Le conserve di Napolitano
Mercoledì, 17 novembre 2010
(nella foto, Silvio Berlusconi fa il saluto romano)
Adesso ne abbiamo imparato un’altra. Anche e crisi di governo hanno una scadenza. Si mettono in salamoia, come le olive di stagione o le melenzane sott’olio, e s’aspetta che “maturino” per poterle finalmente mangiare.
Così il buon Napolitano, che non è mai apparso un cuor di leone, ha momentaneamente risolto la questione della crisi di governo, allo stesso modo come Vissani suggerirebbe di conservare i funghi o i carciofini. Il 14 dicembre grande festa per l’apertura dei barattoli e verificare se il prodotto è venuto buono oppure è tutto da buttare e magari ricominciare la procedura secondo le prescrizioni della ricetta della nonna.
Ha ragione Crozza, Napolitano è come una mamma premurosa e buona: prima i compiti e poi la play station e se i compiti non li hai fatti, allora ti tolgo anche la memory card, così l’oggetto del divertimento è inutilizzabile. E i compiti sono impegnativi. Sono in quella finanziaria in formato europeo, che si chiama adesso legge di stabilità, che è un impegno ineludibile se non si vuole incorrere in sanzioni e, allo stesso tempo, se si vuole evitare di infliggere un ulteriore colpo di piccone in questa Unione Europea che fa acqua da più parti.
Nel frattempo sono in molti a chiedersi cosà succederà da qui al fatidico 14 dicembre, dovendo dare per scontato che in questa grottesca situazione il governo non governerà, una nuova legge, che sia anche sulla regolamentazione della quantità massima di gas che devono contenere i palloncini in vendita nei luna park, non sarà approvata e, dunque, tutto è impaludato in attesa del mitico Godot.
Intendiamoci, non è che si resterà con le mani in mano o con la bocca chiusa. Ci saranno le risse, possibilmente con toni ancor più accesi; le minacce e i proclami, visto che in questa finzione scenica l’unica certezza, - lo dice senza mezzi termini il Cavaliere e i suoi boys, - si andrà comunque a votare, anche se non prima del 27 marzo del prossimo anno.
E allora, campagna elettorale a tutto spiano, con tanto di accuse di tradimento, nuove promesse faraoniche, qualche probabile dossier a base di cucine e alcove più o meno segrete e, quel che rende più interessante ed eccitante la situazione, l’apertura sottobanco di qualche mercato di peones, per cercare di controbilanciare lo sfilacciamento nelle file della maggioranza e indebolire gli avversari.
“Non sono in vendita, ma mi hanno offerto 500mila euro per tradire Fini”. La rivelazione è contenuta in un articolo di Amedeo La Mattina per la Stampa, che racconta le palpitazioni interne a Futuro e Libertà per l’Italia e le tentazioni che provengono dal PdL per cambiare cavallo in extremis e votare la fiducia a Silvio Berlusconi alla Camera. Rivelazione che non svelano il nome del potenziale vincitore di questo gratta&vinci pecoreccio, ma che anticipa come siano tanti i deputati di Futuro e Libertà contattati. Berlusconi, con l’ausilio di Daniela Santanché, - integerrima Bernadette della destra post fascista, - Denis Verdini, - comprovato esperto di operazioni finanziari borderline, - e Ignazio La Russa, - storico pidiellino camuffato da gerarca missino e infiltrato in AN, - sta cercando di sfilare onorevoli prima della fatidica data del 14 dicembre, quando si voterà la fiducia incrociata in Camera e Senato, e la Corte Costituzionale, - sempre in quella data, guarda il caso!, - deciderà anche sul legittimo impedimento. Magari i soggetti da peones market saranno pochi all’inizio, ma diventeranno tanti negli ultimi giorni, f- a sapere La Russa, - proprio perché il Cavaliere ha una decina di posti da assegnare tra ministri e sottosegretari, dopo l’addio dei finiani e del Mpa dell’inquisito Lombardo. E Saverio Romano, già passato dall’Udc al PdL, fa sapere che anche molti tra i centristi sarebbero pronti al salto della quaglia, se necessario, - sebbene bisognerebbe parlare di convenienza più che di necessità, salvo non alludere allo stato delle finanze degli interessati al trasloco. In ogni caso al Gallia sono pronte le sale, come per ogni buon mercato di carne umana che si rispetti.
Azzeccata anche la data dichiarata da Berlusconi come dead line per la fine della legislatura: stiano tranquilli i poveri disgraziati che dall’onesto lavoro parlamentare si attendono una giusta pensione. Avranno avuto il tempo di compiere un triennio e anche dal punto di vista pensionistico si saranno garantiti una confortata vecchia.
E mentre come ne Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo di Sergio Leone s’attende l’ultimo duello, cala la fiducia nel premier (-2%), ma cala del 3% anche quella nell'intero governo, al punto da far credere che, alla fine, per qualcuno, e soprattutto per il paese ,questa tragica farsa sarà stata solo una Caporetto.
