martedì, giugno 30, 2009

Berlusconi: senza vergogna

Martedì, 30 giugno 2009
Si vergogni lui, se ancora gli è rimasto in fondo ai talloni o nel rialzo dei tacchi che è solito portare un minimo di pudore e di autorispetto.
Invece, come al solito, questo campione di facinorosa intemperanza verbale, che interpreta lo stato come uno dei suoi pied à terre sparsi per il mondo e pretende di dettare legge con il sostegno del manipolo di alleati avvinghiati alla poltrona del potere, svillaneggia ancora una volta chi lo contesta e chi lo accusa di badare solo ai fattacci suoi dimenticando i problemi della gente.
L’accusa è la solita: sono al soldo di una sinistra incapace di provare vergogna. Sì, perché nella visione autoritaria e populista di Berlusconi, tutto ciò che lo contesta, che svergogna le sue malefatte, le sue miserabili debolezze di uomo qualunque, i vizietti inconfessabili da vecchio assatanato, è di sinistra o, quantomeno, da questa è aizzato a contestare lui, che come il patetico ras del quartiere si autoincensa e dichiara, - udite, udite!, - che il suo governo è “il più stabile del pianeta”. Poco rileva che questa millantata stabilità sia il frutto di una mancanza d’alternativa credibile e del consenso di illusi e opportunisti che infestano il paese. Alla fine ciò che conta è il risultato e, almeno su questo, non è possibile dargli torto.
Poi che l’Italia sia lo zimbello persino di stati da sempre rappresentati da governi farseschi e che giorno dopo giorno veda un vorticoso calo di credibilità internazionale, al punto da imporre una presa di distanza anche ad alcuni dei tradizionali partner europei, come Spagna o Francia o Germania per non parlare degli stessi USA del “bello e abbronzato”, è cosa che non sfiora la solida sfrontatezza del Cavalier Viagra, tronfio mentore di sé stesso e pervicacemente convinto che il momento in cui sarà cacciato via a furor di popolo sia ancora lontanissimo se non del tutto improbabile. E che d’indole sia affetto da un irriducibile baco protervo e sprezzante è dimostrato dalla scarsa considerazione in cui ha tenuto l’invito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ancora qualche ora fa, comprensibilmente stufo di questo teatrino di villanie cui, sistematicamente, si abbandona il tycoon-presidente del consiglio e interpretando la crescente intolleranza degli Italiani, ha rivolto un invito urbi et orbi, ha dare un taglio alle polemiche e agli insulti, almeno fino alla conclusione dell’importante appuntamento con il G8, previsto all’Aquila nelle prossime settimane.
Né, in ogni caso, è concepibile che un capo di governo si permetta di insultare cittadini scesi in piazza per rivendicare il diritto al lavoro o al salario con il quale campare sé stesi e le proprie famiglie. Questo spregevole atteggiamento verso chi protesta perché non riesce a sbarcare il lunario e rivendica il supporto costituzionalmente previsto da parte di un esecutivo latitante non è solo inammissibile in democrazia ma è il sintomo di una gravissima deriva autoritaria i cui risvolti sono imprevedibili così continuando e che, alla lunga, è probabile costringano anche una parte di quell’apparato notoriamente beneficiato dalle politiche di mortificazione dei diritti delle classi lavoratrici a dire basta e organizzare la fronda per defenestrare il tiranno.In tanti avevano sinceramente sperato, ignari delle sue esasperate debolezze, che l’avvento in politica di Berlusconi potesse rappresentare l’effettivo colpo d’ala ad un sistema, come quello nostrano, avvelenato dalle camarille e dai clientelismi di un cinquantennio di egemonia DC. Purtroppo per loro e per quanti saggiamente non s’erano lasciati abbagliare dagli specchietti per allodole distribuiti a piene mani dal prode Cavaliere, i risultati sono tragicamente evidenti: un paese allo stremo, schiacciato dal precariato e dalla disoccupazione, un reddito da lavoro dipendente mediamente tra i più bassi del mondo occidentale, una sfiducia – ma sarebbe più adeguato il termine disprezzo – verso la politica mai registrato in tempi moderni, una caterva di leggi e leggine ad personam, varate solo per garantire impunità assoluta a colui che giorno dopo giorno si dimostra sempre più uno zar velenoso e liberticida.

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