sabato, maggio 03, 2008

Telecom: come ti frego a 7 mega

Sabato, 3 maggio 2008
Che l’Italia sia un paese buffo e cosa ormai cosa nota in tutto il mondo. Questa qualità è tale e talmente esasperata da travalicare in qualche caso il senso del ridicolo, peraltro con la sospetta accondiscendenza delle nostre istituzioni e del gotha della politica che quelle istituzioni presidia e governa, quasi nel trionfo del malefico assunto che ridano pure basta che di noi parlino!
Sì, siamo il Paese che con solerzia invidiabile ha scimmiottato le authority, ponendoci così à la page con quelli più seri ed avanzati, ma dove, – prodigio dell’italica moltiplicazione dei pani e dei pesci, - queste strutture sono servite esclusivamente a creare nuove poltrone e succulente prebende per i loro occupanti, dato che, nei fatti, in quanto al presidio delle aree per le quali le autorità medesime sono state create i risultati sono stati meno che modesti. Questi sconfortanti risultati sono venuti dall’Autorità per la Privacy, che ancora oggi non è riuscita ad imporre il rispetto della tutela dei dati dei cittadini dagli abusi più disparati di aziende, associazioni ed organizzazioni varie. Persino un Ministro della Repubblica, quel Visco responsabile dell’Economia, in questi giorni è oggetto delle feroci contestazioni dei cittadini, per aver consentito la pubblicazione su internet dei redditi degli Italiani per il 2005, violando le più elementari regole della riservatezza e con la preposta Autorità rimasta a guardare.
Non si parli poi dell’Autorità Garante per le Telecomunicazioni, che da sempre si distingue per l’incomprensibile latitanza nell’evadere spinosi problemi di abuso di società esercenti attività radiofonica o radiotelevisiva ai danni di altre società (esemplare è il caso di Europa 7, che dopo un decennio buono di cause contro gli abusi Mediaset e forte di una sentenza definitiva della Corte Europea di Giustizia non è ancora riuscita a mandare in onda un solo minuto di trasmissioni) o di dare la minima risposta alle valanghe di proteste contro le arroganti iniziative di Telecom, H3G, Wind, Fastweb ed altri membri della consorteria telefonica. Un esempio? Dov’era il Garante quando la H3G nello scorso mese di settembre con un colpo di mano corsaro azzerava milioni di contratti con tariffe a suo tempo garantite con la formula “per sempre” ed introduceva nuove e più penalizzanti listini? Le denunce degli utenti sono rimaste non solo inevase, ma vi fosse stata una letterina con la quale si fosse comunicato il rammarico di considerare la denuncia inammissibile. Qualche tempo fa, occupandoci proprio di questa istituzione rivelatasi ad oggi inutile, avanzammo il sospetto che i suoi responsabili dedicassero il loro tempo più al riposo che al monitoraggio del mercato. Dato l’Autorità in argomento ha sede a Napoli, è probabile che le sue sospirate azioni siano rimaste soffocate dalla spazzatura a causa dell’irrisolta questione rifiuti.
In questa cornice di garanzie che il Garante sembra porre solo a beneficio di colui dal quale dovrebbe garantire, la Telecom si è inventa la formula dell’internet sempre più veloce e, da qualche mese, promette improbabili connessione a 7MB, - se non addirittura a 20MB per i servizi comprensivi di home TV, - per tutti i suoi clienti titolari di un contratto ADSL a 4MB, ad un prezzo d’abbonamento pressoché dimezzato. La formula, inventata probabilmente al solo scopo di evitare un’emorragia di abbonati verso compagnie in grado di offrire velocità di navigazione più elevate ad una tariffa inferiore a quella sino ad allora proposta da Telecom, si è rivelata in breve una bufala galattica, dato che il 7MB non solo è solo nominale, ma la velocità di connessione effettiva è ben al di sotto del precedente 4MB e quando tocca 1,5MB è già un miracolo.
Naturalmente la protesta dell’utenza non ha tardato a farsi sentire, ma, a parte le allucinanti cretinate proferite dagli sventurati di turno al 187, che si arrampicano sugli specchi per giustificare l’ingiustificabile disservizio, sul piano concreto non accade nulla, in quanto il servizio di connessione langue in squallida lentezza e l’Autorità tace. Per contro, la campagna promozionale si è fatta ancora più aggressiva ed accattivante, grazie alla simpatica facciona di Diego Abatantuono, ed ha mietuto messi di allocchi pronti ad abboccare alle false promesse di Telecom o che, già clienti per i servizi vocali della ex SIP, si sono lasciati convincere ad estendere l’abbonamento anche all’ADSL, adesso persino più veloce ed economica.
Ad onor del vero è opportuno rilevare che il contratto di fornitura Telecom parla di ADSL “sino a 7MB”, con ciò escludendo a priori ogni garanzia di velocità di connessione effettiva e continua. Tuttavia, tra un “sino a 7mega” potenziale ed una connessione che sistematicamente e nel migliore dei casi non supera i 2 mega vi è una tale discrepanza che il sospetto di pubblicità ingannevole puzza in modo insopportabile.
Ma qual è la causa di quest’inganno che va oltre la banale disfunzione e, implicitamente, della caduta verticale della credibilità della società telefonica di Piazza Affari? La risposta è semplice ed si origina nell’obsolescenza del materiale di centrale, nelle quali non si fanno più investimenti o, peggio, ormai da anni si disinveste con certosina sistematicità; nelle manutenzioni ridotte all’osso; nell’esternalizzazione dei servizi di assistenza sulla rete, affidati al ribasso ad una miriade di cosiddetti cantinari, che si avvalgono a tutto spiano di giovani precari sottopagati e non professionali; nel mettere a disposizione della concorrenza sull’esercizio impianti di pessima qualità, in grado di disincentivare l’eventuale liberalizzazione anche delle centrali, ormai ultima frontiera del monopolio Telecom.
E il Garante? I tutto questo rimane a guardare. Anzi, per scrollarsi di dosso il fastidioso rimbrotto dell’utenza inviperita, ha pensato bene di dotarsi di tanto di modulistica prestampata, da utilizzare per l’inoltro di qualunque reclamo, pena il rigetto dello stesso, ed ha delegato ai CORECOM, cellule regionali del suo ufficio, il disbrigo dei ricorsi su base locale. Naturalmente in tempi esasperatamente lunghi, che magari sono un ulteriore incentivo a lascia perdere, perché tanto non si cava il ragno dal buco.
Nel frattempo, tra parlamentari inquisiti o già condannati e collusi, tra magistrati talora troppo distratti e talora eccessivamente zelanti ma con un senso della giustizia assai discutibile; tra politici improbabilmente buonisti e politici spacconi o arroganti, tra autorità che poco hanno d’autorevole, tra qualche sit-in per bloccare la TAV e qualche cumulo di spazzatura che no si sa dove smaltire, siamo diventati lo zimbello del mondo, che ci deride per l’assuefazione ad ogni tipo di angheria ci propini chi è investito di un qualche potere e per l’incredibile coerenza che dimostriamo ad ogni tornate elettorale nel mandare a rappresentarci quegli uomini che magari, poco prima del voto, avevamo ritenuto autori dello sfascio dell’Italia.
E mentre facciamo queste riflessioni il Garante continua la sua latitanza e la Telecom continua ad curare i propri interessi calpestando quelli dell’utenza.

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Well written article.

mer nov 12, 12:53:00 AM CET  

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