Pinocchio nel Paese degli Allocchi
Mercoledì, 26 settembre 2007
Che il Bel Paese fosse oggetto di invidia planetaria per il clima e la pizza è cosa risaputa. Ma l’Italia non finisce mai di stupire e di aumentare i propri punti di interesse e di attrattiva per gli stranieri, sempre a caccia di peculiarità esclusive e di richiami. Da qualche giorno la Penisola, - unica al mondo, - può vantare un altro primato, che sommato alle bellezze naturali, all’enorme patrimonio storico-artistico, ai più ordinari mandolini e prelibati spaghetti, ci assegna un posto di primo piano nella hit parade delle aree geografiche da preferire, con grande soddisfazione di albergatori e ristoratori che negli ultimi anni hanno conosciuto una lenta ma inesorabile crisi del turismo straniero.
Ci riferiamo a quel fattore G di cui da anni si parla e che costituisce l’oggetto oscuro del desiderio di ogni coppia affiatata in cerca dell’acme delle sensazioni negli amplessi amorosi. Bene, da qualche settimana del fattore G non solo è confermata l’esistenza, ma si sa che risiede in Italia, si aggira per le nostre piazze, si lascia intervistare, rilascia dichiarazioni esilaranti, e, ciò che più conta, si lascia persino titillare ed ogni volta è un’esplosione di indicibile piacere.
A differenza dell’ormai desueto punto G, il fattore G di italica scoperta ha il vantaggio di essere in carne ed ossa e ciò ne ha incredibilmente amplificato l’eco, tanto è vero che pare che sino al 2020 le strutture turistiche nazionali registrino un tutto esaurito ad opera di associazioni per l’emancipazione della donna di tutto il mondo, circoli di zitelle incallite, ma anche esclusivi club di play-boy curiosi di vedere all’opera questo prodigio della natura di casa nostra ed impararne i trucchi.
Per dare a Cesare ciò che gli spetta, è bene precisare subito che il merito di questa scoperta si deve all’opera impareggiabile dei nostri attuali governanti, che tutto hanno fatto sin dal giorno del loro insediamento per realizzare questo risultato e dare al Paese questo invidiabile primato, a metà strada tra lo scientifico ed il ludico. Grazie al loro indefesso lavoro alle spalle degli italiani che li avevano votati, - e che l’affermazione non suoni equivoca, dato l’argomento, - magari concentrandosi su sperimentazioni poco comprensibili ai più, come fisco, pensioni, welfare e qualche apparente scivolone su improbabili liberalizzazioni, alla fine è riuscito a far emergere il mitico fattore G.
Certo non è stato un lavoro facile, ché non sono mancate le polemiche, gli scontri, le minacce, i ricatti e le lusinghe tra i componenti dell’esecutivo. Ma alla fine il bravo signor Barnum, all’epoca Romano Prodi, con impareggiabile maestria e facendo onore al suo blasone di grande uomo di circo, è riuscito a dar corpo al suo progetto e svelare al mondo l’incredibile scoperta.
Va apprezzata altresì la modestia di Barnum e i suoi circensi, che da quando il fattore G è divenuto di pubblico dominio, conquistando in pochi giorni il gradimento della popolazione, si prodiga per minimizzare il valore della scoperta stessa. E che questa modestia sia sincera è dimostrato anche dai commenti sottotono dello stesso Barnum, che non ha esitato nel consueto stile pacato e distaccato a definire la sua opera modesta, forse un po’ qualunquista, intrisa di qualche eccesso demagogico, e comunque non meritevole del clamore che pare aver suscitato.
Ma a dispetto di questo elegante ed apprezzato understament di britannica matrice, non c’è giorno che la stampa non dedichi qualche riferimento al fattore G, - che peraltro si è fatto promotore di feste nelle pubbliche piazze per ringraziare con un cortese e deferente vaffanculo i suoi scopritori, - rammentando ai propri lettori quanti e quali benefici di polarità stia generando per i nostri probi governanti, ai quali deve essere riconosciuto il merito di aver realizzato un’impresa senza precedenti, rispetto alla quale anche i girotondi di Moretti al tempo del governo Berlusconi perdono ogni significato storico.
Certo al buon Berlusconi va riconosciuto il merito di aver rispolverato l’intramontabile fiaba di Pinocchio e di aver fatto credere alla gente che questo potesse essere il Paese dei Balocchi. Al Barnum-Prodi, convinto che le terapie del Cavaliere avessero avuto effetto ed avessero lasciato segno, pervaso dalla supponenza di una sinistra avariata, era sembrato agevole stravolgere il concetto e tentare di traghettare l’Italia verso il Paese degli Allocchi, - tanto si sarebbe trattato solo di una banale mutazione letterale, che avrebbe lasciato inalterata la sostanza.
Ma le cose, ahilui, non sono andata come facilmente previsto, e probabilmente, al di là degli indiscussi meriti, quando con umile compostezza Barnum si schermisce dai propri effettivi contributi alla scoperta del fattore G è l’unica volta in cui, da quando lo conosciamo, appare onestamente sincero.
(Nella foto, Beppe Grillo, ormai noto come il fattore G)
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