domenica, luglio 17, 2011

Casta ignobile nemica del popolo

Domenica, 17 luglio 2011
Scrivono gli storici: “Durante i regni di Luigi XV e Luigi XVI (tra l’inizio e la fine del 1700, ndr) diversi ministri, Jacques Necker in primis, cercarono di risanare la situazione economica della Francia. Essi si dedicarono principalmente alla modifica del sistema tributario, in modo da renderlo più equo ed uniforme, ma non vi riuscirono, in quanto tali iniziative incontrarono una forte opposizione da parte di nobiltà e clero. Il 19 febbraio 1781 Necker rese pubblico il bilancio dello Stato, il quale percepiva 503 milioni di livre (moneta francese sino al 1795, ndr) di entrate contro 629 milioni di spese; il debito pubblico ammontava a 318 milioni, l'equivalente alla metà delle spese. Un dato che scandalizzò fortemente l'opinione pubblica fu la spesa personale sostenuta dalla corte, pari a 38 milioni per feste ed appannaggi per i cortigiani – nobili e clero rappresentavano al tempo appena il 2% della popolazione transalpina - in un periodo di fame e miseria per la quasi totalità della popolazione francese. Charles Alexandre de Calonne, ministro delle Finanze dal 1783, intraprese una politica volta a convincere i potenziali creditori che la Francia godeva di un'ottima solidità finanziaria. Nel breve termine sperava in una dimostrazione di supporto da parte dell'Assemblea dei Notabili, che avrebbe permesso di ottenere dei prestiti con cui far fronte alle spese. In seguito, con uno studio dettagliato della situazione finanziaria, si rese conto che la sua politica economica non era sostenibile e indicò il bisogno di fare delle importanti riforme. In particolare propose un codice tributario uniforme per le proprietà terriere, con il quale tutti sarebbero stati tassati senza eccezioni, nobiltà e clero compresi. Quando Calonne, il 22 febbraio 1787, espose la necessità di attuare la riforma proposta, l'Assemblea dei Notabili, formata principalmente da una nobiltà benestante non intenzionati a pagare nuove imposte, rifiutò di accettare le sue soluzioni. Nel frattempo le finanze francesi erano alla bancarotta: i prestiti ammontavano a 1.646 milioni di livre e c'era un deficit annuale di 46 milioni.
Luigi XVI, capendo che Calonne non era in grado di gestire la situazione, il 1º maggio 1787 lo sostituì con il suo principale critico, il presidente dell'Assemblea dei Notabili e leader dell'opposizione, Étienne-Charles de Loménie de Brienne, arcivescovo di Tolosa. Brienne tentò di far approvare le riforme proposte da Calonne, ma queste incontrarono nuovamente una forte opposizione soprattutto dal Parlamento di Parigi (organo giudiziario con funzioni di controllo sulla legittimità degli atti ma privo di funzioni politiche). Successivi tentativi di modifica al sistema tributario provocarono un'ulteriore massiccia resistenza dei gruppi benestanti, che portò al ritiro dei prestiti di breve durata. In quel momento questi prestiti davano ossigeno e vita all'economia dello Stato francese ed il loro venir meno provocò una situazione di bancarotta nazionale.
Si cominciava a diffondere l'idea che solo un organo rappresentativo di tutta la Nazione, come gli Stati Generali, avrebbe potuto votare l'applicazione di nuove riforme. Il 18 dicembre 1787 Luigi XVI promise di convocarli entro cinque anni.
Nel maggio del 1788 a Grenoble le proteste delle famiglie, toccate profondamente dalla crisi economica, aumentarono notevolmente. L'esercito fu obbligato ad intervenire il 7 giugno, venendo accolto da tegole lanciate dai cittadini saliti sui tetti. Conseguentemente a questo avvenimento, il 21 luglio un'assemblea formata da nobiltà, clero e terzo stato si riunì al Castello di Vizille (vicino a Grenoble), dove decise di mettere in atto lo sciopero delle imposte. Incapace di ristabilire l'ordine, Luigi XVI l'8 agosto annunciò la convocazione degli Stati Generali per l’anno successivo, il 5 maggio 1789. Il 25 agosto Brienne rinunciò all'incarico di Ministro delle Finanze e al suo posto venne richiamato Necker.
La convocazione degli Stati Generali non produsse alcun effetto nella risoluzione dei problemi della Francia. Anzi quella riunione fu l’inizio della fine della monarchia assoluta: il 14 luglio 1789 dopo alcune settimane di disordini montanti, scoppiò un’insurrezione che, nel tentativo di procurare armi alla popolazione scesa per le strade, portò alla presa della Bastiglia, ritenuto il luogo in cui sarebbe stato possibile rifornirsi anche di munizioni”.
Questi avvenimenti, noti a universalmente, per quanto lontani nel tempo sembrano oggi ritornati di drammatica attualità. Basti pensare alla situazione di dell’Italia e delle recentissime misura assunte dalla maggioranza di centro-destra. Un Italia stremata da una crisi apparentemente irrisolvibile e da una casta politica che per mitigare gli effetti di quella crisi non trova di meglio che surclassare di tasse, gabelle, imposte, accise, ticket e quant’altro di vessatorio è immaginabile una popolazione trascinata da disoccupazione, inflazione e oneri allucinanti in uno stato d’indigenza senza precedenti.
Tutto questo nell’indifferenza più assoluta di una banda di ignobili politicanti che, come la nobiltà ai tempi di Luigi XVI, pensa solo a scaricare il costo della crisi senza ammettere un solo sacrificio per se stessa, una qualche piccola rinuncia ai mille privilegi che possa dare al popolo il segno che nell’ora dell’emergenza tutti concorrono al risanamento dello stato.
Davanti a tanto disprezzo per i cittadini c’è da sperare che presto si prenda coscienza di uno stato di cose giunto ormai ad un livello insopportabile, che deve condurre senza indugio a liberarsi con ogni mezzo di queste orride mignatte che succhiano il sangue della gente senza tregua e senza pietà, abbandonandosi ad ogni ignobile misfatto pur di appagare i propri desideri e garantire la propria posizione di privilegio.
Non può più consentirsi nella nostra epoca la perpetuazione di sistemi che consentono a pochi di vivere nell’agio e nella mollezza garantita e a tantissimi di non arrivare a fine mese. Una classe politica che assume assurdi comportamenti di questa natura è nemica del popolo è va azzerata con qualunque mezzo.

(nella foto, immagini dei disordini scoppiati in Grecia in seguito ai provvedimenti anticrisi assunti dal governo)

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