domenica, ottobre 04, 2009

L’ipocrisia della sinistra


Domenica, 4 ottobre 2009
In quest’Italia crepuscolare, fatta di miserie e di disperazioni; di terremoti-palcoscenico per lo sciovinismo opportunista dei potenti; di frane e alluvioni causate dalla dilagante delinquenza politica prima ancora che dalla furia della natura, dalla criminalità economica e finanziaria di un’imprenditoria proterva e famelica; della maleducazione esemplare di una casta politica che pensa solo ai fattacci propri e non certo al cittadina o ad onorare il mandato rappresentativo; di milioni di disoccupati e sfruttati; di immigrati disperati e perseguitati dal razzismo montante, da ieri abbiamo anche il vergognoso pregio di distinguerci nel consesso civile europeo per aver sancito per legge che rubare, evadere le tasse, nascondere fior di miliardi all’accertamento della loro liceità, portando questi ricavi malavitosi nei paradisi fiscali sparsi nei quattro angoli della terra, è del tutto legittimo perché prima o poi i rappresentanti di questo marciume, assurti a governo del paese, fanno una legge per consentire il rimpatrio di questi proventi, rendendoli definitivamente leciti.
Tutto ciò con un tremendo ceffone in pieno viso, se non a due mani, per coloro che le tasse le hanno sempre pagate o per senso di responsabilità verso il paese o, più semplicemente, perché non erano in grado di poter evadere le forche caudine del fisco come qualche roboante nome dell’industria o della finanza.
Ma ciò che stupisce non è tanto una leggina di sanatoria a favore dell’ennesima categoria di delinquenti, - la storia italica e zeppa di sanatorie edilizie, condoni, concordati contributivi, indulti e categorie varie di provvedimenti a favore della peggiore feccia che ammorba la nostra esistenza, - quanto il fatto che l’ultima di queste volgari violazioni del principio fondamentale della democrazia, noto a pochi eletti con il nome di eguaglianza di trattamento davanti alla legge, sia passata con il pomposo appellativo di “scudo fiscale” con il consenso di tanti sedicenti difensori di quel principio di egualitarismo che si diceva prima.
Questo fatto dimostra, - se mai vi fosse stato qualche dubbio, - che la catena dell’opportunismo e del disonore per l’abito che indossano lega saldamente l’intera casta politica del paese, da destra a sinistra, senza eccezione alcuna.
Lo dice la cronaca parlamentare di una votazione del provvedimento in questione, che fa registrare l’assenza tra i banchi dell’opposizione di ben 29 onorevoli, - che di onorevole hanno, nei fatti, molto poco, - assenza più che sufficiente per far passare senza colpo ferire, - si badi, con lo scarto di appena 20 voti, - l’approvazione dello “scudo fiscale” e, dunque, la sanatoria a favore dei farabutti di cui si diceva prima.
Quest’assenteismo colpevole ha interessato tutte le componenti della cosiddetta opposizione, UDC 6 (16,2% dei rappresentanti in parlamento), IdV 1 (3,8%), PD 22 (10,6%), partiti che si sono prontamente affrettati a dichiarare pubblicamente il dissenso e la condanna per il provvedimento: come dire, predicando bene e razzolando malissimo.
Cosa aggiungere a commento di questa ennesima giornata di buio pesto per la democrazia e per le coscienze se non che alcune azioni scellerate della vecchia coalizione di centro-sinistra al governo prima di Berlusconi hanno determinato la scomparsa dalla scena parlamentare di parecchi partiti storici della sinistra. Così continuando c’è il concreto rischio di un’ulteriore limatura a sinistra, considerato che il popolo non più bue, - almeno per quanto alla pazienza, - come tanti dei nostri politici vorrebbero e certamente al momento opportuno saprà dare la giusta risposta ai tanti ciarlatani che affollano la squallida scena di Montecitorio.
(nella foto, Enzo Carra, parlamentare del PD assente ingiustificato alla votazione finale del provvedimento)

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