giovedì, novembre 25, 2010

Clima da Ballarò o da Kalsa?

Giovedì’, 25 novembre 2010
Pubblichiamo la lettera di un lettore indirizzata al presidente del consiglio, nella quale, prendendo spunto dall’intervento di Berlusconi alla nota trasmissione Ballarò di Giovanni Floris, si esprime un parere generale sull’immagine del premier e sull’operato del suo governo. La lettera contiene valutazioni condivisibili, sebbene chi scrive non si annoveri tra i sostenitori elettorali del PdL e, per questa ragione, sarebbe stato grato anche al suo estensore se già dal 2008, anno del reinsediamento dell’attuale governo, gli fosse stata risparmiata un’esperienza fallimentare della politica e della gestione del Paese, da ritenersi più che scontata alla luce di quanto era già accaduto nel 1994 con il primo esecutivo Berlusconi.

Egregio Presidente,
ieri sera ho assistito alla sua telefonata nel corso della trasmissione Ballarò di Giovanni Floris e, le confesso, sono rimasto basito dal tono del suo blitz, oltre che da un comportamento che, definire di esemplare cafonaggine, non credo renda sufficiente idea.
Contrariamente a ciò che lei pensa, non sono di sinistra, ma un elettore della sua area politica, che al tempo le ha dato fiducia convinto che nella sua prima esperienza di governo non l’avessero messa in condizione di governare quest’Italia, piccola ma assai complessa, e dunque avesse il diritto e la capacità di dimostrare la bontà del suo programma per trascinarci dignitosamente fuori da una crisi che ci ha messo nell’angolo.
La sua sortita di ieri, purtroppo, non è una novità, in quanto non è la prima volta che si preoccupa d’imbracciare il telefono, - mi consenta, ma non uso il verbo a caso, - per intervenire nel corso di trasmissioni televisive e, dichiarando di voler chiarire il suo punto di vista, finisce invece per sferrare aggressioni senza precedenti ai danni dei conduttori che considera nemici o manipolatori del suo pensiero, peraltro ad ogni tentativo di condurre il suo intervento in un alveo di civile confronto, con una veemenza che finisce non solo per offendere chi l’ascolta, ma tutti i cittadini abbonati, che non meritano d’assistere ad un’incomprensibile gazzarra che finisce per non chiarire assolutamente nulla.
Ha fatto assolutamente bene a rammentare al conduttore di turno che la televisione non è una sua proprietà privata, ma appartiene ai cittadini che pagano il canone. Ma non è condivisibile e giustificato che il primo a stracciare questo sacrosanto appello sia lei, che irrompe arrogandosi il diritto di dire la sua, tra l’altro nascondendosi dietro ad una cornetta telefonica anziché presenziare di persona, e negando al malcapitato di turno di precisare o motivare il senso delle affermazioni che l’hanno turbata. Questi blitz nulla hanno di par condicio, ma si somigliano più propriamente ad abusi d'autorità.
D’altra parte, quando come ieri si stava dibattendo sulla mancata realizzazione di impegni che lei s’era assunto in merito alla drammatica situazione dei rifiuti in Campania, non v’è alcun giustificato motivo per strillare o tacciare di sinistrismo preconcetto chi si sta solo limitando a prendere atto di ciò che mostrano tutti i servizi televisivi, anche delle sue televisioni. Che poi le sue promesse di far piazza pulita entro dieci giorni siano state travisate, come pare accada troppo spesso, non credo possa farsi colpa né a Floris né ai commissari comunitari che, dopo un sopralluogo, hanno dichiarato che a Napoli la situazione rifiuti è del tutto analoga a quella rilevata due anni or sono, se non peggiorata, visto che il tempo è passato e nulla o poco s’è fatto. Resta il fatto che la sua promessa di risolvere la questione entro dieci giorni è stata capita così da tutti gli Italiani che l’hanno sentita o hanno letto i giornali, i suoi compresi, pertanto il suo intervento teso a smentire non si sa bene cosa credo abbia solo nuociuto alla sua immagine, che è apparsa quella di un uomo divorato da faziosità arrogante e disperata.
Mi permetto di dirle, - e con questo facendomi anche portavoce di amici e conoscenti con i quali spesso dibattiamo di politica, - che il presidente che vorremmo non è certo un uomo che fa parlare di sé per gli eccessi della vita privata, che ha il diritto di gestirsi come le pare, ma che non può protestare per le censure che gli vengono mosse, né, tantomeno, per la sufficienza con la quale assume impegni che non è, nei fatti, in grado di onorare. Questo è un Paese nel quale 50 anni di DC e di governicchi vari hanno tirato avanti con gli specchietti per le allodole, ma è anche il Paese che non è più disposto a subire l’imposizione di sacrifici che non conducano ad una situazione di maggiore benessere per tutti e ad una normalizzazione delle condizioni di vita.
Oggi il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, ha detto che la fase del “one man show” è finita e bisogna passare a quella nuova della gestione corale, di squadra. Non so se nel fare quest’affermazione Montezemolo si riferisse al suo governo, Presidente, ma è certo che la concezione di democrazia che hanno i cittadini è diversa dalla logica della caserma, con tanto di gerarchie militari che si arrogano il dritto di imporre la propria opinione o d’impartire ordini e comandi, che sembra presente nel PdL e di cui lei viene ritenuto più il scaposcuola, non è più condivisibile, così come non è più tollerabile l’evidente pochezza d’idee con la quale i suoi ministri affrontano le questioni della vita pubblica, dalle spinose alle banali. E a questo proposito, per fare un esempio su fatti recentissimi, dica al suo nuovo ministro Romani che di scemenze gli Italiani ne hanno sentite già troppe e, pertanto, avrebbe potuto risparmiarci l’ultima stupidità come l’obbligo di corrispondere il canone RAI sul semplice presupposto di usufruire di un contratto di fornitura d’energia elettrica. A quando l’obbligo di corrispondere una tassa di proprietà sull’auto, che magari non si possiede, sulla base del possesso di un garage possibilmente adibito a cantina?
Queste iniziative, caro Presidente, probabilmente per lei del tutto banali, ma per tanti spia di un’assoluta pochezza d’idee e di crescente confusione mentale del suo governo, le tolgono credibilità e rischiano di divenire macigni sotto i quali seppellire definitivamente la sua sfortunata esperienza.
Con la speranzosa certezza che vorrà tenere conto di quest’opinione d’un cittadino suo elettore, le rinnovo la stima più profonda.

m.p.

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