giovedì, ottobre 02, 2008

Le scoperte del Mago di Oz

Giovedì, 2 ottobre 2008
Il 26 giugno del 2008 passerà alla storia come data nella quale è stata rivelata al mondo una nuova straordinaria conoscenza. Erano secoli che venivano condotte ricerche senza apprezzabili risultati, con dispendio di incalcolabili energie e persino il sacrificio della vita in qualche caso. Adesso il mistero è stato finalmente svelato, grazie al genio d’un uomo, Renato Brunetta da Venezia, che, dopo aver dedicato la propria vita allo studio di certi fenomeni, ha improvvisamente ricevuto la mitica folgorazione che gli ha definitivamente chiarito ogni dubbio: tra i pubblici dipendenti di questa sconquassata Italia si annidano, come scarafaggi nel buio, migliaia di fannulloni, acari irriducibili del bilancio statale ai quali – non è ancora stato detto, ma questa pare intuitivamente la conclusione – si devono le disgrazie della pubblica finanza.
Svelato questo mistero, rimangono ancora insoluti gli enigmi della pietra filosofale e l’araba fenice. Ma c’è da giurare che il ministro Brunetta, ribattezzato Mago di Oz per i brillanti risultati conseguiti sull’argomento in questione, si dedicherà anche allo studio di questi arcani storici e ben presto strabilierà il mondo con nuove rivelazioni.
Dall’alto della carica ministeriale conferitagli dal suo mentore, Berlusconi Silvio, il nostro ometto - e non per ironia della statura fisica, quanto per la modestia con la quale ha lasciato intendere l’intenzione di declinare segnalazioni del suo nome al Nobel per le scienze occulte, - ha pensato che era doveroso consacrare la scoperta con l’emanazione di un apposito decreto che fissasse i termini per rendere più difficile i sintomi di quella che si manifesta come una patologia infettiva. E, con riserva di rimuovere al più presto flipper e bigliardini e di revocare ogni abbonamento a riviste di parole crociate e fumetti vari, con cui pare si sollazzino tanti dipendenti ministeriali e di uffici periferici presenti sul lavoro, - i più fortunati, grazie ai generosi stipendi percepiti, passano il tempo fintamente ammalati in luoghi ameni o fare shopping, - il ministro Brunetta Mago di Oz ha imposto che qualunque assenza per malattia, anche di un solo giorno, debba essere giustificata con apposita certificazione medica e da visita fiscale di controllo. Se ciò non bastasse, i primi dieci giorni di assenza, ancorché giustificati con le modalità precedenti, vedranno la retribuzione decurtata.
Si dice che in un momento di particolare esaltazione, avesse persino previsto di applicare analogo trattamento a coloro che si sarebbero assentati in virtù di un beneficio di legge, come l’assistenza a familiari gravemente ammalati, assistenza ai figli in età prescolare, tossicodipendenza e così via, salvo recedere dal proposito quando gli si è fatto notare che un decreto non può modificare una legge dello stato. Benedetta ingenuità!
Come contraltare a questo nodoso bastone con cui colpire i reprobi e giusto per dar lo zuccherino, il Mago di Oz prometteva l’istituzione di premi e cotillon da distribuire in ragione del merito ai pochi stakanovisti comunque presenti nelle orde recalcitranti dei pubblici dipendenti, non si sa bene con che soldi, secondo criteri meritocratici tutti da definire ed affidati ad organismi non meglio identificati.
Mentre si deve registrare il panico scatenatosi, dagli uffici del catasto a quelli per la tutela dei beni culturali, dagli uffici delle imposte a quelli della motorizzazione civile, dove durante il mese di luglio si è verificato un eccezionale fenomeno di sovraffollamento di dipendenti rientrati dalle Bahamas e da Cervinia, dove solevano trascorrere il tempo mentre qualche collega connivente gli timbrava il cartellino, con conseguente carenza di scrivanie e sedie, pare che in parecchi casi siano dovute intervenire le forze dell’ordine per dirimere violenti alterchi tra dipendenti mai presentatisi in ufficio prima d’allora e personale di custodia addetto ai tornelli che, non avendoli mai visti, non intendeva lasciarli entrare. Corre inoltre voce che in difesa della propria reputazione coloro che da accuse così superficiali si sono sentiti offesi abbiano organizzato sommari tribunali, nei quali a guisa di santa inquisizione allestiscono processi nei corridoi, ai quali sottopongono senza tanti complimenti i presunti fannulloni onte della loro onorabilità. Drappelli di sanculotti, poi, si aggirano per gli uffici al grido di “dagli al fannullone!” e sottopone a fermo cautelare ogni sospettato. Infine, approfittando delle grandiose tecnologie a disposizione degli uffici pubblici, anonimi Savonarola stanno inviando con la posta interna email minaccianti ai colleghi, dalle quali all’apertura apparirebbe il volto di Brunetta ed un fumetto recitante: “T’ho sorpreso fancazzista, sarai il primo nella lista!”.
