lunedì, novembre 02, 2009

Ti dò se me la dai


Lunedì, 2 novembre 2009
Elio Rossitto, docente di economia all’università di Catania, facoltà di Scienze Politiche, e docente al Kore di Enna, è nell’occhio del ciclone. Una storia di sesso tentato, - almeno stando alle accuse di una studentessa che frequentava i suoi corsi, - in cambio di un presunto favore al successivo esame di economia.
La storia è di quelle appetitose, dato che a Catania, a parte qualche scippo, una rapina episodica, qualche morto ammazzato nella guerra tra clan mafiosi, strade dissestate e cumuli di spazzatura qua e là, non succede granché. Allora la storia, un po’ boccaccesca e po’ comica, diventa subito cronaca e oggetto di animate discussioni e confronti nei bar, nelle strade, nei luoghi di lavoro e, ovviamente, in università, dove il professor Rossitto è personaggio assai noto non solo come docente, ma come ex consigliere di presidenti di Regione, Lombardo compreso, tant’è che alcuni anni or sono si trovò coinvolto in un caso di tangenti al punto da rischiare decisamente grosso.
Sebbene il caso in cui si vede coinvolto sia tutto da chiarire e, soprattutto, da dimostrare, in città non si parla d’altro, del professore con il vizietto del baratto, del docente stregato dalle sottane al punto da non farsi scrupolo dal mettere sul piatto, - ma sarebbe il caso di dire sul materasso, - promozioni facili e voti eccellenti a quante si rendevano o si sarebbero rese disponibili alle sue avance.
Certo, nella vicenda in corso sarà interessante capire la ragione per la quale la signorina che lo accusa abbia accondisceso all’incontro piccante e poi si sia rifiutata di giacere ai voleri dell’attempato professore. Parimenti non è chiara la ragione per la quale si sia presentata all’appuntamento in un motel di periferia scortata da una troupe televisiva, che avrebbe dovuto immortalare l’incontro.
Vendetta? Pentimento? Ricerca di notorietà? All’inchiesta l’ardua sentenza, poiché con i dati disponibili al momento è difficile propendere per un’ipotesi precisa. Lo stesso Rossitto continua a ripetere che s’è trattato di un tranello nel quale è ingenuamente caduto, pur non negando che nelle sue intenzioni ci fosse l’obiettivo di trascorrere qualche ora lieta con la studentessa e che la camera d’albergo prenotata non fosse propriamente il luogo nel quale s’impartiscono ripetizioni.
Peraltro il tapino, quasi a sostenere un’improbabile discolpa, continua a ripetere che tra lui e la giovanetta nulla v’è stato, essendosi trattenuti in quella che avrebbe dovuto essere un’alcova solo quattro minuti, a suo dire insufficienti per consumare il progettato congresso carnale, così trascurando l’importante particolare che, data la sua età, i tempi necessari avrebbero potuto persino risultare più contenuti. Dal suo canto, la giovane studentessa conferma sul fatto che nulla è accaduto, pertanto la rilevanza giudiziaria del caso è circoscritta all’ipotesi che l’incontro galeotto si sia realizzato solo in funzione delle promesse ricevute, cioè di superare a pieni voti l’esame in cambio della concessione delle proprie grazie, in coerenza con quel che sembra ormai un consolidato meccanismo trasversale di baratto, improntato al “ti-dò-se-me-la-dai”.E accanto metteteci ciò che volete: la materia, la candidatura, la promozione, il lavoro e via discorrendo.
Particolare non trascurabile è comunque l’assenza di qualsiasi esame in programma alla facoltà di Scienze Politiche di Catania per la materia insegnata da RossittoNel frattempo, mentre la vicenda si arricchisce di ulteriori particolari improbabili passando di bocca in bocca e si scaldano le assemblee studentesche, scese in campo per chiedere giustizia di un docente che, a quanto pare, di femmine ne avrebbe sciupato a iosa, il senato accademico e la magistratura cercano di trovare il bandolo della matassa. E chissà che alla fine non venga fuori anche il nome di qualche studentello, ché quando piove le lumache vengon fuori e, coi tempi che corrono, parrebbe strano che i vizietti del mostro di turno, nella loro tragica normalità, non abbiano qualcosa d’anormale.
(nella foto, la sede dell'Università di Catania)

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