domenica, ottobre 04, 2009

Belpietro, l’insostenibile leggerezza del pensiero


Domenica, 4 ottobre 2009
Non c’è che dire. Se si dovesse scegliere tra Maurizio Belpietro, neo direttore di Libero, e Vittorio Feltri, altrettanto neo direttore de Il Giornale, l’abominevole foglio di proprietà della famiglia Berlusconi, non poco sarebbe l’imbarazzo, visto che entrambi sembrano realizzati a stampino per trasferire al mondo il senso più ostinato e sgradevole della difesa ad oltranza degli interessi della fazione politica per la quale tifano senza averne mai fatto mistero.
Tuttavia, mentre Feltri usa argomentazioni spietate e velenose, raramente concedendo qualcosa al sorriso e l’ironia, Belpietro, incarna la saccenza maldicente e spocchiosa, che lo induce costantemente ad esternare l’irrefrenabile disprezzo per avversari e dissidenti dal suo pensiero, al punto da concludere con monotoni e ripetitivi inviti a continuare a studiare per diventare professionali opinionisti di ciò che affermano e, dunque, poter assurgere il suo rango e competere con lui.
Entrambi, comunque, è impossibile non immaginarli in livrea e guanti bianchi, pronti a servire al padrone di Arcore un dolcetto sotto forma di volta in volta di complimento, accondiscendenza, sperticata difesa delle gesta, difesa ad oltranza e così dicendo, dato che in omaggio a Machiavelli tutto sono grazie al principe e nulla sarebbero se lui non ci fosse.
Tra l’altro, mentre il buon Feltri non frequenta i boudoire messi a disposizione dell’arrogante vanità del Cavalier Viagra dai megafoni di turno, - come quello di tal Bruno Vespa, che non perde occasione per rendere riverente omaggio al capo del governo, - non si sa bene se per non gradimento da parte dei conduttori di turno o perché con quel grazioso profilo da segugio stanco non fa audience, Belpietro è sempre in prima linea, con il suo sorriso sfottente e malignetto, a dar simpaticamente del pirla o dell’ignorante a chi osa prendere parola e contrastate la sua tesi, le sue certezze, la sua verità assoluta e incontrovertibile.
E ne ha per tutti. Ne ha per Travaglio, per Santoro, per Di Pietro, per De Gregorio e quanti osino esibire documentate teorie sugli sfracelli provocati dal suo beniamino, al punto da incalzarli senza ritegno con maligne insinuazioni ora sulla sobrietà ora sulla capacità di svolgere con la dovuta competenza il rispettivo mestiere.
La stessa questione della libertà di stampa e d’opinione, così attuale nel paese, tanto da divenire oggetto di disamina in sede comunitaria e motivo di una manifestazione di protesta senza precedenti, è per lui un falso problema ordito da oscuri, - ma poi non così tanto, - poteri per lanciare l’ennesimo inconsulto attacco contro quel santuomo di Berlusconi, sul quale giura che, tra una escort e l’altra, non fa che affliggersi per il destino dell’Italia.
E se lo sostiene lui che in Italia non esiste una questione di libertà di espressione del proprio pensiero, c’è da credergli, potendosi presentare al mondo come l’esempio più fulgido e cristallino d’indipendenza ideologica e di fonte di libera e obiettiva informazione. Certo, se messo alle strette dalle evidenze, non può non prendere atto che il suo beniamino va a puttane, come si dice senza mezzi termini ed eleganti quanto ipocriti eufemismi, ma immediatamente ci ricorda che questa è questione privata, che nulla ha a che vedere con il ruolo pubblico del Cavaliere, il quale non risente certo di questa profusione d’energia nell’azione di governo. E a chi gli fa notare che delle puttane di Berlusconi poco interessa al popolo, al quale sta invece a cuore che queste non possano avanzare alcun diritto di sedere in parlamento grazie ai servizi resi, allora obietta che si tratta d’illazioni indimostrato e di maldicenze di stampa sovversiva.Non c’è che dire, un bell’esempio di obiettività e d’indipendenza al punto tale che decidesse cambiar mestiere, magari perché schifato d’essere assediato da tanti colleghi che non la pensano come lui e così potere finalmente uscire da questo isolamento intellettuale in cui si sente, non ci daremmo pena, anche se i cattivi maestri fanno sempre scuola e già c’è un certo Minzolini, Augusto Minzolini, che dalla poltrona della RAI ammicca e si prenota.

(nella foto, Maurizio Belpietro)

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page