venerdì, novembre 01, 2013

Giulia Innocenzi bocciata all'esame per passare professionista


La collaboratrice di Michele Santoro a Servizio Pubblico bocciata agli scritti - Si apre una campagna volgare nei confronti della giornalista con l'intento di colpire il suo patron - Attacchi smodati sui social network, ma anche messaggi di solidarietà - Intervento di Jacopino, presidente dell'Odg, che dà la stura alla lamentale di precari e sfruttati nella redazioni di importanti testate
                                Giulia Innocenzi, foto web
Venerdì, 1 novembre 2013
Sebbene ci sia da scrivere e parlare  dei tanti fatti e misfatti della vita quotidiana c'è gente che perde il proprio tempo a raccontarci i dolori della giovane Giulia Innocenzi, bocciata allo scritto nell'esame per l'iscrizione nell'Albo dei giornalisti professionisti. Ora che questo tempo lo sprechino la numerosa e composita umanità di sfaccendati, invidiosi del successo conseguito dalla giovane cronista, mentecatti e iene che godono delle disgrazie altrui e novelli samaritani sempre pronti ad offrire una spalla a chi soffre, va anche bene, ma quando lo sfortunato esito d'una prova d'esame diviene motivo per far vergare a editorialisti livorosi sfottò, ospitati su quotidiani a tiratura nazionale, o il presidente dell'Ordine, francamente ci sembra che alla notizia venga attribuito un rango assai discutibile.
Premesso che la signora Giulia Innocenzi s'è sottoposta ad un esame previsto dalla legge per accedere alla professione giornalistica e che l'esito è stato negativo, come lo è stato per un numero elevatissimo di partecipanti (oltre il 45% di bocciati, ndr) alla prova e come in passato è stato negativo per tanti colleghi oggi grandi firme, nulla giustifica che Sallusti e Belpietro abbiano avvertito l'esigenza di pubblicare in prima pagina la foto della sventurata, mettendola così alla gogna come se si trattasse di una superwoman cui non sono consentiti né errori né attimi di defiance.  «Davvero incredibile, per una ragazza che più volte aveva impartito lezioni a destra e manca», ha scritto con esemplare perfidia Libero. E ancora. «Ora la fidanzata di Pif, ex Iena e applauditissimo alla Leopolda durante la recente convention renziana, dovrà ripartire da capo. D’altronde, diventare professionista non è una passeggiata. Anche se ti chiami Giulia Innocenzi e frequenti “una vera scuola di giornalismo” - così ha definito la sua esperienza di lavoro la stessa Innocenzi (ndr) - come quella di Santoro».  
Probabilmente sia Sallusti che Belpietro, noti per i canini aguzzi come quelli dei personaggi di Twilight, hanno colto la palla al balzo per sferrare un attacco proprio a quella "scuola di giornalismo" cui faceva riferimento  Giulia Innocenzi, il cui patron per le note idee politiche e per il cinismo professionale con il quale gestisce da molti anni il cosiddetto giornalismo d'inchiesta sul piccolo schermo non deve godere di grandi simpatie in casa loro. Allora quale occasione migliore per vibrare una stoccata a Michele Santoro affondare i denti nella giugulare della poveraccia e rivoltarle il coltello nella ferita sanguinante?
Onestamente non nutriamo alcun sentimento di simpatia o di antipatia nei confronti di Giulia Innocenzi, ma queste manifestazioni di squadrismo mediatico sono esemplari sintomi dello squallore morale in cui non di rado son capaci di precipitare personaggi che, se meritano rispetto per le idee che esprimono, al di là della condivisione, non possono non suscitare che disgusto e disprezzo per la palese caduta di stile.
Certo, per Giulia Innocenzi la spiacevole esperienza potrà non costituire un dramma. Sono in tanti coloro che bocciati una volta hanno superato la prova in sessioni successive; né sul piano professionale la vicenda costituisce un vulnus: ha un lavoro che continuerà a mantenere, che sicuramente potrà continuare a svolgere da pubblicista. Milena Gabanelli, giornalista dai meriti e dalle qualità al di sopra d'ogni sospetto, è ancora pubblicista ed ha raccontato, senza farsene alcuna vergogna, d'essere stata bocciata all'esame per il passaggio a professionista alla prova orale, cadendo su una domanda sul CO.RE.CO., bocciatura in seguito alla quale decise di non riprovare mai più l'esame in questione. Quest'illustre precedente, dunque, conferma che per svolgere il proprio lavoro nel mondo dell'informazione con serietà, dedizione e con la necessaria dignità non occorre appartenere forzatamente al club esclusivo dei giornalisti professionisti.
Sulla vicenda non sono mancate le prese di posizione anche del Corriere della Sera, che non ha fatto mistero di sentirsi in dovere di dire la propria a causa degli attacchi scomposti partiti su altri quotidiani, e che ha pubblicato un intervento del presidente dell'Ordine Nazionale, Enzo Jacopino, rivolto si a Innocenzi che ai numerosi bocciati alla prova scritta. «Sapete, per averla vissuta, che prova è l’esame. Il giudizio, positivo o negativo, è falsato dalla tensione e non fotografa certamente le vostre reali capacità. Invece perfino l’esame viene usato per delle volgarità. - ammonito Jacopino - Mi riferisco alla campagna contro Giulia Innocenzi. Mi piacerebbe un sussulto di dignità da parte vostra: un documento non di solidarietà (non conosco praticamente Giulia, ma credo abbia spalle larghe e forti) ma di denuncia di un modo di fare informazione che passa sopra la vita e i sentimenti delle persone».
Pur prendendo atto degli interventi del Corriere della Sera e di Jacopino, tesi a smorzare le polemiche, ci sembra doveroso sottolineare che anche in questi casi la vicenda ha subito una spettacolarizzazione eccessiva e rimane il dubbio che se la bocciatura avesse riguardato qualunque altro oscuro giovanotto di belle speranze nessuno si sarebbe sentito in dovere d'accendere i riflettori su un fatto che per certi versi risponde a pura normalità: ogni concorso, ogni esame, ogni prova selettiva vede vincitori e vinti e ciò non autorizza a prese di posizione così eclatanti. Nello stesso tempo parecchi dei compagni di destino di Innocenzi hanno giustamente approfittato dell'occasione per spostare il tiro e muovere un attacco feroce e del tutto legittimo a Jacopino e sodali, rammentandogli che s'attenderebbero analoga stigmatizzazione e interventi incisivi dell'Ordine nei confronti delle moltissime testate che ricorrono ad un sistematico sfruttamento ed alla precarizzazione di tanti giovani presenti nelle redazioni, nei confronti dei quali l'Ordine non muove un dito, fingendo con ipocrisia esemplare che il fenomeno non esista.


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