RAI, chi paga i minori introiti del dopo Santoro?
Mercoledì, 8 giugno 2011
Sono passate poche ore dalla conclusione di killeraggio ai danni di Michele Santoro e del suo Anno Zero e già all’orizzonte si paventa ciò che qualunque persona di buon senso aveva temuto.
La defenestrazione di Santoro realizzata nel disprezzo di ogni regola di pluralismo e di democratico rispetto per quel 20-25% di ascoltatori che sistematicamente si collegavano su RAI 2 il giovedì per seguire Anno Zero, trasmissione di denuncia degli abusi e dei misfatti di un governo e di una politica protervi e liberticidi, ha evidenziato la voragine nei conti dell’azienda televisiva pubblica, che nel nuovo palinsesto dovrà misurarsi con un deficit amplificato dal venir meno dei proventi pubblicitari incassati grazie a quella trasmissione.
Ovviamente questa mancanza di capacità gestionale in un paese civile dovrebbe di per sé rappresentare un motivo più che sufficiente per mandare a casa , magari con tanto di azione di responsabilità, i vertici dell’azienda pubblica, che per compiacere il mandante di un’operazione spazzatura, Silvio Berlusconi, hanno determinato le condizioni per un danno gravissimo e difficilmente reversibile all’erario statale.
Con queste premesse, adesso, scrive Carmelo Lopapa oggi su la Repubblica, «il governo studia l'aumento del canone. Una bella cura da cavallo, stavolta, non l'euro e 50 centesimi del ritocco 2011. Ci sono i costi del servizio pubblico che galoppano, certo, ma dal prossimo anno andrà compensato - tra le altre voci in perdita - anche il mancato introito pubblicitario del prime time del giovedì su Raidue, che con Santoro e Anno Zero ha garantito dal 2006 incassi a sei zeri».
La notizia è semplicemente pazzesca e conferma, che in omaggio ai vizi e ai capricci del signor Berlusconi, i cittadini saranno ancora una volta chiamati a pagare per colmare i buchi creati nelle casse pubbliche a fronte di scelte mentecatte, di faide personali che nulla hanno a che vedere con la corretta gestione della cosa pubblica.
«Quando ieri mattina il ministro alle Comunicazioni Paolo Romani ha chiamato il direttore generale Rai Lorenza Lei» - continua Lopapa - «per congratularsi del benservito a Michele Santoro, per aver compiuto "con successo" la missione nella quale aveva fallito per due anni l'ex Mauro Masi, l'impegno (verbale) è stato preso. La dg le congratulazioni le ha incassate, ma ha anche esternato tutte le sue preoccupazioni per le prospettive non rosee dell'azienda di Viale Mazzini. E l'ex imprenditore televisivo milanese, vicinissimo al premier, su questo è stato in grado di sbilanciarsi, promettendo un intervento del governo».
E allora? Sulla base di queste considerazioni due sarebbero i provvedimenti urgenti che dovrebbero essere adottati in una realtà minimamente seria. In primo luogo sarebbe necessario un intervento della magistratura contabile, che accertasse la sussistenza di danni intenzionali arrecati all’ente televisivo dalla condotta di tutte le parti in causa - dirigenza RAI, singoli ministri e presidenza del consiglio, - e intimasse ai colpevoli il doveroso risarcimento. Il comportamento di Lorenza Lei, neo-direttore generale, in questa vicenda non è forse così trasparente come vorrebbe farsi credere; così come non è del tutto comprensibile quello di Paolo Garimberti, presidente RAI, e del suo consiglio d’ammistrazione. In secondo luogo sarebbe auspicabile che si facesse finita con questo ladrocinio legalizzato del canone, meccanismo attraverso il quale si scippa a milioni di abbonati un contributo con il quale si è costretti ad assistere, ancorché non interessati, a queste mostruose buffonate di stato e all’impiego di quel denaro per risolvere infami duelli e vendette personali.
E di quest'andazzo è altamente responsabile anche la sinistra, quella sinistra che si dichiara progressista e illuminata e che poi non perde occasione per inzuppare il biscotto nella tazza del potere, accontentandosi nella fase d’alternanza di qualche scantinato da cui gestire il sottogoverno dell’informazione. Questa sinistra deve avere il coraggio di prendere posizione e chiedere l’immediata soppressione del canone obbligatorio, in modo che la RAI cammini con le proprie gambe e chi la dirige sia rispedito a casa qualora non dimostri d’essere in grado di applicare la buona diligenza nella gestione e nello svolgimento del proprio ruolo. E’ troppo comodo combinare disastri, sperperare risorse e poi chiedere ai cittadini di sostenerne l’onere. Quella della RAI è un’altra situazione Alitalia, orchestrata da un modo criminale di fare la politica, che soffoca ogni spazio possibile, e che i cittadini incolpevoli sono chiamati a sopportare senza alcuna possibilità di reagire.
Non è né possibile né tollerabile che avvalendosi di un’arroganza senza pari si continui a fare e disfare dal patrimonio pubblico qualunque scempio e restare persino impuniti. Se per un capriccio di Berlusconi la RAI ha deciso di privarsi di una gallina dalle uova d’oro come Michele Santoro, allora sia l’Arrogante di Arcore a pagare e se, come è assolutamente probabile, il responsabile di questo miserabile default della televisione pubblica non lo farà, allora che finalmente i cittadini si rifiutino di pagare il canone, quel balzello ignobile che sempre più assume con i politicanti che ci ritroviamo le connotazioni di un pizzo, di un’estorsione intollerabile.
