Sempre più vicina l’ora della rivolta
Martedì, 30 agosto 2011
Qualche “villano temerario”, per dirla alla Manzoni, adesso protesta, alza il capo per far sentire la sua voce rabbiosa di dissenso nei confronti di una coalizione di governo che non ha pensato che a “fregare” la maggioranza del proprio elettorato sin dal proprio insediamento al potere.
Vi sta bene!, verrebbe voglia di dir loro, poveri e meschini illusi. Che l’accoppiata tra un cialtrone padano e un imbonitore brianzolo sarebbe stata in grado di traghettare l’Italia verso un futuro di florida ripresa economica e sviluppo sociale era una mortale illusione, che, per carità!, ognuno aveva il diritto di coltivare. Ma questo diritto sacrosanto questo sviscerato desiderio di suicidio di massa ha finito per coinvolgere l’intera nazione, compresi quanti, Cassandra in patria, avevano già previsto quel che sarebbe accaduto e avevano fatto appello al sordo buonsenso di quanti, con una croce su una scheda elettorale, hanno finito per firmare la condanna a morte dell’Italia intera.
Questa coalizione, segnata nel dna dalle perverse aspirazioni e dai malefici interessi dei suoi leader, ha portato il Paese ad un livello tale di disfatta che, persino Caporetto, meriterebbe di essere riclassificata tra le pagine festose della storia italica. Bossi da una parte, - un ottuso e volgare opportunista, assurto, nel vuoto delle idee e nello scempio dei valori, a protagonista illuminato e lungimirante della politica nostrana, - e Berlusconi dall’altra, - un personaggio oltre i limiti di ogni decenza in quanto a trasparenza, onestà, e ogni altra virtù decantata ad esempio di umano valore, - hanno trasformato lo Stivale in una cloaca senza confine, in cui è rimasto spazio solo per il trionfo degli egoismi più esasperati a danno di milioni di categorie eterogenee di disgraziati, che spaziano dai lavoratori dipendenti ai pensionati, dai giovani agli anziani, dai deboli per storia ed origine familiare ai perseguitati dalla natura come gli invalidi, dal sottoproletariato urbano ai ceti medi. Tutti indistintamente considerati meno che schiavi e a cui far pagare per intero e senza sconti il peso immane di una crisi economica delle quale sono stati incolpevoli spettatori e vittime.
Tutto questo per insaziabile sete di potere personale del signor Bossi, - un guitto senza dignità avvezzo all’insulto da angiporto e pronto a commettere le stesse porcherie condannate agli avversari per difendere i propri laidi interessi (la storia professionale del figlio Renzo, detto il Trota, ne è fulgido esempio), - e la guerra senza esclusione di colpi per evitare la gattabuia di Berlusconi, venduta a migliaia di coglioni come la conversione di uno squalo senza pudore e regole alle ragion di stato.
Oggi, a leggere sul Corriere della Sera i commenti della gente dopo l’ultimo “aggiustamento” alla criminale manovra economica varata dall’esecutivo, non può non provarsi un senso infinito di sconforto e d’amarezza. «Questa "manovra" è la solita presa in giro (elettorale), tolto la "schifezza" che hanno deciso sulle pensioni il resto non porterà neanche un euro in tasca di conseguenza fra sei/uno mesi/anno ci ritoccherà l'ennesima manovra ma questa volta sarà un salasso per tutti NOI "ricchi" dipendenti maledetto a me che li ho pure votati)!!!!!», scrive il lettore Dino Sauro. «Ero sulla soglia della pensione e mi hanno sbattuto la porta in faccia. Un grazie alla lega che ha calato le braghe senza pudore e diventa complice del furto ai danni di cittadini che la pensione e il tfr se lo sono guadagnato risparmiando ogni santo mese con le trattenute in busta paga. Nessuno dice che l'INPS che pure finanzia assistenza e previdenza (negli altri paesi l'assistenza è a carico della fiscalità generale) è in attivo con un saldo di bilancio di 5 mln di euro . Rubano i nostri sudati risparmi per non tassare i ricchi... per non tassare gli evasori , CHE SCHIFO», sottolinea tal “meltemi1”, seguito a ruota da “stillybee” che denuncia: «Non si potrà cioè più utilizzare il riscatto del corso di laurea". Questa si chiama truffa per chi ha pagato in toto o in parte con patti contrattuali precedenti. Una legge che sarà bloccata dalla Corte. Come al solito siamo in mano a dei dilettanti allo sbaraglio. E nessuno che se ne accorge?».