Sembra peraltro che in più di un caso qualcuno, che si distraeva mettendosi svogliatamente il dito nel naso mentre apriva quell’email, sentendosi scoperto e sebbene avesse accusato dei malori seri, abbia rifiutato di sottoporsi a controllo medico nel più vicino pronto soccorso per non rischiare il taglio della retribuzione. C’è da segnalare, infine, un aumento esponenziale di furti di pratiche, che si sospetta sia compiuto da chi, non avendo effettivamente nulla da fare, non intende farsi sorprendere senza uno straccio di carta sulla scrivania in caso di controllo.
Naturalmente c’è d’attendersi che la scoperta di Brunetta sia sottoposta ad una più accurata taratura. Rimane infatti inspiegabile come tanti fannulloni abbiano potuto mettere radice in ambienti deontologicamente sani, con una dirigenza solerte ed attiva, all’altezza del proprio compito, citata ad esempio d’efficienza in tutte le scuole di Pubblica Amministrazione del mondo, che non ha mai sgarrato nell’applicare norme contrattuali e di comportamento nei confronti dei propri dipendenti e che non s’era accorta del tarlo che giorno dopo giorno gli mangiava scranno e tavolino.
E c’è da credere che se la cattura del fannullone porterà al suo immediato licenziamento, l’eventuale dirigente connivente o comunque distratto nell’applicare il contratto di lavoro sarà, quanto meno, esposto a gogna pubblica nelle principali piazze d'Italia, a monito di emuli e simpatizzanti. Costituirà attenuante la conferma del sospetto che nella pubblica amministrazione nostrana sia in corso da qualche decennio un ammutinamento strisciante, - al cui confronto passerebbero per dilettanti quelli del Bounty, - che ha consolidato la prassi inconsueta secondo cui è la base che comanda ed impone le sue regole, mentre la sovrastante gerarchia, apparati ministeriali centrali inclusi, non ha chiuso entrambi gli occhi per non vedere e tirare a campare, semplicemente non s'è accorta di nulla. E che poi tra tanti ribelli siano in tanti a fare il proprio dovere, nel più completo anonimato e con valutazione che non differisce da quella della feccia, è fatto di cui dovrebbero rispondere i precedenti studiosi di fannulloneria, che pur sospettando l'esistenza del fenomeno si sono affidati più ai proclami e ai moniti che non alla vigilanza effettiva su come andavano le cose.
Tutto ciò ricorda un gioco che si faceva da ragazzi, consistente nel metter della musica al suono della quale tutti ballavano. Quando la musica s'interrompeva tutti guadagnavano il loro posto a sedere e chi non riusciva a trovar la sedia era costretto a pagare pegno. Come dire che i politici sono sempre gli stessi: cambiano incarico, cambiano partito, ogni tanto si ritrovano trombati. Ecco, le colpe sono sempre di quelli che non ci sono più. Con la variante rispetto al gioco che comunque questi responsabili veri o presunti non pagano manco il pegno.
Tra l’altro, pare che la miracolosa ricetta della certificazione medica a giustificazione dell’assenza e della visita di controllo, come deterrenti contro l'assenteismo e la fannulloneria, sia in vigore da anni, bellamente elusa da ministri, dirigenti centrali e periferici e da chiunque sia stato in posizione di comando. Così come è altrettanto in vigore da tempo la decurtazione della retribuzione in caso di assenza per malattia inferiore a quindici giorni.
Il problema vero è che pochi sono stati i casi nei quali detti provvedimenti hanno trovato effettiva applicazione e questa grossolana inadempienza era nota a tutti gli addetti a lavori, anche a coloro che adesso simulano sconcerto. Scaricare poi sui dipendenti esecutivi le inefficienze gravi e palesi della linea di comando, sebbene sia ormai pratica consolidata, e strombazzare sulla presenza di un fenomeno, spesso agevolato da lassismo e gonfiamento clientelare degli organici, appare francamente fuori luogo e indice di demagogia superficiale e pervicace, da cui affiora legittimo un dubbio: non è che il Mago di Oz anziché una scoperta ha solo rispolverato la formula per la produzione d’acqua calda?

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