venerdì, agosto 26, 2011

Sei ladro? Meriti un posto di potere!

Venerdì, 26 agosto 2011
Ladro!, cos’altro definire il signor “onorevole” (per i suoi pari!) Aldo Brancher, ministro per 17 giorni di questa svergognata repubblica del plurinquisito Silvio Berlusconi, che adesso torna alla ribalta delle cronache per aver assunto, in silenzio e senza che nessuno abbia contestato la cosa, la presidenza dell’Odi (organismo di indirizzo) istituito nel gennaio di quest’anno con la firma di Tremonti e Berlusconi.
Un altro ente inutile, almeno per la collettività, ma sicuramente utile al mariuolo di turno, che perso il posto da ministro (sebbene fortunatamente senza portafoglio!) è stato sistemato alla presidenza di un organismo che curerà la spartizione di 160 milioni tondi entro la fine di quest'anno, con sede a Verona e personale distaccato dal potente ministero dell’Economia.
I soldi sono destinati ai soli comuni veneti e lombardi delle fasce di confine con Trento e Bolzano. L'idea era stata lanciata già nel 2008 per frenare la mini-secessione dei centri di montagna, che progettavano di abbandonare le regioni padane per entrare nelle ricche province a statuto speciale. Così, per frenare quest’emorragia cosa ci si poteva inventare di più suggestivo se non una sorta di “Caritas” pubblica, che dispensa sussidi milionari – c’è solo da immaginare i metodi! - alle amministrazioni recalcitranti attratte dalle ben più generose Regioni con autonomia di spesa e di gestione del tutto speciale.
A darne notizia è l’Espresso, il settimanale del gruppo Caracciolo-De Benedetti, che non mancherà di subire chissà quali feroci attacchi per aver rivelato al grande pubblico un’altra delle vergognose iniziative di una classe politica di governo la cui etica vale meno di un sacco di buon stallatico.
E la critica non va tanto nella direzione della creazione di un altro baraccone inutile a danno della spesa pubblica, quanto al fatto che un ladro conclamato, riconosciuto tale da una sentenza definitiva della Cassazione e salvato dalla gattabuia dall’indulto, sia stato posto a presiedere, con tanto di amministrazione di denaro collettivo, quel baraccone. Sì, perché i costi di finanziamento del baraccone sono a carico delle due province autonome di Trento e Bolzano, che, per inciso, non sono amministrate dal centrodestra, mentre, oltre a nominare gli otto componenti dell'Odi (quattro per il governo, quattro per gli enti locali), è lo stesso decreto Berlusconi-Tremonti a regalare a Brancher la poltronissima di "presidente, in rappresentanza del ministero dell'Economia, per i prossimi cinque anni".
L'atto governativo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 22 marzo, è entrato in vigore d'urgenza la mattina successiva, - informa l’Espresso. Appena tre settimane prima, l'”onorevole” ex dirigente Fininvest, si era visto confermare dalla Corte d'Appello la condanna a due anni di reclusione, graziati dall'indulto, con l'accusa di aver intascato fondi neri per 827 mila euro, intascati in parte attraverso contratti di comodo intestati a sua moglie Luana; in parte ritirati di persona, in contanti, in luoghi ameni e insoliti, come il parcheggio dell'autogrill di San Giuliano Milanese. Soldi sporchi, perché sottratti alle casse di una banca, la Popolare di Lodi, tra il 2001 e il 2005, quando a guidarla era Gianpiero Fiorani, che dopo l'arresto confessò anche quelle mazzette versate "in cambio dell'appoggio” del politico alle sue malefatte. In luglio la Cassazione ha riconfermato la colpevolezza del deputato, denunciando pure un suo tentativo di far saltare l'udienza finale, inventandosi un domicilio fittizio, nella speranza di salvarsi con la prescrizione, come era riuscito a fare già due volte, ai tempi di Tangentopoli. Tra un processo e l'altro, nel 2001 Brancher è diventato parlamentare, sottosegretario del premier Berlusconi e nel 2010 ministro per 17 giorni, giusto il tempo di avvalersi della legge sul legittimo impedimento, poi dichiarata incostituzionale. Ora è un “onorevole” pregiudicato, per reati che dovrebbero sconsigliare di affidargli denaro pubblico: tecnicamente l'appropriazione indebita equivale a un furto aggravato, mentre l'accusa di ricettazione colpisce chi incassa un bottino rubato da altri ladri. Ovviamente di dimettersi dall’incarico nel baraccone, neanche a parlarne. E’ noto al mondo che la magistratura, quella rossa manco a dirlo, ce l’ha su con i politici, in particolare il Cavalier Viagra e, quando non possono arrivare a lui, con i suoi cortigiani.
In somma, un altro bell’esempio di buon governo della cosa pubblica, specialmente in questi giorni tragici di trattative febbrili all’interno della maggioranza su chi letteralmente “fregare”, imponendogli l’onere delle misure anticrisi.
Al cospetto di questa barbarie e immoralità ormai radicata viene da chiedersi se nel parlamento di questa repubblica farsa siedano onorevoli deputati o, più verosimilmente, disonorevoli pregiudicati.

(nella foto, Aldo Brancher)

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