Santoro ed il Beato Mastella
Venerdì, 5 ottobre 2007
Non c’è più religione e non c’è più rispetto. Ormai tutti si prendono gioco di questa povera classe politica, - i Mandarini, come preferiamo chiamarli, come i grandi dignitari del fu Celeste Impero, - fatta di stacanovisti dediti al lavoro 24 ore al giorno, festivi compresi. Che poi, come i comuni mortali e senza esagerare, dato che anche loro vivono di modesto stipendiuccio, se si concedono una gita fuori porta, magari approfittando del passaggio in aereo offerto da un amico, - ché tanto l’aereo è vuoto e deve andare lo stesso, - allora scattino le critiche della gente, degli invidiosi e degli ingrati, fomentati da una razza cialtrona come quella dei giornalisti, che non perdono occasione per sbattere il mostro in prima pagina, ci pare onestamente fuori luogo.
Ma non bastava Grillo, quel mentecatto che si spaccia per comico, che preso ultimamente da delirio di onnipotenza invade le pubbliche piazze seguito da uno stuolo di matti come lui e comincia a sfanculeggiare questi novelli eroi del nostro tempo, senza pudore e senza che uno spauracchio di magistrato alzi il dito per rammentare che non si dicono le parolacce e, men che meno, se rivolte all’offesa dell’onorabilità dell’altrui persona.
Adesso, colmo dei colmi, ci si mette anche la televisione di stato, libera e indipendente, da sempre garanzia di indiscussa obiettività, ad intaccare l’onore ed il prestigio di questi santuomini, il cui vero ed unico torto è quello di essersi assunti il fardello dei mali di questo ingrato Paese per cercare di ridargli dignità.
Ieri, per esempio, c’è stato un certo signor Santoro che nel corso di una trasmissione su quella libera ed indipendente televisione di stato di cui si diceva prima, non ha fatto che mettere in cattiva luce uno degli uomini più prossimi alla santità del nostro panorama parlamentare, quel Clemente Mastella ministro della giustizia che, ultimamente pur di soddisfare la sua passione per le corse automobilistiche, pare si sia recato a Monza per l’annuale appuntamento con il Gran Premio d’Italia in compagnia di parenti in autostop, pur di non dar spago a commenti malevoli qualora avesse utilizzato un qualche mezzo a carico del pubblico bilancio al quale, lui sostiene, avrebbe diritto in ragione dell’incarico di governo.
Il Santoro, dimentico delle punizioni inflittegli giustamente dal Presidente del Consiglio del precedente Governo a causa delle sue innate intemperanze verbali, dimostrando un’irriconoscenza esemplare verso la parte politica che lo aveva difeso a gran voce al tempo in cui era stato allontanato dalla RAI, cosa si inventa? Ma una trasmissione di critica cruenta ai danni proprio del Beato Mastella, colpevole di aver disposto ai danni di un certo De Magistris, giudice di Catanzaro, un’inchiesta disciplinare con tanto di deferimento al CSM, a cui compete allontanarlo da quella sede. Non sappiamo cosa effettivamente abbia fatto questo reprobo nell’esercizio delle sue funzioni. Certo è che se un ministro della Repubblica decide di intervenire, peraltro così pesantemente, avrà le sue buone ragioni e nessun pennaiolo di turno si può permettere di mettere in discussione il suo operato: un tempo vigeva il detto “parola di re”, oggi che siamo in democrazia giustamente vi si è sostituito quello di “parola di ministro”. E che ministro!, “che da trent’anni fa politica”, come s’è affrettato a dichiarare con condividibile sdegno, “ vivendo anche la stagione del terrorismo e non ha mai fatto schifezze o ha scheletri nell’armadio”.
Ovviamente, le dichiarazione del Beato Mastella hanno per contrapposizione messo in luce quelle che debbono essere le segrete debolezze di Santoro, che la stagione del terrorismo l’ha vissuta in culla, che risulterebbe dedito a schifezze innominabili ed abbia avuto addirittura una proposta per interpretare il film Il collezionista d’ossi, data la quantità impensabile di scheletri rinvenuti negli armadi di casa sua.
Ci auguriamo che con la consueta obiettività e trasparenza, senza contare il radicato rispetto per la critica e la libertà di parola, venga caldeggiata dal Ministro un’indagine della magistratura, cui sta a capo, a carico del ribaldo, affinché finalmente gli Italiani sappiano senza ombra di dubbio con chi hanno a che fare quando pigiano il tasto del telecomando.
Degna di notazione del Beato Mastella è infine la profezia che ha rilasciato a margine del suo sdegnato quanto pacato intervento teso a ristabilire la verità dei fatti: “in tempi di antipolitica, come all'epoca della gioiosa macchina da guerra di Occhetto, finisce per vincere Berlusconi”, che ci pare il classico tiè, incarta e porta a casa rivolto agli alleati colpevoli di non aver proferito verbo a sua difesa.
Questa profezia nella sua sapiente implicazione ci ha involontariamente svelato un altro mistero della politica nostrana: vincono i comici e coloro che ne sono bersaglio, non le persone serie e schive al ridicolo collettivo. Peccato che quest’illuminazione non sia stata seguita da un’altrettante illuminante spiegazioni sulle ragioni di questo successo che, permanendo il mistero, a nostro avviso ci sentiremmo di spiegare come segue: sarà perché la gente è stanca dei tanti tromboni stonati che propinano fantastiche versioni sul trapasso di Cristo, secondo le quali sarebbe morto di freddo e non a causa delle ferite; oppure perché cambiano i gusti e, se proprio bisogna piegarsi a pratiche sodomitiche, tanto vale farlo ridendoci sopra?
