mercoledì, marzo 06, 2013

Informazione e propaganda



Mercoledì, 6 marzo 2013
Più volte abbiamo scritto di Libero e il Giornale come di due testate giornalistiche al servizio degli interessi personali di Silvio Berlusconi e del centrodestra. I due quotidiani, infatti, sono oramai anni che non perdono occasione per scagliare attacchi scomposti e furibondi a quel mondo che dalle loro redazioni, dai loro direttori e dal loro dante causa viene interpretato come nemico del Cavaliere di Arcore, scagliandosi con una violenza verbale senza precedenti nei sistemi democratici occidentali contro istituzioni, oppositori politici, uomini della cultura e della società civile al punto da smarrire il senso della verità dell’informazione per scadere nella denigrazione e nell’offesa propagandistica.
Per certi versi i due fogli mediatici sembrano più interessati a patinare giornalmente l’immagine del loro beniamino che ad informare il lettore, stravolgendo il senso delle cose al punto da far passare per falsi fatti incontrovertibili, inconsistenti azioni al limite del codice penale atti di grande valore ribalderie volgari, congiure persecutorie le iniziative dei magistrati chiamati ad indagare su vicende per le quali un comune cittadino sarebbe sbattuto in gattabuia senza esitazione su semplice sospetto. E quando ciò non fosse sufficiente a rappresentare il proprio beniamino come uno stinco di santo che il mondo c’invidia, allora non s’esita ad imbastire trame inqualificabili ai danni di qualche malcapitato iscritto nel libro dei nemici e da lì vomitare quintali di discredito ai suoi danni. Sono testimoni e vittime di questi sistemi di “fare informazione” tra gli altri Gianfranco Fini e Dino Boffo, il primo colpevole di aver contestato Berlusconi che lo metteva alla porta ed il secondo di aver criticato nell’agosto del 2009 il presidente del consiglio dalle pagine de l’Avvenire di cui era direttore. Come si ricorderà Fini venne accusato di aver svenduto una casa inscritta nel patrimonio ex AN al cognato, – accuse mai del tutto provate, - il secondo fu invece vittima di un falso dossier, in cui lo si accusava di omosessualità e di molestie telefoniche, accuse del tutto infondate che portarono alla sospensione di Vittorio Feltri  dall’Ordine dei giornalisti ed alle scuse pubbliche a Boffo.
E’ di queste ore una sentenza della Cassazione che ha condannato il Giornale a risarcire il giudice Ilda Boccassini di Milano di ben 100 mila euro per diffamazione, essendo stata la stessa descritta in una serie di articoli apparsi sulla testata come la punta di un complotto giudiziario teso a rovesciare Berlusconi e il suo governo a colpi di avvisi di garanzia e rinvii a giudizio. Poco ha rilevato per gli autori di quegli articoli la sussistenza di elementi di grave reato nei comportamenti di Silvio Berlusconi, preferendo denigrare il lavoro dei magistrati inquirenti, piuttosto che  individuare seri elementi di eventuale non colpevolezza. D’altra parte l’uso a spacciare panzane per verità, come la  parentela con capi di stato stranieri di squallide meretrici, fa parte della linea editoriale irreversibile scelta da quei fogli d’improbabile informazione.
Ma a prescindere dalla linea editoriale, che rientra nelle prerogative e nelle libertà di chi produce carta stampata, ciò che non può accettarsi è che all’informazione si sia sostituita con regolarità la propaganda, al punto da aver trasformato i due quotidiani in questione in vere e proprie edizioni giornaliere dei più chiacchierati settimanali di gossip e pettegolezzo, al solo scopo di orientare le percezioni dei rispettivi lettori attraverso una sorta di campagna elettorale permanente.
E così basta guardare l’edizione odierna per apprendere che il PdL e il suo “faro” Berlusconi avrebbero vinto le elezioni, nonostante a ben considerare le elezioni le abbia vinto il PD e, al netto dei voti di coalizione imbarcati dal PdL e dal Partito di Bersani, il primo partito sia oggi il Movimento 5 Stelle di Grillo. Né si dice che il PdL abbia preso una batosta memorabile con una perdita del 40% del proprio elettorato tra le elezioni del 2008 e quelle del 2013. La logica è quella di santificare Berlusconi e la sua destra a danno degli altri attori presenti sulla scena.
Un altro esempio è la vicenda MPS, subito targata banca a guida comunista per denigrare gli avversari e metterli in difficoltà. Ovviamente nulla rileva che il signor Berlusconi e buona parte degli esponenti del suo partito siano stati coinvolti nei peggiori episodi di malversazione di questi anni e che tra lodi fasulli, evasioni fiscali, corruzioni internazionali e, adesso, compravendita di parlamentari per far cadere il governo Prodi  di scheletri negli armadi ne abbiano da vendere.
A proposito della compravendita dei parlamentari, sarà pure un caso, ma a guardare le prime pagine dei due quotidiani solo Libero accenna a qualcosa, guardandosi però bene di fare in prima pagina il nome del Cavaliere. Anzi parla di “giallo”, quasi a far presagire che dietro l’indagine in corso e le confessioni di De Gregorio, che ha confermato d’essersi fatto comprare, ci sia chissà quale ennesimo intento malevolo e golpista dei magistrati ai danni di quel sant’uomo di Berlusconi.
Non abbiamo idea su chi sia il lettore tipo dei quotidiani in questione, ma è certo che la modalità con la quale accetta che gli venga erogata un certo tipo di ”informazione” lo colloca nella schiera degli amanti del prêt-à-porter che faticano persino a pensare, non si sa se per ignavia o per carenza strutturale di materia grigia. Né diversamente si può sospettare di quanti, incapaci di vedere oltre la punta del proprio naso, hanno riconfermato il proprio voto al Cavaliere e al PdL, nonostante le indifendibili prove di malgoverno offerte e l’elusione degli impegni assunti in campagna elettorale con l’ormai mitico “contratto con gli Italiani”. Ma poi ci rendiamo conto che come non è possibile cavare sangue dalle rape, così non è pensabile che sia in grado di vedere chi è, purtroppo, cieco dalla nascita.
E allora che questi continuino ad informarsi con il Giornale e con Libero e continuino a votare i piazzisti, tanto quando il PdL si dissolverà e passerà definitivamente alla storia probabilmente scompariranno anche certi quotidiani fiancheggiatori, così come, al primo accenno di tramonto del Cavaliere, nel rispetto delle previsioni è scomparso Di Pietro e l’IdV.
(nella foto, Alessandro Sallusti e Maurizio Belpietro, rispettivamente direttori de Il Gionale e Libero)

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