Cicciobello marziano
Mercoledì, 25 aprile 2007
Ormai è risaputo che nei cinque continenti Barbie è conosciuta da tutti. Svariate generazioni di bambine sono cresciute accompagnate dall’affascinante bambolina, prodotta nel corso dei decenni in accattivanti abbigliamenti da vamp, astronauta, teen-ager, casalinga, sportiva e così via. Barbie, con il suo corrispondente maschile Big Jim, è diventata un cult meritevole di esposizione persino nei musei del giocattolo di tutto il mondo ( a Milano in via Pitteri).
Il nostro Paese, grande produttore di giochi per l’infanzia, vanta tra gli altri la realizzazione di Cicciobello, che nonostante non abbia raggiunto la notorietà del celebre Pinocchio o del mitico Topo Gigio, occupa un posto di tutto rispetto nella classifica dei pupazzi passati alla storia.
Quantunque meno noto, il nostrano Cicciobello sta facendo tuttavia passi da gigante per aumentare la sua celebrità, specialmente da quando i media hanno individuato in Francesco Rutelli il replicante in carne ed ossa del bimbetto in gomma e plastica.
Ciò grazie alla spumeggiante fantasia del nostro politico, oggi persino vice-presidente del governo Prodi, oltre che ministro per i beni culturali dello Stivale, che con impareggiabile estro riesce a far indossare a Cicciobello i panni di un terrestre emigrato per tanti anni su Marte o giù di lì e che, colto da comprensibile nostalgia per la patria natia, decide di fare un viaggetto al Porta a Porta dell’eclettico Vespa e si lascia intervistare sui temi della realtà italiana, di cui, per ovvie ragioni, non ha grande dimestichezza.
Naturalmente lui di ciò non si cura, dato che ha assoluta coscienza che di questa lacuna non si danno pena anche i suoi elettori, molto più attenti all’involucro che al contenuto, che lo votano al di là delle sciocchezze che proferisce avvinti dalla sua immagine di eterno bamboccione ammiccante e rassicurante.
Ed alla corte del pifferaio Vespa, incoraggiato da un incalzante Angeletti, segretario UIL e con la fissa del sindacalperbenismo, cosa si inventa il caro Francesco Cicciobello ad una domanda su quali provvedimenti salariali intenda assumere il governo in favore dei pubblici dipendenti? In perfetto stile marziano risponde che la pubblica amministrazione ha da tempo avviato progetti organizzativi basati sul riscontro della produttività e che pertanto tutte le provvidenze future a favore dei pubblici dipendenti saranno ispirate a questo rodato meccanismo.
Purtroppo alla trasmissione non era stato invitato il conte Tacchia, che notoriamente davanti alle corbellerie, con impagabile humour partenopeo e con deliziosa erre moscia, avrebbe affermato “quant’è cretina questa,….quant’è cretina……..da morire dal ridere!”.
Noi che non possediamo questo approccio scanzonato, davanti ad un’affermazione di matrice o demenziale o provocatoria per la comune intelligenza, abbiamo preferito spegnere il televisore e considerare conclusa l’intervista all’astronauta.
Ora due come al solito sono le cose, o il vice-presidente Cicciobello nella sua residenza nel Mare della Speranza su Marte non riceve che fumetti, dai quali ricava le informazioni per imbastire le sue gag, oppure indefesso intende continuare a prendere i fondelli tutti coloro che improvvidamente gli concedono orecchio.
Sì, perché anche sul diffusissimo Corriere dei Piccoli si è largamente parlato di un sistema pubblico dove ormai lo stipendio è erogato a guisa di assegno vitalizio a prescindere da qualsivoglia rispondenza sulla qualità dell’attività eseguita: Questo con la correa copertura ed indifferenza di quanti preposti all’esercizio del controllo e d’indirizzo, funzionari e dirigenti in testa.
E se il nostro vice-presidente dovesse insistere sulla sua inverosimile visione d’efficienza, siamo pronti ad indicargli casi (più che casi vere e proprie consolidate prassi!) all’interno del suo ministero di dipendenti che regolarmente vanno a lavoro, - meglio, si presentano, - quando ritengono opportuno, magari per iniziare un’immediata pausa caffé; di dipendenti acclaratamente assenteisti, ma che ritrovano il senso della dedizione in occasione di particolari giornate in cui vengono erogati compensi aggiuntivi (vedi personale di custodia di siti archeologici e musei nella giornate di Pasqua, primo maggio, ferragosto, ecc.), che rendono ridicola ogni considerazione di produttività e di efficienza.
E’ al cospetto di queste manifestazioni di (si spera) assoluta approssimazione e demagogia da bar sport che i cittadini perdono quella residua fiducia nella politica e nei suoi esercenti.
Non è consentito ad alcuno di questi viveur del transatlantico, con osceni ed offensivi appannaggi da oltre 15.000 euro netti al mese, prendersi gioco dell’intelligenza dei cittadini, quantunque sia vero che è chi causa il mal che deve pianger se stesso. Né giustifica Cicciobello l’aver preso probabilmente la propria produttività a misura dell’efficienza del comparto pubblico.
Come recitava il film del compianto Troisi, non ci resta che piangere, magari con la speranza che non si tratti di lacrime sprecate ma di lacrime di pentimento per le scelte elettorali fatte in passato, fortunatamente sempre reversibili.
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