domenica, novembre 18, 2007

Ora basta!




Domenica, 18 novembre 2007

Non è più possibile tollerare che in un Paese, afflitto da una crisi politica ed istituzionale senza precedenti, da un degrado economico tangibile, da una instabilità del lavoro giovanile unica nel contesto europeo, da una criminalità sempre più incalzante e da mille altri problemi che rendono la vita quotidiana problematica e insostenibile, i pubblici amministratori perdano il loro tempo ed affliggano il cittadino con nuove e demenziali iniziative, che servono solo a distrarre l’attenzione dai problemi veri.
E così la Giunta comunale napoletana ha deciso che da oggi non sarà più possibile accendere una sigaretta nei giardinetti cittadini, pena una sanzione amministrativa sostanziosa per i trasgressori che non riusciranno a rinunciare alla magia dell’aroma del tabacco. Che il Ministro Sirchia abbia imposto agli Italiani il divieto di fumo nei pubblici locali, nei mezzi di trasporto collettivi e nei luoghi chiusi frequentati anche da non fumatori può aver avuto una sua logica giustificazione. Ma l’iniziativa del sindaco Jervolino, che vieta il consumo del tabacco in luogo sì pubblico ma all’aria aperta, travalica il senso della logica comune e si può solo inserire nella ricerca a tutti i costi di scimmiottare le scemenze americane, che nulla hanno spesso di sensato.
Ovviamente il lerciume che ammorba le strade di Napoli, l’inquinamento acustico e dell’aria causato da un traffico caotico e indisciplinato, il degrado sociale e la criminalità non solo organizzata ma anche spicciola, che costituiscono i veri problemi irrisolti della città, passano in secondo piano al cospetto dell’oltraggioso atteggiamento di un qualsiasi individuo intento a spipazzare un sigaro o una sigaretta sulla panchina di uno dei parchi partenopei.
Se poi le ragioni del provvedimento vanno ricercate nell’attenzione della signora Jervolino per la salute dei suoi concittadini, che sono giudicati incapaci di applicare a se stessi le dovute misure di prevenzione a propria tutela, andrebbe quantomeno contestata la ragione per cui non sia stato emanato un editto con il quale si rendeva illecita la vendita di tabacchi nel territorio comunale a partire da oggi. E’ evidente che questi comportamenti, palesemente ipocriti, non possono considerarsi ammissibili: da una parte ti vieto, ma dall’altro autorizzo che ti venga fornito il mortale prodotto con il quale ti inquini i polmoni e metti a repentaglio la tua vita. Altrettanto intollerabile è poi che il “sistema” ostenti questa pericolosissima “sindrome della baby-sitter”, per cui si arroga il potere di decidere se e quando devi fumare, cosa devi bere, a quale velocità devi andare in macchina; come se i cittadini fossero un branco di idioti o non avessero la libertà costituzionale di fare ciò che pare loro più opportuno nel rispetto dell’altrui libertà, senza alcun bisogno di esser condotti per mano.
Dura lex sed lex dicevano i latini, ma nel piegarci al rispetto di quest’ennesimo esempio di abuso d’autorità, almeno sino a quando un giudice giudizioso non rammenterà al sindaco Jervolino che la libertà del cittadino è al di sopra della ricerca della prima pagina ad ogni costo, sarebbe auspicabile che per coerenza la Giunta emanasse altrettanti provvedimenti urgenti in materia di divieto di scaccolarsi in pubblico, di grattarsi gli zibidei sulla pubblica via o di dedicarsi alla pulizia degli orifizi auricolari in presenza di terzi, bambini e gestanti comprese, giusto per indicare qualche argomento meritevole di attenzione – pratiche diffuse che non saranno nocive al pari dell’uso del tabacco, ma che certamente ledono il senso del buon gusto, sino a stimolare il dar di stomaco.
Ci sono vari modi per attirare l’attenzione della gente e guadagnarsi la prima pagina dei quotidiani, che sinteticamente si riassumono nell’esecuzioni di opere di grande merito e significato e nell’ostentazione di un’inguaribile coglionaggine. Mentre il merito non sempre è riconosciuto tale e trova l’adeguata ricompensa, la coglionaggine sembra offrire maggiori chance, avendo requisiti di tracciabilità molto più immediati ed alla portata della gente comune.
Questo, a quanto pare, lo hanno ben capito i nostri politicanti!

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