Non mancano i pericolosissimi richiami ad una mobilitazione generale, tutt’altro che pacifica, sintomo di un’insofferenza che sta ormai superando il livello di guardia. «Ci vorrebbe una mobilitazione generale permanente ... ma gli italiani sono troppo pecoroni... guardano al loro piccolo orticello senza pensare che prima o poi sparirà anche quello. ...complimenti alla Lega ... il segugio del padrone» è il grido accorato di “pizgross” seguito da “gionyk” che non manca di avanzare improbabili ma funesti paragoni con drammi sociali non lontani dai nostri confini: «ATTENZIONE: state rischiando di portare il paese come la Libia....penso che tra non molto succederà qualcosa di simile le dittature prima o poi crollano...violenza contro violenza».
In tutto questo viene da chiedersi cui prodest questa allucinante situazione nella quale il vezzo in voga sembra quello di voler rubare ai poveri per salvaguardare l’interesse dei ricchi. Pensa forse il signor Berlusconi di riguadagnarsi una rielezione nel 2013 con la comica battuta «Non abbiamo messo le mani in tasca agli Italiani»? Crede veramente, il tapino, che borseggiato i pensionati, congelato le retribuzioni dei pubblici dipendenti, azzerato le pensioni di sostegno ai disabili, falcidiato le risorse dei comuni, segato la sanità, ucciso l’istruzione pubblica e le altre innumerevoli follie non equivalga ad aver messo le mani nelle tasche degli italiani? Aver ostacolato con pervicace disprezzo del dramma sociale della maggioranza dei cittadini l’imposizione di una tassazione di capitali neri, di redditi milionari di calciatori e squali della finanza, crede possa costituire un buon viatico per la sua rielezione?
Non sappiamo francamente decifrare cosa abbia in testa il tycoon di Arcore e il suo baldo socio padano – ammesso che effettivamente nella testa qualcosa abbiano! Certo ci pare che il continuare in questo mortale gioco delle tensioni implichi pericolosissimi rischi per la democrazia e per il futuro del Paese, che dovrebbe far sorgere il sospetto di quanto appaia sempre più improbabile che al 2013 si possa arrivare con la testa saldamente attaccata al collo.
Vi sta bene!, verrebbe voglia di dir loro, poveri e meschini illusi. Che l’accoppiata tra un cialtrone padano e un imbonitore brianzolo sarebbe stata in grado di traghettare l’Italia verso un futuro di florida ripresa economica e sviluppo sociale era una mortale illusione, che, per carità!, ognuno aveva il diritto di coltivare. Ma questo diritto sacrosanto questo sviscerato desiderio di suicidio di massa ha finito per coinvolgere l’intera nazione, compresi quanti, Cassandra in patria, avevano già previsto quel che sarebbe accaduto e avevano fatto appello al sordo buonsenso di quanti, con una croce su una scheda elettorale, hanno finito per firmare la condanna a morte dell’Italia intera.
Questa coalizione, segnata nel dna dalle perverse aspirazioni e dai malefici interessi dei suoi leader, ha portato il Paese ad un livello tale di disfatta che, persino Caporetto, meriterebbe di essere riclassificata tra le pagine festose della storia italica. Bossi da una parte, - un ottuso e volgare opportunista, assurto, nel vuoto delle idee e nello scempio dei valori, a protagonista illuminato e lungimirante della politica nostrana, - e Berlusconi dall’altra, - un personaggio oltre i limiti di ogni decenza in quanto a trasparenza, onestà, e ogni altra virtù decantata ad esempio di umano valore, - hanno trasformato lo Stivale in una cloaca senza confine, in cui è rimasto spazio solo per il trionfo degli egoismi più esasperati a danno di milioni di categorie eterogenee di disgraziati, che spaziano dai lavoratori dipendenti ai pensionati, dai giovani agli anziani, dai deboli per storia ed origine familiare ai perseguitati dalla natura come gli invalidi, dal sottoproletariato urbano ai ceti medi. Tutti indistintamente considerati meno che schiavi e a cui far pagare per intero e senza sconti il peso immane di una crisi economica delle quale sono stati incolpevoli spettatori e vittime.
