mercoledì, dicembre 03, 2008

Concorrenza sleale con le tasse


Mercoledì, 3 dicembre 2008
Ci sono battaglie vere e nobili e battaglie false, inutili e prive di ogni fondamento, in cui le parti in campo perdono il proprio tempo oltre a perdere la faccia.
E’ il caso della battaglia sull’aumento dell’IVA sugli abbonamenti Sky TV, che in queste ore sta riempiendo le pagine dei giornali e provocando fermento nel mondo della politica, sia a destra che a sinistra, ma che, francamente, ci sembra una battaglia senza senso alcuno, anzi, come ha richiamato il bravo Maurizio Crozza nel corso della trasmissione televisiva Ballarò, una difesa da parte della sinistra di interessi palesemente indifendibili.
Non che un incremento dell’IVA del 10% in una botta sola sia cosa indifferente, considerato che mediamente significherà per gli abbonati di Sky un aggravio medio di circa 4-5 euro mensili, pari ad un introito supplementare per lo stato di 200-250 milioni annui, a spese del popolo del calcio e dello sport in genere. Tuttavia, non appare giustificata la presa di posizione della sinistra che in questi tempi di crisi galoppante si scaglia contro un provvedimento che colpisce, di fatto, un genere del tutto voluttuario e che può avere la sua logica nell’allineamento delle imposte e nella cancellazione di qualche privilegio in tempi di vacche magre.
Certo, è forte il sospetto che la misura sia il risultato della lotta tra squali, il magnate Murdock da una parte, proprietario di Sky, ed il tycoon-presidente del consiglio Berlusconi dall’altra, proprietario di Mediaset, che hanno regolato l’ennesimo conto sospeso in un duello che dura da anni e che vede una concorrenzialità senza esclusione di colpi. Questa volta ha vinto il caimano di Arcore, ma ha dalla sua l’emergenza economica e la necessità di cancellare un privilegio accordato a Sky non più sostenibile e da tempo sotto il riflettore di Bruxelles.
Mentre la sinistra ha perso il tempo a strumentalizzare la questione, additandola come l’ennesimo esempio del conflitto d’interessi nel quale si pasce beato il signor Berlusconi, tra l’altro nel più completo disprezzo per le sollecitazioni che da anni gli arrivano da più parti per uscire da questo imbarazzo istituzionale, il presidente del consiglio, che tutt’è tranne che uno stinco di santo sebbene le sue pretese origini divine, sembra che costantemente si vada a cercare le rogne, visto che per qualche spicciolo avrebbe potuto inventarsi un’altra occasione, magari spiegandola prima agli Italiani, per rimuover un’anomalia impositiva. In ogni caso le sue violente reazioni alle critiche degli avversari e della stampa, corredate dal solito invito bulgaro alle dimissioni a due direttori di importanti quotidiani, dimostrano invece quanto in realtà si sia centrato il bersaglio nell’indicare il provvedimento come un colpo di maglio inferto ad un concorrente, profittando della propria posizione di potere, e dell’interesse dissimulato per favorire i propri affari privati.
In definitiva uno scontro nel quale per un motivo o per l’altro governo ed opposizione ci hanno rimesso qualcosa in termini di credibilità residua: il primo perché avrebbe ben altri generi di lusso di cui scoraggiare il consumo ed aumentare l’onere a carico degli irriducibili; la seconda perché dovrebbe assumere almeno altrettanta veemenza nello stigmatizzare i ridicoli provvedimenti anticrisi assunti dal primo, come la social card, vero obolo di stato, ed i quattro soldi per un hamburger al McDonald dietro l’angolo assicurati ai precari, - non tutti, ma quelli residenti nelle aree in cui sia stato dichiarato uno stato di crisi.
In fine, malissimo fa il Cavaliere sedicente senza macchia a consentire che le sue televisioni già dalla giornata odierna tempestino di SMS gli utenti della H3G, con offerte super scontate di abbonamento a Mediaset Premium. Queste pratiche confermano come i suoi apparati si siano già resi pronti a profittare della valanga di disdette che immancabilmente si riverseranno su Sky dopo il ritocco del canone mensile.
E bravo il Cavaliere, o come preferisce definirsi lui , bravo “il presidente di tutti gli italiani”, cui comunque fa difetto l’attenzione su qualche altra decina di prodotti in circolazione in questo paese di coglioni, che scontano un’IVA inferiore a quella standard. Sicuramente era più conveniente penalizzare il concorrente piuttosto che allineare l’IVA anche sulle uova di struzzo, sui tabacchi e sui francobolli da collezione (10%) o sul canone RAI e prodotti editoriali su carta (4%). Il consumo di uova di struzzo o la filatelia sono notoriamente di consumo delle classi più povere, alla stessa stregua dei giornali, tradizionalmente coperta e giaciglio delle centinaia di barboni che sbarcano il lunario nelle aree urbane della Penisola. Dunque, l’IVA ridotta ci sta tutta.
Tornano in mente le parole del compianto Montanelli, che a proposito del Divino disse : «Berlusconi non ha idee, ha solo interessi. E’ il bugiardo più sincero che abbia mai conosciuto».
In ogni caso, in quanto a provvedimenti per rilanciare l’occupazione, determinare nuove opportunità di sviluppo economico, stabilizzare il lavoro e cancellare l’indecenza del precariato a vita, sostenere le imprese piccole, medie e grandi nella prospettiva di creare posti di lavoro, non se ne parla neppure, considerato che i soldi da spendere, in assenza di iniziative per reperirne di freschi, sono effettivamente pochi e bisognerà aspettare qualche altro colpo di genio del mago della finanza creativa Giulio Tremonti per trovare la soluzione. Questi politici sembra quasi che giochino a chi fa indispettire di più i cittadini, forse convinti che più vessano più saranno capaci di incutere timore e così guadagnarsi rispetto, come si trattasse di cucciole d’addestrare. E che continuino pure a giocare, se di ciò sono convinti, finché la pazienza del popolo regge. Forse hanno scordato il trattamento riservato a Prodi e la sua coalizione di perdigiorno. C’è però una differenza questa volta: quando cade la fiducia generale ed il rifiuto di recarsi alle urne solo per accondiscendere alle regole di una finta democrazia e legittimare l’assegnazione di un posto già assegnato a quattro cialtroni imposti dalle segreterie di partito diventa una regola, allora è giunto il momento di cambiare le regole della democrazia, che non può più servire da paravento per perpetrare ai danni del popolo ogni misfatto e continuare a far bagordi.

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