Attendiamo indicazioni dal ministro.
Ma non bastava Grillo, quel mentecatto che si spaccia per comico, che preso ultimamente da delirio di onnipotenza invade le pubbliche piazze seguito da uno stuolo di matti come lui e comincia a sfanculeggiare questi novelli eroi del nostro tempo, senza pudore e senza che uno spauracchio di magistrato alzi il dito per rammentare che non si dicono le parolacce e, men che meno, se rivolte all’offesa dell’onorabilità dell’altrui persona.
Adesso, colmo dei colmi, ci si mette anche la televisione di stato, libera e indipendente, da sempre garanzia di indiscussa obiettività, ad intaccare l’onore ed il prestigio di questi santuomini, il cui vero ed unico torto è quello di essersi assunti il fardello dei mali di questo ingrato Paese per cercare di ridargli dignità.
Ieri, per esempio, c’è stato un certo signor Santoro che nel corso di una trasmissione su quella libera ed indipendente televisione di stato di cui si diceva prima, non ha fatto che mettere in cattiva luce uno degli uomini più prossimi alla santità del nostro panorama parlamentare, quel Clemente Mastella ministro della giustizia che, ultimamente pur di soddisfare la sua passione per le corse automobilistiche, pare si sia recato a Monza per l’annuale appuntamento con il Gran Premio d’Italia in compagnia di parenti in autostop, pur di non dar spago a commenti malevoli qualora avesse utilizzato un qualche mezzo a carico del pubblico bilancio al quale, lui sostiene, avrebbe diritto in ragione dell’incarico di governo.
Il Santoro, dimentico delle punizioni inflittegli giustamente dal Presidente del Consiglio del precedente Governo a causa delle sue innate intemperanze verbali, dimostrando un’irriconoscenza esemplare verso la parte politica che lo aveva difeso a gran voce al tempo in cui era stato allontanato dalla RAI, cosa si inventa? Ma una trasmissione di critica cruenta ai danni proprio del Beato Mastella, colpevole di aver disposto ai danni di un certo De Magistris, giudice di Catanzaro, un’inchiesta disciplinare con tanto di deferimento al CSM, a cui compete allontanarlo da quella sede. Non sappiamo cosa effettivamente abbia fatto questo reprobo nell’esercizio delle sue funzioni. Certo è che se un ministro della Repubblica decide di intervenire, peraltro così pesantemente, avrà le sue buone ragioni e nessun pennaiolo di turno si può permettere di mettere in discussione il suo operato: un tempo vigeva il detto “parola di re”, oggi che siamo in democrazia giustamente vi si è sostituito quello di “parola di ministro”. E che ministro!, “che da trent’anni fa politica”, come s’è affrettato a dichiarare con condividibile sdegno, “ vivendo anche la stagione del terrorismo e non ha mai fatto schifezze o ha scheletri nell’armadio”.
Ovviamente, le dichiarazione del Beato Mastella hanno per contrapposizione messo in luce quelle che debbono essere le segrete debolezze di Santoro, che la stagione del terrorismo l’ha vissuta in culla, che risulterebbe dedito a schifezze innominabili ed abbia avuto addirittura una proposta per interpretare il film Il collezionista d’ossi, data la quantità impensabile di scheletri rinvenuti negli armadi di casa sua.
Ci auguriamo che con la consueta obiettività e trasparenza, senza contare il radicato rispetto per la critica e la libertà di parola, venga caldeggiata dal Ministro un’indagine della magistratura, cui sta a capo, a carico del ribaldo, affinché finalmente gli Italiani sappiano senza ombra di dubbio con chi hanno a che fare quando pigiano il tasto del telecomando.
Degna di notazione del Beato Mastella è infine la profezia che ha rilasciato a margine del suo sdegnato quanto pacato intervento teso a ristabilire la verità dei fatti: “in tempi di antipolitica, come all'epoca della gioiosa macchina da guerra di Occhetto, finisce per vincere Berlusconi”, che ci pare il classico tiè, incarta e porta a casa rivolto agli alleati colpevoli di non aver proferito verbo a sua difesa.
Questa profezia nella sua sapiente implicazione ci ha involontariamente svelato un altro mistero della politica nostrana: vincono i comici e coloro che ne sono bersaglio, non le persone serie e schive al ridicolo collettivo. Peccato che quest’illuminazione non sia stata seguita da un’altrettante illuminante spiegazioni sulle ragioni di questo successo che, permanendo il mistero, a nostro avviso ci sentiremmo di spiegare come segue: sarà perché la gente è stanca dei tanti tromboni stonati che propinano fantastiche versioni sul trapasso di Cristo, secondo le quali sarebbe morto di freddo e non a causa delle ferite; oppure perché cambiano i gusti e, se proprio bisogna piegarsi a pratiche sodomitiche, tanto vale farlo ridendoci sopra?
Attendiamo indicazioni dal ministro.
(nella foto: il Beato Clemente Mastella in abiti da pellegrino, intento a consumare un parco pasto)
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