Il mercato selvaggio del trasporto aereo
Venerdì, 9 novembre
2012
L’Italia è il paese nel quale vige il tristissimo primato
dell’elusione della legge, nonostante la produzione di norme, regolamenti,
disposizioni d’indirizzo e quant’altro connesso sia tra le più massicce al
mondo. La causa di quella che si potrebbe definire una sorta di “indisciplina istituzionale”
non risiede esclusivamente nella naturale propensione culturale tutta nostrana a
sperimentare il modo per aggirare i vincoli sanciti dalle norme, ma nella
pletora di leggi e leggine, spesso contraddittorie o semplicemente esplicative
di altre già emanate su analoga materia, e soprattutto, nella frequente
insipienza degli enti preposti alla vigilanza della loro applicazione.
E’ il caso questo delle norme che regolamentano il traffico
aereo, che, emanate in armonizzazione alle disposizioni comunitarie,
dovrebbero garantire omogeneità di diritti e di tutela dei passeggeri nell’ambito
dell’Unione Europea, in aggiunta alle disposizioni internazionali previste
dagli accordi di Montreal sottoscritti dai governi con la IATA, associazione
delle compagnie esercenti quella tipologia di trasporto.
Nel nostro paese è l’ENAC, l’ente per la vigilanza del
trasporto aereo civile, che s’è visto attribuire per legge l’onere di
controllare che le norme a tutela dei diritti dei passeggeri trovino
applicazione da parte delle compagnie. Ma molto spesso e al
di là di ogni dichiarazione dei suoi responsabili, l’ENAC si comporta da vero e
proprio piccolo porto delle nebbie, poiché sembra ignorare che tante compagnie
disattendono le prescrizioni e vessano in ogni modo i viaggiatori con l’imposizione
di clausole di trasporto in evidente contrapposizione da quelle previste dalle
norme in essere. Né le denunce di queste vere e proprie violazioni degli
obblighi imposti si concludono con interventi che obbligano i recalcitranti ad
adempiere, oltre che a risarcire il danno indotto. Quasi sempre è necessario
ricorrere ad un tribunale, con aggravio di costi spropositati rispetto al
valore del risarcimento previsto, e con tempi di risoluzione delle controversie a dir poco
biblici, cosicché spesso non resta che rinunciare, con buon pace sia per la compagnia
aerea inadempiente che per la salvaguardata tranquillità dell’ENAC.
L’associazione Altroconsumo,
sebbene tardivamente, ha di recente pubblicato un dettagliato report sugli
abusi commessi dalle compagnie aere nel nostro paese, abusi che ammonterebbero
a ben 92 imposizioni di clausole vessatorie nei rispettivi contratti di
trasporto e che riguardano non solo piccole compagnie come Air Italy o AirOne,
ma coinvolgono Alitalia, Air France, British Airways, Klm, Lufhansa, Meridiana,
EasyJet, oltre all’impunita e recidiva Ryanair.
Le clausole incriminate? Vanno dalla discrezionalità sull’orario
di partenza dei voli rispetto a quanto ufficialmente programmato, senza che
tale eventualità possa costituire elemento di reclamo per il passeggero, al prezzo
pagato per il biglietto, che può anche variare per effetto di incrementi di
tasse, oneri o revisione tariffaria intervenuti tra la data d’acquisto e la
data effettiva del volo, con addebito integrale a carico del passeggero.
C’è chi
procede alla cancellazione automatica della prenotazione per il ritorno se il
consumatore non si presenta all’andata. C’è persino chi si riserva di decidere
se trasportare o no alcune persone come i disabili. C’è chi vuole scegliere in
quale tribunale affrontare le controversie, invece che in quello di residenza
del consumatore come previsto dal Codice del Consumo. Per fare nomi e cognomi,
la British Airways si riserva il diritto di chiedere addizionali per il
carburante. Sia Air France che British Airways ed Alitalia non si assumono
responsabilità se dovessero esserci variazioni nelle tasse, negli oneri e nelle
spese accessorie. Ancora, Lufthansa non si assume responsabilità sui rimborsi e
consiglia a chi usufruisce di tariffe particolarmente scontate e parzialmente o
non del tutto rimborsabili di acquistare un’assicurazione per non avere
problemi in caso di annullamento del viaggio. La stessa Lufthansa, questa volta emulata dalla nostrana AirOne, - che ormai è solo un brand dell'Alitalia e non si comprende perché debba applicare condizioni diverse, - va oltre. La vaghezza nel loro caso si estende anche agli orari. Sostengono che quelli
indicati nel biglietto non sono affatto impegnativi e il loro rispetto non rientra tra gli obblighi contrattuali. Insomma, in caso di ritardo non ci sarà alcun rimborso. EasyJet si
riserva ad insindacabile giudizio ogni diritto di scegliere come effettuare i rimborsi: se in biglietti o
con accrediti o altro. Ryanair rimborsa solo le tasse governative ma non spese
ed oneri del biglietto aereo, che spesso sono la quota più rilevante.
