giovedì, ottobre 29, 2009

Comandare e fottere: binomio imperfetto

Giovedì, 29 ottobre 2009
In questo clima di caccia alle streghe in cui viviamo, non vi è più pace neanche per i rapporti affettivi. Sulla scorta dell’esempio che viene dall’alto, sono in tanti coloro che stanno seriamente pensando di dare un taglio a rapporti con fidanzate, amanti e affini, impauriti di incappare nello scandalo di turno, serio e semiserio, che può compromettere definitivamente la sua immagine e la sua onorabilità.
Naturalmente non mancano tra costoro anche quelli a cui non è sembrato vero poter licenziare mogli o mariti legittimi o fidanzati ufficiali. Non si sa mai, con l’aria che tira potrebbero sempre saltare fuori storie di violenza, con tanto d’agguato sessuale e, dunque, per la gioia di qualche eminenza vaticana, è ora di dir basta a storie di sesso e conviene darsi ad una santa castità.
Alcuni amici nostri, sebbene abbiano preso questa decisione e dovrebbero sentirsi tranquilli, a scanso d’ogni equivoco ci hanno confessato di andare in giro con tanto di registratore e annessa micro camera, sì da potere esibire prova inconfutabile della propria rettitudine in caso di necessità.
Una signora, poi, ha ammesso di essersi dotata di mini microfono e minicam e di averli collocati in zone strategiche della propria biancheria, così nessuno sarebbe in grado di poter smentire le prove inconfutabili di assalti non graditi. Ovviamente, la poveretta trascura il rischio che corre nel dover dimostrare che non fu lei a provocare in qualche modo i tentativi d’effrazione, ma si sa che rischi sono impliciti in ogni cosa che si fa.
Ma chi fosse convinto che la messa al bando dell’altrui sesso costituisca una garanzia è evidentemente in grave errore. Nella’epoca promiscua in cui viviamo, complicata dalla presenza di signore che a guardar bene tali non sono o distinti professionisti che celano sotto la cravatta un appetitoso corpicino da modella, con tanto di attributi, è persino consigliabile dotarsi di un comodo e confortevole scafandro da passeggio con tanto di dadi di serraggio, almeno, se sorpresi in compagnia di questi definiti travestiti si sarà in grado di dimostrare che, nella frequentazione, non v’erano finalità lubriche, stando al senso morale dominante.
Per chi comunque non riuscisse a rinunciare ad un’avventuretta fuori porta, sarà comunque il caso assumere tutte le precauzioni possibili: oltre ai classici cappello e barba finta, - se l’incontro clandestino è programmato con un’esponente del gentil sesso, - usare un’auto a noleggio per recarsi sul luogo del rendez-vous, possibilmente sprovvisti di telefonino. Se l’appunta l’appuntamento fosse invece con un uomo, andrà a pennello una bella tuta da meccanico o un corredo da elettricista per sviare le attenzioni degli eventuali curiosi. Naturalmente, prima di ogni approccio al partner, è vivamente consigliata una scrupolosa verifica nel luogo in cui dovrebbe avvenire il congresso carnale dell’esistenza di eventuali strumenti di intercettazione e di filmatura e, a questo fine, un’adeguata valigetta con l’occorrente per bonifiche ambientali non va trascurata.
Siamo certi che se il buon Marrazzo, ex presidente della Regione Lazio, e il professor Elio Rossitto, eminente docente d’economia all’università di Catania, - giusto per citare gli ultimi due casi di piccanteria nazionale, - avessero seguito queste regole elementari, con ogni probabilità delle loro evasioni dalla gretta routine non avrebbero mai parlato i media, né a guisa di mostri, sarebbero stati sbattuti in prima pagina ed esposti al pubblico ludibrio. Sì, perché nel terzo millennio sembrerebbe in voga giudicare gli individui non per ciò che effettivamente fanno nell’espletamento delle incombenze pubbliche loro attribuite, ma solo sulla scorta di come usano i loro attributi.
Tutto ciò non può non generare il sospetto che, in realtà, sia l’ennesima trappola per obnubilare la mente della gente, che ormai non riesce più a distinguere ruoli pubblici e privati, né a discernere le differenze che soggiacciono al comportamento del fedifrago tout court e di colui che, per soddisfare un istinto, profitta del proprio ruolo pubblico e promette o dispensa qualcosa in cambio del favore sessuale ricevuto.
La distinzione non è secondaria, poiché non v’è dubbio alcuno sul fatto che ciascuno è libero di gestire il proprio privato come meglio crede, ma a nessuno può essere consentito che tale privato sfoci nel pubblico e preveda la dispensa di gratificazioni a carico della collettività o che discrediti il valore delle istituzioni. E chi non è in grado di comprendere questo fondamentale spartiacque non solo è indegno delle cariche che ricopre, ma merita punizioni esemplari e commisurate al livello di responsabilità che gli deriva dalla carica ricoperta.
Comandare è meglio che fottere, dice un vecchio proverbio siciliano, ma a quanto pare chi comanda, forte del proprio potere, pretende di fare le due cose impunemente a spese della collettività.
(nella foto, il professor Elio Rossitto dell'università di Catania, recentemente incappato in una vicenda boccaccesca dai risvolti ancora da chiarire)

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