Servitori dello stato o della casta?
Martedì, 19 luglio 2011
(nella foto, Beppe Pisanu, presidente della cossissione Antimafia)
Come i lupi perdono il pelo ma non il vizio. L’ipocrisia del potere non ha limite e così la casta continua imperterrita ad ostentare i propri privilegi, incurante dello sdegno popolare montante e della rabbia che giorno dopo giorno assale i cittadini sempre più vessati.
Il sepolcro imbiancato di turno è questa volta niente meno che Giuseppe Pisanu, presidente della commissione parlamentare Antimafia, che venerdì 15 decide di tornare da Roma nella sua Sardegna, a bordo di un volo di linea per Alghero.
L’onorevole viaggia in compagnia della moglie ed è seduto nelle prime file e, all’atterraggio dell’aereo, il comandante del volo blocca i passeggeri, in attesa che la scorta di Pisanu salga a bordo a prendergli il bagaglio a mano, una piccola borsa e uno zainetto, evidentemente troppo pesanti per le braccia del parlamentare. Sulla pista ad attendere Pisanu alcuni ufficiali dei carabinieri in alta uniforme, più altri militari e poliziotti. In tutto almeno una decina di persone. Un’accoglienza da visita di Stato: peccato che l’onorevole Pisanu non fosse in visita ufficiale. Stava semplicemente rientrando a casa, un viaggio privato, con moglie al seguito, come migliaia di cittadini.
Fin qui la cronaca, il racconto che TGCOM fa della vicenda, ponendosi il giusto interrogativo se la visita privata di un parlamentare, per quanto con un ruolo di un certo peso, giustifichi la necessità di schierare un drappello di militari delle forze dell’ordine in alta uniforme e se i costi di quest’accoglienza, ovviamente a carico della collettività, siano ammissibili con le naturali esigenze di sicurezza da garantire ad un rappresentante delle istituzioni. «Il fatto che proprio quel giorno fosse entrata in vigore la manovra finanziaria che ha chiesto lacrime e sangue ai cittadini, lasciando inalterati i privilegi della casta, ha reso per i passeggeri del volo Roma-Alghero ancora più insopportabile la vista degli alti ufficiali, delle loro decorazioni e della scorta dedita a reggere la borsa alla moglie di Pisanu.» - sottolinea impietosamente TGCOM - «Sull’aereo molti leggevano i giornali cercando di capire quanto sarebbero costate alle loro tasche le misure appena approvate. E forse per questo qualcuno non s’è trattenuto dal gridare un “si vergogni”, mentre l’onorevole Pisanu se ne andava via con il costoso seguito e la gentile consorte, per ironia della sorte avvolta in una pashmina tricolore. Povera Italia.»
L’onorevole Pisanu ha comunque sentito il dovere di replicare alla denuncia del TGCOM con una nota che, nella sostanza, nulla toglie all’inopportunità di allestire uno spettacolo così poco edificante in occasione di un viaggio privato: «In relazione alla notizia data dal TGCOM alle ore 11.44 di oggi, desidero precisare quanto segue: per ragioni di salute mancavo dalla Sardegna da oltre un mese. Al mio arrivo venerdì scorso sul volo di linea, sono venuti a salutarmi, certamente di loro spontanea volontà, alcuni componenti delle forze dell’ordine. Chi mi conosce sa che con loro intrattengo rapporti eccellenti. Quanto alla mia sobrietà basta guardare l’attività della Commissione Antimafia che ho l’onore di presiedere: si vedrà facilmente che c’è più lavoro e meno spese, compreso l’azzeramento di quelle di rappresentanza».
E che l’onorevole Pisanu ci faccia così fessi da non doverci chiedere se i componenti delle forse dell’ordine venuti di loro “spontanea volontà” abbiano sentito il dovere di richiedere un permesso sul lavoro ai rispettivi superiori, pagando quindi di tasca loro il simpatico gesto di affettuosa accoglienza, è francamente cosa che ci indigna ancor di più. Né, tantomeno, rileva che il politico sardo precisi che con loro intrattenga “rapporti eccellenti”, tali da giustificare l’evidente e indebito utilizzo del tempo, regolarmente retribuito per dare la caccia ai malfattori, per allestire un comitato di ricevimento.
Evidentemente e al di là della comprensibile gratificazione per una concreta prova d’affetto dimostratagli da amici e conoscenti, Pisanu sottovaluta che, agli occhi del contribuente che paga, quei militari sono primariamente al servizio dello stato e non a quello del potere: se così non fosse chiunque avrebbe il diritto di chiedere al poliziotto o al carabiniere di turno, presente in tutti gli aeroporti della Penisola, di trasportargli il bagaglio o d’organizzargli un comitato di ricevimento per ogni viaggio che effettua. Infine, non interessa affatto che il nostro parlamentare, presidente dell’Antimafia, abbia ridotto le spese in budget alla sua commissione, non fosse perché questo era suo dovere da tempo, sussistendone le condizioni, e considerando che non si può arrogantemente chiedere solo ai cittadini di tirare la cinghia e dal proprio lato continuare imperterriti a scialacquare come se niente fosse.
La verità triste è che tutti son pronti a gridare alla necessità di imporre sacrifici agli altri e trovano sempre la giustificazione per il mantenimento della propria condizione di privilegio, anche la più smaccata e ingiustificabile.