Tutto questo per insaziabile sete di potere personale del signor Bossi, - un guitto senza dignità avvezzo all’insulto da angiporto e pronto a commettere le stesse porcherie condannate agli avversari per difendere i propri laidi interessi (la storia professionale del figlio Renzo, detto il Trota, ne è fulgido esempio), - e la guerra senza esclusione di colpi per evitare la gattabuia di Berlusconi, venduta a migliaia di coglioni come la conversione di uno squalo senza pudore e regole alle ragion di stato.
Oggi, a leggere sul Corriere della Sera i commenti della gente dopo l’ultimo “aggiustamento” alla criminale manovra economica varata dall’esecutivo, non può non provarsi un senso infinito di sconforto e d’amarezza. «Questa "manovra" è la solita presa in giro (elettorale), tolto la "schifezza" che hanno deciso sulle pensioni il resto non porterà neanche un euro in tasca di conseguenza fra sei/uno mesi/anno ci ritoccherà l'ennesima manovra ma questa volta sarà un salasso per tutti NOI "ricchi" dipendenti maledetto a me che li ho pure votati)!!!!!», scrive il lettore Dino Sauro. «Ero sulla soglia della pensione e mi hanno sbattuto la porta in faccia. Un grazie alla lega che ha calato le braghe senza pudore e diventa complice del furto ai danni di cittadini che la pensione e il tfr se lo sono guadagnato risparmiando ogni santo mese con le trattenute in busta paga. Nessuno dice che l'INPS che pure finanzia assistenza e previdenza (negli altri paesi l'assistenza è a carico della fiscalità generale) è in attivo con un saldo di bilancio di 5 mln di euro . Rubano i nostri sudati risparmi per non tassare i ricchi... per non tassare gli evasori , CHE SCHIFO», sottolinea tal “meltemi1”, seguito a ruota da “stillybee” che denuncia: «Non si potrà cioè più utilizzare il riscatto del corso di laurea". Questa si chiama truffa per chi ha pagato in toto o in parte con patti contrattuali precedenti. Una legge che sarà bloccata dalla Corte. Come al solito siamo in mano a dei dilettanti allo sbaraglio. E nessuno che se ne accorge?».
Non mancano i pericolosissimi richiami ad una mobilitazione generale, tutt’altro che pacifica, sintomo di un’insofferenza che sta ormai superando il livello di guardia. «Ci vorrebbe una mobilitazione generale permanente ... ma gli italiani sono troppo pecoroni... guardano al loro piccolo orticello senza pensare che prima o poi sparirà anche quello. ...complimenti alla Lega ... il segugio del padrone» è il grido accorato di “pizgross” seguito da “gionyk” che non manca di avanzare improbabili ma funesti paragoni con drammi sociali non lontani dai nostri confini: «ATTENZIONE: state rischiando di portare il paese come la Libia....penso che tra non molto succederà qualcosa di simile le dittature prima o poi crollano...violenza contro violenza».
In tutto questo viene da chiedersi cui prodest questa allucinante situazione nella quale il vezzo in voga sembra quello di voler rubare ai poveri per salvaguardare l’interesse dei ricchi. Pensa forse il signor Berlusconi di riguadagnarsi una rielezione nel 2013 con la comica battuta «Non abbiamo messo le mani in tasca agli Italiani»? Crede veramente, il tapino, che borseggiato i pensionati, congelato le retribuzioni dei pubblici dipendenti, azzerato le pensioni di sostegno ai disabili, falcidiato le risorse dei comuni, segato la sanità, ucciso l’istruzione pubblica e le altre innumerevoli follie non equivalga ad aver messo le mani nelle tasche degli italiani? Aver ostacolato con pervicace disprezzo del dramma sociale della maggioranza dei cittadini l’imposizione di una tassazione di capitali neri, di redditi milionari di calciatori e squali della finanza, crede possa costituire un buon viatico per la sua rielezione?
Non sappiamo francamente decifrare cosa abbia in testa il tycoon di Arcore e il suo baldo socio padano – ammesso che effettivamente nella testa qualcosa abbiano! Certo ci pare che il continuare in questo mortale gioco delle tensioni implichi pericolosissimi rischi per la democrazia e per il futuro del Paese, che dovrebbe far sorgere il sospetto di quanto appaia sempre più improbabile che al 2013 si possa arrivare con la testa saldamente attaccata al collo.
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