martedì, giugno 26, 2012

La logica del muro basso



Martedì, 26 giugno 2012
L'ipotesi sarebbe contenuta nel pacchetto Spending Review su cui sta lavorando alacremente il super-commissario (ex liquidatore Parmalat) Enrico Bondi: ridurre a 5,29 euro l'importo dei buoni pasto per oltre 450 mila dipendenti pubblici di amministrazioni centrali e periferiche (gli statali).
Imporre a tutti questa cifra-tagliola significa risparmiare circa 10 milioni di euro in termini di spesa pubblica e si sa - in tempi di vacche magre - trovare nuove fonti di risparmio per scongiurare l'aumento dell'Iva di due punti previsto già a partire dal prossimo ottobre, provvedimento che costituirebbe un ulteriore colpo di maglio alla già agonizzante situazione dei consumi italiani, non è cosa da poco.
Fin qui la notizia, che fa emergere non tanto e solamente la drammatica carenza di idee dell’esecutivo di Monti, ma anche la tendenza a bastonare in una persecuzione senza fine una categoria di lavoratori che nel tempo una grossa componente del sindacato – quello che strizzava l’occhio a Sacconi e Brunetta – ha completamente consegnato nella mani della demagogia politica, convinta che le vessazioni cieche contro i pubblici dipendenti corrispondano al sentimento popolare di vendetta verso una categoria di lavoratori sostanzialmente parassitaria e che, per questo, va cancellata dalla carta geografica del mercato del lavoro.
Non sono bastati i tagli di stipendio, i blocchi dei rinnovi contrattuali, le assurde e penalizzanti modifiche al sistema pensionistico, i drastici tagli all’organico. Adesso per recuperare denaro alle disperate casse statali ci si inventa anche il taglio dei buoni pasto, sulla scia della famosa favola dell’asino di Buridano, con buona pace dei disastrati conti pubblici. Che la classe parassitaria e ladrona che siede in parlamento continui a godere di privilegi inauditi è irrilevante nell’ottica di una politica di contenimento dei conti pubblici. E’ più semplice attaccare l’apparato di produzione dei servizi alla collettività, piuttosto che ritoccare le assurde e principesche indennità di un pugno di conclamati perdigiorno, mollemente imboscati a palazzo Madama o a Montecitorio, che vivono nel lusso più sfrenato a totale carico dei contribuenti.
Mentre qui non ci si può augurare che gli scalcinati custodi dei musei italiani, piuttosto che i gli applicati di segreteria delle tante scuole della penisola, sappiano reagire con adeguato vigore a questo miserabile tentativo di privarli anche di un panino, ci sarebbe da chiedersi se le indiscutibili inefficienze e gli sprechi del pubblico impiego non dipendano piuttosto dalla profonda incapacità di chi è preposto a farli lavorare più che da una vocazione innata a poltriredi tanti padri di famiglia che occupano uffici e sedie sgangherate negli uffici dello stato. Sono questi provvedimenti il sintomo manifesto della logica del muro basso, secondo la quale quando l’asticella costituita dalla difficoltà dei problemi è molto bassa anche gli sciancati riescono a superarla saltando, illudendo il mondo e se stessi di essere atleti perfettamente in forma e di grande talento.
Le questioni legate alle spesa improduttiva ed agli sprechi non possono risolversi con tagli idioti privi di criterio logico, ma impongono analisi serie e approfondite che consentono d’individuare le aree di criticità, quelle a basso rendimento rispetto agli investimenti assunti, e là s’interviene senza indugio o debolezze clientelari per alienarsi l’appoggio del boss politico di turno, che su quelle sacche di investimento a perdere e di occupazione apparente basa il clientelare rapporto con il suo elettorato.
E dato che gli esempi di questo malaffare politico non mancano, vogliamo portarne uno all’attenzione di Monti e della sua squadra di sedicenti sapientoni.
A Siracusa, come in tante altre provincie italiane, è presente un Archivio di Stato, - un pubblico ufficio che raccoglie documentazione cartacea di storico interesse, al quale possono accedere i cittadini per ragioni di studio e di curiosità. Questo ufficio, dipendenza territoriale del ministero per i Beni Culturali, occupa una quarantina di dipendenti, suddivisi tra Siracusa e una sede distaccata situata nel comune di Noto.
Da una rilevazione statistica sul numero degli studiosi che accedono alla documentazione custodita presso tale ufficio è emerso drammaticamente che i frequentatori di questa benemerita biblioteca delle scartoffie sono mediamente 2 o 3 per settimana (circa una decina al mese), sostanzialmente concentrati nella sede di Siracusa, mentre nella sede di Noto, per il personale addetto alla custodia dei preziosissimi faldoni, la maggior parte delle giornate trascorre tra caccia alle mosche e certosina compilazione di cruciverba, dato che di gente là non ce ne va proprio.
Nonostante questa incredibile situazione, nota a livello ministeriale ed esempio di uno scialacquamento di pubblico denaro a dir poco esemplare, i nullafacenti dipendenti vengono chiamati a turnazioni ininterrotte, per garantire l’apertura dei locali sino alle 18:00 di ogni giorno, sabato compreso, con ciò godendo di miserrime quanto inopportune indennità di turno, riposi compensativi e altri ammennicoli, oltre allo stipendio mensile, per quanto magro.
Non è certo necessario fare cifre di stipendi, affitti, energia elettrica, custodia, polizze assicurative, telefoni e fax, e quant’altro annesso e connesso, per rendersi conto che se l’ufficio fosse definitivamente chiuso o, quanto meno, opportunamente ridimensionato i risparmi che si potrebbero realizzare sarebbero interessanti, anche perché la situazione di Siracusa non è certo l’unica d’Italia e c’è da credere che analoghi interventi di ridimensionamento operati a Catanzaro o a Macerata, così come a Belluno o Imperia, potrebbero fornire come per incanto contributi sostanziosi al pubblico bilancio.
E’ evidente, dunque, che l’azione di risparmio e di riduzione della spesa non passa primariamente per il taglio di un panino al prosciutto, ma per un’azione di contenimento dei costi della struttura inutile di cui è disseminata l’organizzazione della pubblica amministrazione italica. Non va inoltre trascurato che il taglio di queste appendici elefantiache e la riduzione di questa zavorra, consentirebbe anche una fortissima riduzione di poltrone, ben più profumatamente pagate. di apparati parassitari centrali, rappresentati da direttori, uffici di coordinamento, uffici ispettivi, capi settori e chi più ne ha più ne metta, che rappresentano quell’apparato burocratico pernicioso che molto spesso opera solo in funzione della giustificazione della sua presenza e non per la gestione di problematiche sussistenti.
Se tutto ciò è dunque palesemente inoppugnabile, vorremmo sapere dal signor Monti, che alla nomina di Sandro Bondi a capo del gruppo di lavoro per la revisione della spesa pubblica annunciò con tronfia soddisfazione che il quotato manager aveva rifiutato ben 150 mila euro di prebenda a titolo di rimborso spese, in base a quale logica a qualcuno venga riconosciuto un così sostanzioso diritto al pasto, mentre si specula sul panino di un usciere.

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