(nella foto, Lorenza Lei, neo dg RAI)
La defenestrazione di Santoro realizzata nel disprezzo di ogni regola di pluralismo e di democratico rispetto per quel 20-25% di ascoltatori che sistematicamente si collegavano su RAI 2 il giovedì per seguire Anno Zero, trasmissione di denuncia degli abusi e dei misfatti di un governo e di una politica protervi e liberticidi, ha evidenziato la voragine nei conti dell’azienda televisiva pubblica, che nel nuovo palinsesto dovrà misurarsi con un deficit amplificato dal venir meno dei proventi pubblicitari incassati grazie a quella trasmissione.
Ovviamente questa mancanza di capacità gestionale in un paese civile dovrebbe di per sé rappresentare un motivo più che sufficiente per mandare a casa , magari con tanto di azione di responsabilità, i vertici dell’azienda pubblica, che per compiacere il mandante di un’operazione spazzatura, Silvio Berlusconi, hanno determinato le condizioni per un danno gravissimo e difficilmente reversibile all’erario statale.
Con queste premesse, adesso, scrive Carmelo Lopapa oggi su la Repubblica, «il governo studia l'aumento del canone. Una bella cura da cavallo, stavolta, non l'euro e 50 centesimi del ritocco 2011. Ci sono i costi del servizio pubblico che galoppano, certo, ma dal prossimo anno andrà compensato - tra le altre voci in perdita - anche il mancato introito pubblicitario del prime time del giovedì su Raidue, che con Santoro e Anno Zero ha garantito dal 2006 incassi a sei zeri».
La notizia è semplicemente pazzesca e conferma, che in omaggio ai vizi e ai capricci del signor Berlusconi, i cittadini saranno ancora una volta chiamati a pagare per colmare i buchi creati nelle casse pubbliche a fronte di scelte mentecatte, di faide personali che nulla hanno a che vedere con la corretta gestione della cosa pubblica.
«Quando ieri mattina il ministro alle Comunicazioni Paolo Romani ha chiamato il direttore generale Rai Lorenza Lei» - continua Lopapa - «per congratularsi del benservito a Michele Santoro, per aver compiuto "con successo" la missione nella quale aveva fallito per due anni l'ex Mauro Masi, l'impegno (verbale) è stato preso. La dg le congratulazioni le ha incassate, ma ha anche esternato tutte le sue preoccupazioni per le prospettive non rosee dell'azienda di Viale Mazzini. E l'ex imprenditore televisivo milanese, vicinissimo al premier, su questo è stato in grado di sbilanciarsi, promettendo un intervento del governo».
E allora? Sulla base di queste considerazioni due sarebbero i provvedimenti urgenti che dovrebbero essere adottati in una realtà minimamente seria. In primo luogo sarebbe necessario un intervento della magistratura contabile, che accertasse la sussistenza di danni intenzionali arrecati all’ente televisivo dalla condotta di tutte le parti in causa - dirigenza RAI, singoli ministri e presidenza del consiglio, - e intimasse ai colpevoli il doveroso risarcimento. Il comportamento di Lorenza Lei, neo-direttore generale, in questa vicenda non è forse così trasparente come vorrebbe farsi credere; così come non è del tutto comprensibile quello di Paolo Garimberti, presidente RAI, e del suo consiglio d’ammistrazione. In secondo luogo sarebbe auspicabile che si facesse finita con questo ladrocinio legalizzato del canone, meccanismo attraverso il quale si scippa a milioni di abbonati un contributo con il quale si è costretti ad assistere, ancorché non interessati, a queste mostruose buffonate di stato e all’impiego di quel denaro per risolvere infami duelli e vendette personali.
E di quest'andazzo è altamente responsabile anche la sinistra, quella sinistra che si dichiara progressista e illuminata e che poi non perde occasione per inzuppare il biscotto nella tazza del potere, accontentandosi nella fase d’alternanza di qualche scantinato da cui gestire il sottogoverno dell’informazione. Questa sinistra deve avere il coraggio di prendere posizione e chiedere l’immediata soppressione del canone obbligatorio, in modo che la RAI cammini con le proprie gambe e chi la dirige sia rispedito a casa qualora non dimostri d’essere in grado di applicare la buona diligenza nella gestione e nello svolgimento del proprio ruolo. E’ troppo comodo combinare disastri, sperperare risorse e poi chiedere ai cittadini di sostenerne l’onere. Quella della RAI è un’altra situazione Alitalia, orchestrata da un modo criminale di fare la politica, che soffoca ogni spazio possibile, e che i cittadini incolpevoli sono chiamati a sopportare senza alcuna possibilità di reagire.
Non è né possibile né tollerabile che avvalendosi di un’arroganza senza pari si continui a fare e disfare dal patrimonio pubblico qualunque scempio e restare persino impuniti. Se per un capriccio di Berlusconi la RAI ha deciso di privarsi di una gallina dalle uova d’oro come Michele Santoro, allora sia l’Arrogante di Arcore a pagare e se, come è assolutamente probabile, il responsabile di questo miserabile default della televisione pubblica non lo farà, allora che finalmente i cittadini si rifiutino di pagare il canone, quel balzello ignobile che sempre più assume con i politicanti che ci ritroviamo le connotazioni di un pizzo, di un’estorsione intollerabile.
(nella foto, Lorenza Lei, neo dg RAI)
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