venerdì, giugno 08, 2007

Visco – Speciale: le grand guignol della politica



Venerdì, 8 giugno 2007
Parliamo del caso Visco-Speciale solo a qualche giorno dalla conclusione del dibattito in Senato sul presunto affaire poiché ritenevamo che la questione, esaurita in quella sede, sarebbe stata archiviata con buona pace di maggioranza ed opposizione che, per ragioni diverse, avevano richiesto quel dibattito.
Contrariamente alle attese, sebbene il clima politico avesse cominciato a mandare segnali di surriscaldamento nei giorni immediatamente precedenti l’appuntamento di Palazzo Madama, la conclusione del dibattito non solo non ha placato gli animi, ma ha innescato un clima di conflitto senza esclusione di colpi tra le opposte fazioni politiche, con l’opposizione intenta ad aggredire e la maggioranza arroccata a difesa delle posizioni espresse in Senato dal ministro Padoa Schioppa in nome del governo, ancora tutte da verificare.
E’ opportuno precisare che non intendiamo qui perorare le posizioni dell’uno o dell’altro schieramento, poiché non v’è dubbio alcuno che anche la presunta innocenza di Visco nell’intera questione presenta qualche debolezza, così come non sufficientemente supportate da prove forti appaiono le ragioni dei suoi accusatori.Ciò che intendiamo commentare è il gravissimo clima da guerra civile che la solita opposizione irresponsabile, con codazzo di supporter dell’informazione e di rimestatori di guano, ha montato nei giorni immediatamente precedenti e che continua in queste ore, clima alimentato anche dalla raccolta del guanto da parte di qualche ingenuo dell’opposto schieramento.
Intendiamoci, è del tutto normale e giustificato che chi sta all’opposizione tenti di profittare di ogni segnale di debolezza di chi governa, incalzando l’avversario con ogni argomento lecito; ma al di là della moderazione verbale, sarebbe altresì augurabile che chi sferra l’attacco evitasse di utilizzare argomenti sui quali, lei per prima, ha dimostrato a chiare lettere di avere la coscienza più che sporca.Così il Cavaliere Bulgaro, che ha già dato grande prova di correttezza nel liquidare gli avversari, - Santoro e Biagi, insegnano, - quantunque non abbia alcuna legittimazione morale, si permette di tacciare il Governo di scorrettezza e di attentato alla solidità delle istituzioni sol perché, questo, con provvedimento motivato, decide la rimozione di un comandante della Guardia di Finanza reo di avere intralciato l’operato del ministro responsabile.
Alla violenza di questi attacchi si associa poi una certa stampa servile, che ignare della sede anatomica del viso rispetto ad altro apparato, si permette di definire quella attuale “la repubblica delle banane”, dimentica che il suo sponsor quando era alla guida del Paese, per il suo operato si era guadagnato il titolo di Cavalier Banana.E se ciò non fosse sufficiente, si attacca il Governo anche sulla sua capacità di rappresentare gli interessi dell’Italia all’estero, capacità definita modesta se non addirittura nulla.
Si badi, poco importa che chi lancia quest’accusa sia stato colui che mostrava le corna nelle foto di gruppo in occasione di incontri di stato, né che sia lo stesso che con squisito senso della diplomazia definiva kapò un parlamentare tedesco che aveva osato contraddirlo nel corso di una seduta del parlamento europeo. C’è da credere che se il successo in politica estera si misura in quantità di immobili acquistati a buon prezzo dal signor Bush senior a Roma, non vi è dubbio che l’attuale Governo non possa ostentare un rating di gran livello.
Ma prescindendo da questo miserevole teatrino in cui come in uno psicodramma i ruoli dei buoni e dei cattivi si invertono di continuo, nella speranza spesso delusa di divertire un pubblico già rincitrullito da questi repentini cambiamenti di scena, la domanda che ci si deve porre è quella relativa all’approdo cui intende condurre questa evidente deriva della politica.
Deve, infatti, essere chiaro che qui con il trascorrere del tempo non vi è più in gioco l’alternanza delle forze politiche alla guida di questo sgangherato Paese, ma si sta nei fatti minando la tenuta democratica delle istituzioni e, particolarmente, di quelle che dall’agone politico, più o meno squallido, da sempre sono rimaste fuori per giuramento di fedeltà alla repubblica, - non agli autisti di turno. Ci si riferisce a quelle categorie di cittadini che, indossando una divisa, non importa se da carabiniere o da finanziere, hanno da sempre rispettato la consegna di astenersi dall’esprimere preferenze per qualunque colorazione politica. E tale consegna, in presenza di un generale comandante della GdF che concede interviste per esprime valutazioni di tipo politico o si concede il palcoscenico della trasmissione di Vespa per disimpegnare compiti non certo istituzionali, sembra stia pericolosamente venendo meno.
Ci auguriamo che la magistratura, intervenuta sul caso Speciale, faccia luce rapidamente sulle responsabilità e sulle inadempienze attribuite all’alto ufficiale, in base alle quali si sarebbe resa necessaria la sua rimozione, anche se non ci sia molto da illudersi visto che anche in quell’apparato già da tempo c’è il legittimo sospetto che non sempre la ricerca della verità sia scevra da condizionamenti. In ogni caso rappresenterebbe comunque un buon risultato la conferma delle ragioni di Padoa Schioppa piuttosto che di quelle delle opposizione. In questa trepidante attesa, comunque, nessuno venga a proporci l’ennesima commissione d’inchiesta sulle orme della farsa di Telecom Serbia e similari, ché il Paese è stanco all’inverosimile di queste costose sceneggiate che non servono a nulla.




0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page