Così il buon Napolitano, che non è mai apparso un cuor di leone, ha momentaneamente risolto la questione della crisi di governo, allo stesso modo come Vissani suggerirebbe di conservare i funghi o i carciofini. Il 14 dicembre grande festa per l’apertura dei barattoli e verificare se il prodotto è venuto buono oppure è tutto da buttare e magari ricominciare la procedura secondo le prescrizioni della ricetta della nonna.
Ha ragione Crozza, Napolitano è come una mamma premurosa e buona: prima i compiti e poi la play station e se i compiti non li hai fatti, allora ti tolgo anche la memory card, così l’oggetto del divertimento è inutilizzabile. E i compiti sono impegnativi. Sono in quella finanziaria in formato europeo, che si chiama adesso legge di stabilità, che è un impegno ineludibile se non si vuole incorrere in sanzioni e, allo stesso tempo, se si vuole evitare di infliggere un ulteriore colpo di piccone in questa Unione Europea che fa acqua da più parti.
Nel frattempo sono in molti a chiedersi cosà succederà da qui al fatidico 14 dicembre, dovendo dare per scontato che in questa grottesca situazione il governo non governerà, una nuova legge, che sia anche sulla regolamentazione della quantità massima di gas che devono contenere i palloncini in vendita nei luna park, non sarà approvata e, dunque, tutto è impaludato in attesa del mitico Godot.
Intendiamoci, non è che si resterà con le mani in mano o con la bocca chiusa. Ci saranno le risse, possibilmente con toni ancor più accesi; le minacce e i proclami, visto che in questa finzione scenica l’unica certezza, - lo dice senza mezzi termini il Cavaliere e i suoi boys, - si andrà comunque a votare, anche se non prima del 27 marzo del prossimo anno.
E allora, campagna elettorale a tutto spiano, con tanto di accuse di tradimento, nuove promesse faraoniche, qualche probabile dossier a base di cucine e alcove più o meno segrete e, quel che rende più interessante ed eccitante la situazione, l’apertura sottobanco di qualche mercato di peones, per cercare di controbilanciare lo sfilacciamento nelle file della maggioranza e indebolire gli avversari.
“Non sono in vendita, ma mi hanno offerto 500mila euro per tradire Fini”. La rivelazione è contenuta in un articolo di Amedeo La Mattina per la Stampa, che racconta le palpitazioni interne a Futuro e Libertà per l’Italia e le tentazioni che provengono dal PdL per cambiare cavallo in extremis e votare la fiducia a Silvio Berlusconi alla Camera. Rivelazione che non svelano il nome del potenziale vincitore di questo gratta&vinci pecoreccio, ma che anticipa come siano tanti i deputati di Futuro e Libertà contattati. Berlusconi, con l’ausilio di Daniela Santanché, - integerrima Bernadette della destra post fascista, - Denis Verdini, - comprovato esperto di operazioni finanziari borderline, - e Ignazio La Russa, - storico pidiellino camuffato da gerarca missino e infiltrato in AN, - sta cercando di sfilare onorevoli prima della fatidica data del 14 dicembre, quando si voterà la fiducia incrociata in Camera e Senato, e la Corte Costituzionale, - sempre in quella data, guarda il caso!, - deciderà anche sul legittimo impedimento. Magari i soggetti da peones market saranno pochi all’inizio, ma diventeranno tanti negli ultimi giorni, f- a sapere La Russa, - proprio perché il Cavaliere ha una decina di posti da assegnare tra ministri e sottosegretari, dopo l’addio dei finiani e del Mpa dell’inquisito Lombardo. E Saverio Romano, già passato dall’Udc al PdL, fa sapere che anche molti tra i centristi sarebbero pronti al salto della quaglia, se necessario, - sebbene bisognerebbe parlare di convenienza più che di necessità, salvo non alludere allo stato delle finanze degli interessati al trasloco. In ogni caso al Gallia sono pronte le sale, come per ogni buon mercato di carne umana che si rispetti.
Azzeccata anche la data dichiarata da Berlusconi come dead line per la fine della legislatura: stiano tranquilli i poveri disgraziati che dall’onesto lavoro parlamentare si attendono una giusta pensione. Avranno avuto il tempo di compiere un triennio e anche dal punto di vista pensionistico si saranno garantiti una confortata vecchia.
E mentre come ne Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo di Sergio Leone s’attende l’ultimo duello, cala la fiducia nel premier (-2%), ma cala del 3% anche quella nell'intero governo, al punto da far credere che, alla fine, per qualcuno, e soprattutto per il paese ,questa tragica farsa sarà stata solo una Caporetto.
(nella foto, Silvio Berlusconi fa il saluto romano)
1 Commenti:
Nice post. Grazie
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