Alla fine di questa lunga e disarmante inchiesta, Paolo
Martinello, presidente di Altroconsumo, commenta: «C’è un intero catalogo di obblighi pesantissimi per il consumatore e
limitazioni dei diritti dell’utente, spesso in spregio delle norme
internazionali di diritto dei passeggeri . E’ il caso dei ritardi o dei risarcimenti per danno o smarrimento
bagagli indicati nei contratti. Clausole che devono sparire».
Alla luce di questi veri e propri atti di violenza nei
confronti del passeggero, torna imperiosa la domanda su quale sia il ruolo dell’ENAC
se, presente com’è in tutti gli aeroporti della Penisola sotto forma di
Direzione Aeroportuale, non è in grado di farsi garante dell’immediata
rimozione della clausola vessatoria, dell’altrettanto immediato risarcimento
nei confronti del passeggero vessato oltre che della comminazione di una
salatissima ammenda al vettore aereo pizzicato in difetto.
Non ci stancheremo mai di sostenere che il nostro è un paese
delle banane, almeno sino a quando abusi palesi come quelli di cui si parla
saranno ammessi senza conseguenze o senza risarcimenti in tempi irragionevoli, né
sino a quando la presenza di organi di controllo come l’ENAC appariranno, come nei fatti, più come parcheggi per politicanti trombati che autorità preposte alla tutela dei diritti del cittadino viaggiatore. Personalmente chi
scrive è stato vittima innumerevoli volte di tentativi d’abuso da parte di WindJet,
Meridiana, British Airways, Alitalia ed altre compagnie non più presenti nel
mercato del trasporto aereo e mai l’ENAC, a cui gli accaduti sono stati prontamente
denunciati, ha risolto alcunché, evidenziando inequivocabilmente l’inutilità
del proprio ruolo almeno su quelle questioni. D’altra parte quando nonostante l'obbligo planetario si permette
a compagnie come la Ryanair di rifiutare l’imbarco ai disabili perché
sprovvista di servizi idonei è evidente che qualcosa non quadra a dovere.
E non parliamo dell'assistenza dovuta nei casi di mancate coincidenze, che prevederebbero la sistemazione in albergo, il pasto e altri servizi minimali di supporto. La British Airways, per citare un esempio di fatto accaduto, dopo proteste al limite della rissa, ti mette in mano un voucher per un hotel magari sperduto nella campagna antistante l'aeroporto in cui ti ritrovi, chiedendoti di arrangiarti per raggiungerlo e lascindoti l'onere di contrattare con l'albergatore se ti debba essere consentito l'uso del telefono o la consumazione d'un tramezzino compresi nel voucher, alla faccia delle norme che obbligherebbero alla gratuità di questi servizi.
Allora se tutto ciò costituisce un'evidenza incontrovertibile, sarebbe opportuno che i nostri governanti, che si
piccano di costituire un elemento di rottura con un passato approssimativo e
scarsamente attento alla qualità dei servizi al cittadino, si diano una mossa e,
una volta per tutte, mandino a casa i vertici dell’ENAC incapaci di svolgere il
proprio lavoro e sanzionino adeguatamente e pesantemente i furbetti che
pascolano in un Italia eterno territorio senza regole. D’altra parte leggere
bene le clausole prima d’acquistare un biglietto aereo, come suggerisce Altroconsumo, serve a poco, visto che sino
a quando non si interverrà in modo incisivo per cambiare le cose l’alternativa
per sfuggire alle vessazioni non rimarrà che il classico mangiare la minestra o
saltare la finestra.
(nella foto, il presidente dell'ENAC Vito Riggio)
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