martedì, novembre 25, 2008

Enzo Biagi e i maramaldi senza vergogna

Martedì, 25 novembre 2008
Se si prova a chiedere all’uomo della strada chi fosse Enzo Biagi la risposta immediata sarebbe senza alcun dubbio “un grande giornalista”, un uomo che ha interamente dedicato la propria vita alla professione, con onestà e trasparenza e, soprattutto, con il massimo rispetto per gli avversari.
Ciò non significa che il rispetto mostrato per gli altri gli sia stato ricambiato, essendo stato silurato dalla RAI, con la quale aveva collaborato per tantissimi anni, per non avere ostentato compiacenza al potere dell’epoca. In tanti ricorderanno il vile provvedimento con il quale furono allontanati lui e Santoro da un potere politico squadrista a cui è invisa ogni forma, garbata o aspra che sia, di dissenso o di sospetta propaganda antiregime, alla faccia della democraticità tanto dichiarata.
Personalmente, non abbiamo mai amato Biagi, per lo stile ed il modo un po’ gigione di raccontare la realtà. Ma questo nulla toglie al valore professionale di un uomo, che non deve necessariamente piacere affinché gli sia tributato il giusto riconoscimento per quanto ha fatto e l’onestà intellettuale con la quale ha portato avanti le sue idee.
Adesso il nome di Biagi torna alla ribalta. E questa volta finisce per creare anche una diatriba nella fazione dei suoi carnefici, qualcuno dei quali, non pago, mostra un non sopito accanimento anche verso la memoria del grande professionista, che Letizia Moratti, sindaco di Milano, intendeva insignire con la medaglia d’oro in occasione della consegna degli Ambrogini d’Oro per l’anno 2008 nel corso della prevista manifestazione del 7 dicembre prossimo.
Invano la Moratti ha insistito, dichiarando che l’assegnazione della medaglia alla memoria costituisce «un atto dovuto per la città». Diversamente la pensano i suoi amici di coalizione di AN e Forza Italia, che osteggiano la proposta del primo cittadino. «Credo che Milano gli abbia già dato tutto: non è con la rincorsa alle medaglie che si riconosce l’importanza di una persona», ha affermato Giulio Gallera, capogruppo di Forza Italia, cui ha fatto eco Carlo Fidanza, capogruppo di AN, secondo il quale sarebbe «strumentale continuare a insistere candidandolo: il suo valore è già stato riconosciuto con il Famedio e l’Ambrogino», che sembra farne solo una questione di quantità di riconoscimenti, prescindendo dall’effettivo valore dell’uomo.
La vera ragione dello scontro viene comunque fuori dalle parole di Matteo Salvini della Lega, che a margine della querelle ha affermato: «Potrei anche dire sì, ma solo se il centrosinistra avesse l’onestà di riconoscere che è stato un uomo di parte». Come dire che è attribuendo improbabili paternità di pensiero ad un Biagi che non risulta abbia mai bazzicato collettivi e circoli di sinistra che sarebbe possibile rivalutarne la memoria.
Francamente lo scontro ci sembra solo disgustoso. Né certe prese di posizione possono giustificarsi con lo schieramento compatto del centrosinistra con l’iniziativa della Moratti, poiché non è ammissibile che la memoria d’un uomo, comunque dal merito riconosciuto, posso divenire argomento di scontro politico o, peggio, di squallida speculazione.
A breve, comunque, sarà riunita la commissione che dovrà decidere e c’è da augurarsi che non venga trasformata nel solito ring nel quale le opposte fazioni si misureranno a colpi di voto di maggioranza. Anche perché se per qualche mediocre ogni occasione è buona per inventarsi la trasparenza ed emergere all’onore della cronaca, pur se questo gli costa il disprezzo del comune cittadino, non è certo con queste azioni maramalde che può mutare il giudizio della gente su di un uomo al di sopra d’ogni sospetto.

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

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lun mar 21, 10:52:00 AM CET  

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