Ma un prefetto è anche signore?
Domenica, 21 ottobre
2012
In quest’Italia crepuscolare, dove oramai s’è perso il senso
dell’etica e dei valori, succede anche questo. Il prefetto di Napoli, Andrea De
Martino, presente ad una riunione sull'emergenza dei roghi tossici di rifiuti rimprovera duramente un prete, don Maurizio
Patriciello, parroco di Caivano, reo di essersi rivolto al prefetto di Caserta,
Carmela Pagano, chiamandola solo “signora” e non aggiungendo il titolo “prefetto”.
Andrea De Martino, che evidentemente sottovaluta che signori
si nasce e prefetti si diventa e, dunque, che l’appellativo di signore è molto
più nobile di quanto lui probabilmente stimi, maltratta duramente davanti a
tutti il povero curato e lo invita ad utilizzare un linguaggio «più rispettoso delle istituzioni». Poi,
sperabilmente preso dal sacro furore per la lesa maestà, ha aggiunto: «Se io la chiamerei signore, lei come
reagirebbe?», correggendosi immediatamente con un «Mi fa anche dimenticare l'italiano…»
La sua sfuriata finisce sulla rete e fa il giro del web.
Tantissimi i commenti. Anche Roberto Saviano interviene e chiede al prefetto di
scusarsi col sacerdote: «Bisognerà
chiedere le sue dimissioni immediate».
Don Patriciello, prima basito, poi si scusa. «Non era mia intenzione offendere, mi spiace,
non sono avvezzo a questi consessi, non volevo mancare di rispetto, perdonatemi
tutti quanti, io sono un prete, un parroco di periferia», ha affermato il curato con sincero
dispiacere.
Il prefetto di Napoli, che evidentemente ritiene che il
rispetto non debba meritarsi ma sia frutto di coercizione, è poi tornato sull'argomento con una nota, in
cui ha definito quanto accaduto come «un
incidente di lavoro davvero spiacevole - lo riconosco - chiusosi però sul
momento e suggellato ieri a Cardito, in occasione del funerale della giovane
vittima Pasquale Romano, quando intravvisto don Patriciello di spalle, l'ho
avvicinato facendogli una carezza sulla nuca».
Che dire, alla fine trionfa sempre il buonismo e il perdono.
Ed una carezza sulla nuca da un prefetto, meglio, da un “signor prefetto” dev’essere
considerato un gesto di smisurata magnanimità e benevolenza, ché in altri tempi
qualche prelato è stato condannato al rogo per molto, molto meno.
A proposito, speriamo non se la prenda per la minuscola di
prefetto.
(nella foto, il prefetto De Martino)
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