Risanamento e sacrifici per i soliti noti
Martedì, 16 ottobre
2012
E’ una mossa disperata, non c’è altra spiegazione. Non
avrebbe avuto senso scardinare principi di legge così chiari come quelli
contenuti dal cosiddetto Statuto del Contribuente (Legge 27.07.2000, n. 212, ndr), che vieta espressamente all’articolo
3 la retroattività delle disposizioni tributarie, che invece trovano
applicazione esclusivamente a partire dal periodo d’imposta successivo alla
loro determinazione.
Eppure è il governo dei cattedratici, Monti in testa, che
viola platealmente un principio stabilito una volta tanto in maniera inequivoca
nel nostro ordinamento. E se questo accade, non v’è altra spiegazione che la
disperazione con la quale oramai i professori brancolano alla ricerca di
soluzioni possibili per adempiere i folli obblighi assunti con l’Europa in
ordine al risanamento dei conti pubblici.
L'effetto immediato per i contribuenti con un reddito
imponibile superiore ai 15 mila euro è che per alcune deduzioni e detrazioni
sarà introdotta una franchigia di 250 euro e che lo sconto fiscale massimo per
alcune detrazioni sarà in tutto di 570 euro. Infatti d'ora in avanti il 19%
sarà applicabile a un tetto complessivo di 3 mila euro.
E se ad una prima lettura il provvedimento dovesse apparire
come un timido segnale di maggiore pressione sui redditi dei più abbienti, a
ben guardare ci si rende conto che si tratta dell’ennesima vessazione a carico
dei soliti noti, dato che non sono certamente i veri ricchi che si beccheranno
una stangatina, ma a soffrire delle misure in questione sarà il ceto medio,
quel ceto medio che sempre più vede il piano inclinarsi e spingerlo, causa l’inarrestabile
erosione del reddito disponibile, verso la povertà di massa.
Cosa vuol dire per un bilancio familiare la nuova normativa?
Che si contrae la possibile riduzione della base imponibile su cui si calcolano
le tasse e, dunque, si assottiglia lo «sconto» fiscale, perché ad ogni voce
interessata andrà applicata la franchigia di 250 euro e per le detrazioni anche
il tetto. Se confermato in fase di conversione in legge, il taglio di deduzioni
e detrazioni colpirà i redditi del 2012 con effetto retroattivo, dunque le
spese già fatte nell'anno corrente, sulle quali si considerava un certo
«risparmio» fiscale, che invece avranno un peso diverso sul bilancio familiare
rispetto a quanto preventivato. Gli oneri deducibili a cui sarà applicata la
franchigia e le detrazioni «minori» interessate dal provvedimento sono quelli
previsti rispettivamente dall'articolo 10 e dall’articolo 15 del Testo Unico
delle imposte sui redditi. Non rientrano nella franchigia i contributi
previdenziali e assistenziali, né quelli per la previdenza complementare e
quelli per le collaboratrici familiari. Mentre non vanno a costituire il tetto
massimo dei 3 mila euro le spese sanitarie, che restano detraibili al 19% senza
limite ma che vedono la franchigia salire da 129,11 euro a 250 euro.
Rientrano invece nella nuova regola le deduzioni per gli
assegni al coniuge, le spese mediche e di assistenza per i disabili, i
contributi ai fondi integrativi del servizio sanitario nazionale, i contributi
alla cooperazione per i paesi in via di sviluppo, le erogazioni liberali a favore
di istituzioni religiose, università e fondazioni universitarie. La stretta
sulle detrazioni colpisce gli interessi sul mutuo per la prima casa, le spese
per l'intermediazione immobiliare sull'acquisto dell'abitazione principale, le
spese per l'asilo nido, per l'istruzione (superiore e università) e per
l'attività sportiva dei figli di età compresa tra i 15 e i 18 anni (poiché ora
la detrazione è per importi non superiori ai 210 euro, con la franchigia salta
del tutto, ndr), le spese per
l'affitto degli studenti fuori sede, le spese funebri, quelle veterinarie e per
le erogazioni liberali (onlus, associazioni sportive e di promozione sociale),
le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni.
Come si vede, una stangatina che colpisce le classi medie
che sono quelle maggiormente coinvolte nelle problematiche d’istruzione
universitaria fuori sede, mutui per l’acquisto della prima casa d’abitazione,
assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni.
Ma ciò che più disgusta è la fissazione di un tetto alle spese
mediche e d’assistenza ai disabili, il cui esborso è molto spesso dovuto alla
vergognosa assenza dello stato ed all’obbligo morale in surroga di chi ha la
sventura di dover accudire ed assistere un parente in condizioni di handicap
irreversibile.
Secondo fonti di palazzo Chigi, questa revisione dei criteri
di detrazione e deduzione sarebbe dovuta alla decisione dell’esecutivo di dar
mano ad una riduzione di un punto percentuale delle attuali aliquote sui
redditi del 23 e del 27% a partire dal prossimo anno, motivazione che suona
semplicemente ridicola, dovendosi constatare che ciò che si toglie è di gran
lunga superiore ai miserabili 15/20 euro mensili in più di reddito dovuti alla
minore tassazione. Ma evidentemente Monti e i suoi boys devono aver fatto
proprio il principio, così caro al governo che ha preceduto, di sparare balle
demagogiche per accattivarsi la simpatia della pubblica opinione e far digerire
indigeste polpette di guano.
Nel frattempo, mentre il paladino Monti a dir suo si batte per
il risanamento del paese e s’inventa queste allucinanti misure, qualcuno
continua a mangiare ostriche e bere champagne, incurante della tragedia che
vive la gente comune e protetto dalle mille leggi d’immunità che gli rendono la
vita facile e gradevole. Un esempio? Basta leggere la cronaca che riguarda
Raffaele Lombardo, presidente uscente della regione dei privilegi Sicilia, che
ha disposto affinché una scorta, pagata con i soldi dei cittadini per servizio
di pubblica sicurezza e non certo per attività diverse, accompagni il suo
bestiario, composto da 12 galline padovane e un gallo di razza pregiata, da
Palermo, dove ha soggiornato per ragioni d’ufficio, a Catania dove risiede da
privato cittadino. E c’è da credere che questo trasloco di volatili non sia che
l’esordio, visto che una serie di oggetti personali che risultano piuttosto
impegnativi sono da trasferire alla sua residenza catanese. È il caso della sua
collezione d'armi di circa quaranta esemplari tra pistole e fucili antichi o da
caccia ben custoditi in un armadio blindato. Nulla da fare invece per la sua mini spa personale, che si compone
di una piccola sauna e di un tapis roulant professionale, entrambi impossibili
da spostare da Palazzo d'Orleans. Anche un fornetto pagato quasi duemila euro
rimarrà tra le mura dell'appartamento: sono tutti oggetti comprati con i fondi
della Presidenza siciliana, che ben si comprende come fossero da considerare
fondamentali per l’esercizio di una carica pubblica.
Ma il signor Monti, che queste cose ignora o più
verosimilmente finge di non sapere, continua imperterrito nella sua opera da
sanculotto e bastona i disgraziati, e nel rispetto delle regole di costume
italico preferisce scavalcare il muro basso, convinto di potersi così accreditare
come un provetto atleta nonostante l’età. Certo che per ostentare i muscoli ai
deboli e mostrarsi servi ai potenti non c’era bisogno di reclutare un titolato accademico.
Per tale compito e a far da imbonitore sarebbe bastato un qualunque Scilipoti, di cui è pieno il Belpaese, anche a
rischio di sentirlo esprimere in qualche incontro internazionale anziché in un
forbito inglese in un colorito idioma regionale..
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