la Fiat non ha ricevuto un euro dallo Stato. Ho visto delle cifre che dicono che gli incentivi, che sono dati non alle aziende ma ai consumatori, sono andati per il 70 per cento alle aziende straniere, solo il 30 per cento alla Fiat. Quindi, credo che dobbiamo uscire da un approccio demagogico e guardare alla realtà così com'è».
Le affermazioni del presidente della Fiat non possono non apparire paradossali, poiché giocano sulla sottile distinzione tra destinatario e fruitore dell’incentivo messo a disposizione del settore automobilistico. E’ certamente vero che l’incentivo è stato erogato per incentivare il consumatore all’acquisto di un’auto nuova di zecca, ma è fuori discussione che in assenza di quella provvidenza la Fiat, i guadagni personali di Montezemolo e di casa Agnelli, oltre al lauto stipendio del signor Marchionne, non avrebbero potuto neanche realizzarsi in assenza di un introito moltiplicato dall’incremento delle vendite. Sarebbe infatti assai imbarazzante, se così non fosse stato, dover spiegare al mondo la provenienza di oltre 270 miliardi di utili distribuiti sotto forma di dividendi agli azionisti, mentre a livello mondiale il settore è notoriamente in crisi profonda e ha per questo goduto di analogo sostegno da parte dei singoli governi.
Avrebbe avuto molto più senso parlare di sostegno indiretto ai bilanci della società, piuttosto che prendere le distanze da un provvedimento a favore del settore, che suona come il classico sputo nella scodella nella quale s’è mangiato sino a poco prima.
Né a giustificazione di queste spocchiose affermazioni vale la guerra in corso tra Fiat e governo sul destino di Termini Imerese, che vede la Fiat irremovibile sulle decise posizioni di chiudere quell’impianto: non mi piego al ricatto dei “quattro soldi” d’incentivo a sostegno delle vendite per mantenere in vita un moribondo.
La verità sta nell’eterna politica di ricatto sociale che la Fiat ha portato avanti da sempre: aiuti incondizionati (incentivi, cassa integrazione a iosa, prepensionamenti, mobilità lunga, ecc.) in cambio di misure di qualche salvaguardia dei livelli occupazionali, che, se non attuate, finirebbero comunque per pesare sulle politiche del governo impossibilitato ad ignorare il destino di tanti lavoratori e delle rispettive famiglie, come rammenta lo stesso Montezemolo, quasi con velata minaccia.
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page