venerdì, gennaio 04, 2013

La morale di Satana



Venerdì, 4 gennaio 2013
Il caso di don Piero Corsi, il parroco di San Terenzo di Lerici che ha affisso un tazebao sul portone della sua chiesa con una reprimenda delirante contro le donne, è ben lungi dall’essersi conclusa.
Come abbiamo scritto, il baldo parroco appartiene ad una congregazione tra le più retrive e oscurantiste della Chiesa di Roma, quel Pontifex.it, che ammorba con insolenze e rigurgiti di velenosa restaurazione il web, nel tentativo vano di trascinare la società nel buio baratro di una medievale cultura in cui la donna – ma sarebbe più appropriato parlare di femmina – è simbolo del peccato, autrice delle tentazioni più innominabili e perversa ambizione delle squallide pulsioni maschili.
Com’era prevedibile, la congrega antistorica e frustrata dei prelati integralisti che in Pontifex.it si concentra ha ritenuto doveroso sciogliere la propria voce in difesa di don Piero Corsi, vittima a suo dire del pressappochismo con il quale saremmo costretti a vivere e del «comportamento ancora una volta patologico di larga parte del mondo dell'informazione», che quando tratta notizie riguardanti il mondo cattolico fa si che «s’assista a veri e propri cortocircuiti».
Il veleno che tali parole sprizzano non si origina dall’ondata d’indignazione suscitata dalle idiote considerazioni del parroco di San Terenzo a proposito del “femminicidio”, che sarebbe una sorta di epilogo naturale in risposta al comportamento civettuolo e provocante delle donne, ma nella notizia, poi smentita, che don Corsi, pentito delle frasi scritte sul suo infelice tazebao e sottoposto a provvedimento di disciplina da parte dei superiori, aveva deciso di dismettere l’abito talare.
Dunque, per gli autori di Pontifex.it, non crea scalpore un’esecrabile apologia di reato quale la soppressione di una donna a causa della sua presunta corruzione morale, anzi la vita di una donna, sospetta peccatrice perché ha abbandonato il focolare domestico per vestire i panni d’una emancipazione negata o per disporre della propria inviolabile persona come meglio crede al pari d’un uomo, non ha valore difronte a quella che si suppone una violazione della moralità e dell’etica ferme da secoli nella percezione della Chiesa.
Ma chi fosse convinto che alcune considerazioni espresse nello pseudo circolo massonico di Pontifex.it siano frutto di voci d’isolati irriducibili, si sbaglia. «Don Corsi non ha istigato alla violenza e in questa Chiesa tanto mal in arnese, succede che preti eretici come don Gallo possano liberamente dire la loro e don Corsi venga esiliato.- verga un corsivista che non dichiara il proprio nome, forse perché vinto dalla vergogna per il non senso delle cose che scrive. - «Ha ancora credibilità questa Chiesa post conciliare? - si chiede ancora l’intervistatore - Il Papa potrà organizzare anni ed anni della fede, ma certi vescovo ignavi e subordinati alle femministe, questa fede la fanno perdere. In sintesi, don Corsi è vittima del politicamente corretto, per aver detto che se una ragazzina gira in perizoma la sera, l'aggressione (da scongiurare e condannare come qualsivoglia violenza) potrebbe essere probabile visto il mondo che viviamo. E' solo questione di buon senso e di prudenza, al pari del missionario che non va con il crocifisso a Medina».
Anche padre Cipriano De Meo, noto esorcista, è stato coinvolto nella vicenda e a lui è stata girata la richiesta di commentare la questione don «Piero Corsi, il sacerdote di Lerici travolto per non... aver fatto nulla di male,» s’affretta a precisare l’intervistatore che poi chiede all’esorcista cosa pensi del libertinaggio «E’ immorale e va contro la legge di Dio, come la pornografia» risponde il prelato. “E le donne che si vestono succintamente”, incalza l’intervistatore? «Oltre che immorali, sono anche matte»: non c’è che dire, il riverito esorcista ci svela che anche parecchie donne come i gay sono affette da gravi insufficienze mentali che le rendono meritevoli d’attenzione clinica.
Monsignor Vincenzo Cozzi, vescovo emerito di Melfi, pur esprimendo la sua solidarietà al “povero” don Corsi s’esprime con toni assai più cauti. «Penso che i toni del suo volantino fossero un poco accesi e magari ci voglia maggior prudenza, ma nella sostanza e nel contenuto, senza generalizzare contro tutte le donne, don Piero ha ragione. Non ha mica detto una cosa lontana dal comune buon senso – ha dichiarato l’alto prelato - e se qualcuna va girando di notte in modo provocatorio rischia di essere violentata. Certo, la violenza va sempre combattuta, mai giustificata e contestata e don Piero lo ha fatto, non ha elogiato per nulla la violenza. Non so come quel volantino sia stato letto, magari con una certa distrazione. Io difendo il prete nel concetto, forse un poco meno nella forma».  
Intanto monsignor Luigi Ernesto Palletti, vescovo competente della curia di La Spezia, sotto la cui giurisdizione ricade Lerici, ha deferito il parroco alla CEI, che dovrà pronunciarsi ed assumere gli eventuali provvedimenti a carico del reprobo. Anche in questo caso gli ayatollah di Pontifex.it non demordono ed esprimono l’auspicio che le conclusioni della CEI  in merito all’accaduto  «riflettano l'opera di apostolato più che i diktat del mondo mediatico e di personaggi vari».
A noi francamente poco importa e delle farneticazioni di un prete invasato che delle conseguenze che il suo gesto potrà produrre nell’ambito della Chiesa. Ci pare però doveroso sottolineare che in un’ottica di netta separazione tra le questioni di fede e le questioni sociali e di costume dovrebbe sempre trionfare il rispetto e l’equidistanza, sì che la Chiesa non ricerchi nella presunta decadenza della morale e dell’etica alibi al proprio decadimento, né pretesti per abbarbicarsi ad arcaiche visione di società in cui la donna sarebbe colpevole delle violenze che subisce. D’altra parte il pulpito dal quale proviene la predica, con le violenze sui minori e con i tanti misfatti sessuali perpetrati sulle donne ai tempi dell’inquisizione non può ritenersi indenne da peccati gravissimi, spesso rimasti impuniti. La vita è sacra ed è sacro il rispetto per la vita, senza distinzione di sesso e religione e chi osa mettere in dubbio questo principio è contiguo a quell’angelo del male scacciato dal Paradiso, che ogni misfatto ammette e giustifica. E questo nonostante secondo le sacre riscritture sia stata Eva, una donna, la prima peccatrice del genere umano.
(nella foto, monsignor Luigi Ernesto Palletti, vescovo di La Spezia)

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page