Sul fronte opposto, non c’è certo da stupirsi se l’imbarbarimento della cultura e dei valori, peraltro avvenuto in un terreno di coltura assai prolifico nel nostro Paese, abbia consacrato la convinzione che certi funzionari pubblici nello svolgimento dei loro compiti siano più al servizio del potere che a quello dello stato.
Il sepolcro imbiancato di turno è questa volta niente meno che Giuseppe Pisanu, presidente della commissione parlamentare Antimafia, che venerdì 15 decide di tornare da Roma nella sua Sardegna, a bordo di un volo di linea per Alghero.
L’onorevole viaggia in compagnia della moglie ed è seduto nelle prime file e, all’atterraggio dell’aereo, il comandante del volo blocca i passeggeri, in attesa che la scorta di Pisanu salga a bordo a prendergli il bagaglio a mano, una piccola borsa e uno zainetto, evidentemente troppo pesanti per le braccia del parlamentare. Sulla pista ad attendere Pisanu alcuni ufficiali dei carabinieri in alta uniforme, più altri militari e poliziotti. In tutto almeno una decina di persone. Un’accoglienza da visita di Stato: peccato che l’onorevole Pisanu non fosse in visita ufficiale. Stava semplicemente rientrando a casa, un viaggio privato, con moglie al seguito, come migliaia di cittadini.
Fin qui la cronaca, il racconto che TGCOM fa della vicenda, ponendosi il giusto interrogativo se la visita privata di un parlamentare, per quanto con un ruolo di un certo peso, giustifichi la necessità di schierare un drappello di militari delle forze dell’ordine in alta uniforme e se i costi di quest’accoglienza, ovviamente a carico della collettività, siano ammissibili con le naturali esigenze di sicurezza da garantire ad un rappresentante delle istituzioni. «Il fatto che proprio quel giorno fosse entrata in vigore la manovra finanziaria che ha chiesto lacrime e sangue ai cittadini, lasciando inalterati i privilegi della casta, ha reso per i passeggeri del volo Roma-Alghero ancora più insopportabile la vista degli alti ufficiali, delle loro decorazioni e della scorta dedita a reggere la borsa alla moglie di Pisanu.» - sottolinea impietosamente TGCOM - «Sull’aereo molti leggevano i giornali cercando di capire quanto sarebbero costate alle loro tasche le misure appena approvate. E forse per questo qualcuno non s’è trattenuto dal gridare un “si vergogni”, mentre l’onorevole Pisanu se ne andava via con il costoso seguito e la gentile consorte, per ironia della sorte avvolta in una pashmina tricolore. Povera Italia.»
L’onorevole Pisanu ha comunque sentito il dovere di replicare alla denuncia del TGCOM con una nota che, nella sostanza, nulla toglie all’inopportunità di allestire uno spettacolo così poco edificante in occasione di un viaggio privato: «In relazione alla notizia data dal TGCOM alle ore 11.44 di oggi, desidero precisare quanto segue: per ragioni di salute mancavo dalla Sardegna da oltre un mese. Al mio arrivo venerdì scorso sul volo di linea, sono venuti a salutarmi, certamente di loro spontanea volontà, alcuni componenti delle forze dell’ordine. Chi mi conosce sa che con loro intrattengo rapporti eccellenti. Quanto alla mia sobrietà basta guardare l’attività della Commissione Antimafia che ho l’onore di presiedere: si vedrà facilmente che c’è più lavoro e meno spese, compreso l’azzeramento di quelle di rappresentanza».
E che l’onorevole Pisanu ci faccia così fessi da non doverci chiedere se i componenti delle forse dell’ordine venuti di loro “spontanea volontà” abbiano sentito il dovere di richiedere un permesso sul lavoro ai rispettivi superiori, pagando quindi di tasca loro il simpatico gesto di affettuosa accoglienza, è francamente cosa che ci indigna ancor di più. Né, tantomeno, rileva che il politico sardo precisi che con loro intrattenga “rapporti eccellenti”, tali da giustificare l’evidente e indebito utilizzo del tempo, regolarmente retribuito per dare la caccia ai malfattori, per allestire un comitato di ricevimento.
Evidentemente e al di là della comprensibile gratificazione per una concreta prova d’affetto dimostratagli da amici e conoscenti, Pisanu sottovaluta che, agli occhi del contribuente che paga, quei militari sono primariamente al servizio dello stato e non a quello del potere: se così non fosse chiunque avrebbe il diritto di chiedere al poliziotto o al carabiniere di turno, presente in tutti gli aeroporti della Penisola, di trasportargli il bagaglio o d’organizzargli un comitato di ricevimento per ogni viaggio che effettua. Infine, non interessa affatto che il nostro parlamentare, presidente dell’Antimafia, abbia ridotto le spese in budget alla sua commissione, non fosse perché questo era suo dovere da tempo, sussistendone le condizioni, e considerando che non si può arrogantemente chiedere solo ai cittadini di tirare la cinghia e dal proprio lato continuare imperterriti a scialacquare come se niente fosse.
La verità triste è che tutti son pronti a gridare alla necessità di imporre sacrifici agli altri e trovano sempre la giustificazione per il mantenimento della propria condizione di privilegio, anche la più smaccata e ingiustificabile.
Sul fronte opposto, non c’è certo da stupirsi se l’imbarbarimento della cultura e dei valori, peraltro avvenuto in un terreno di coltura assai prolifico nel nostro Paese, abbia consacrato la convinzione che certi funzionari pubblici nello svolgimento dei loro compiti siano più al servizio del potere che a quello dello stato.
(nella foto, Beppe Pisanu, presidente della cossissione Antimafia)
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