L’illusionista
Giovedì, 7 gennaio
2013
Si sgola, arringa le sale,
dispensa presagi di vittoria, ma alla fine l’applauso non arriva e con la
faccia di bronzo che si ritrova non esita a chiederlo a gran voce. E’ accaduto
all’assemblea dell’ANCE, dove ha fatto l’ennesimo show a base di rimborso Imu,
cancellazione dell’IRAP, condoni tombali e altra minestra riscaldata, convinto
di poterla dare a bere per l’ennesima volta ad un pubblico d’imprenditori
sfiniti dalla crisi, ma non per questo rincoglioniti al punto da lasciarsi
irretire dalle sue solite panzane.
Certo, sarebbe strano che un
leader di partito si presentasse al pubblico dichiarando di sentire freddo ai
piedi e di temere la sconfitta. Da qui a strillare che vincerà, però, ne corre,
anche se la modestia o il senso della realtà non appartiene al personaggio
Silvio Berlusconi, che delle balle spaziali ha fatto la sua religione e con la
propaganda vuota è da vent’anni che si tiene al riparo dalle conseguenze dei
tanti processi che lo inseguono. D’altra parte, se la gente con un minimo d’intelligenza
critica capisce bene che quello in corso è l’ultimo tentativo disperato di
restare in sella, per i tanti privi di questo requisito c’è il concreto rischio
che il bluff funzioni e ancora una volta con il voto che gli daranno si saranno
comprati la corda, cappio incluso, con cui impiccarsi.
Pare che la sceneggiata sia tutta
farina del sacco di Brunetta, il sedicente esperto d’economia che gli ha messo
in bocca queste miracolistiche trovate per cercare di recuperare qualche fesso
ancora convinto che il Cavaliere è buono e generoso e che, se già in passato non
ha mantenuto le promesse vendute come i broccoli al mercato, ciò sia dipeso dalla
cattiveria dei comunisti e di qualche infiltrato impegnati a tempo pieno a fare
ostruzionismo per non far passare le riforme in parlamento.
Già la Lega di Maroni – che non
gode sicuramente di una grande credibilità dopo le porcherie compiute dal suo
leader storico, Umberto Bossi, e i suoi famigli, ma che teme lo sputtanamento
irreversibile – ha preso le distanze dalla bufala sul condono tombale. Anche
perché non ci vuole molto a capire che la faccenda non interessa i milioni d’Italiani
sull’orlo della miseria, ma i soliti furbetti che le tasse le hanno evase e che
con il fisco hanno il conto aperto, a cominciare proprio da Silvio Berlusconi
fresco di una condanna a cinque anni per evasione fiscale sulla questione dei
diritti cinematografici. Evidentemente all’ex Unto del Signore non bastano più
le leggi ad personam con il vento che tira. Più facile raggiungere l’obiettivo
sbattendo il mostro Befera in prima pagina e far sorgere il sospetto che si è
tutti nella stessa barca e la nuova Spectre, l’Agenzia delle Entrate e il suo
braccio armato Equitalia, è già pronta a succhiare il sangue anche agli
anemici.
Il Cavaliere, tuttavia, sa già che
non vincerà: glielo dicono i sondaggi e gli umori raccolti qua e là. E allora
il problema è cosa inventarsi per perdere bene, da una parte, e determinare le
condizioni per poter comunque far sentire il suo peso dalle file dell’opposizione,
dall’altra. Un 20-25% rastrellato a suon di piffero, anche se come coalizione e
non come solo PdL, non è comunque poco. Il
programma del nuovo parlamento è zeppo d’emergenze: dall’elezione del nuovo
Capo dello stato ad importantissime modifiche costituzionali, dalla nuova legge
elettorale agli agognati provvedimenti per il rilancio dell’economia e dell’occupazione.
Allora avere un certo peso per ostacolarne l’iter può ritornare utile. Chissà
che non ci scappi qualche compromesso, qualche scambio che gli tolga una della
tante castagne che ha sul fuoco da tempo immemorabile.
Non va dimenticato, come detto
più volte, che l’elettorato ha la memoria cortissima ed ha la grande capacità
di lasciarsi suggestionare dalla visione dei miraggi più che dalle cicatrici
delle ferite riportate. Allora, raccontargli che lo spread è un’invenzione
mediatica, che i soldi per rimborsare l’Imu già pagata si possono anche
stampare in cantina o che saranno prontamente saldati tutti i debiti arretrati della
pubblica amministrazione con il varo di provvedimenti finanziari mirati a
realizzare liquidità senza incidere sulla tassazione, diventa musica per le
orecchie degli sprovveduti, che hanno già archiviato nello scaffale dell’oblio
quanto accaduto con i debiti dell’Alitalia.
Circola di questi tempi su
facebook un adagio profondamente veritiero, secondo il quale un popolo che ha
politici inetti, imbroglioni e farabutti non può considerarsi oppresso, ma più semplicemente è complice della politica che quelli rappresentano. Nel nostro caso
il sillogismo è evidente e immediato, e quando Silvio Berlusconi, simulandosi
offeso, provoca, chiedendo ai suoi
critici se gli otto milioni d’Italiani che l’hanno votato debbono ritenersi
coglioni, la risposta tragicamente non può che essere affermativa.
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