L’abbronzatura di Obama e le idiozie di Berlusconi
Giovedì, 6 novembre 2008
“Berlusconi hails Obama as suntanned” scrive a caratteri cubitali l’Herald Tribune, che potremmo tradurre con “Berlusconi si complimenta con Obama per l’abbronzatura”. E la notizia non è di quelle malevole riportate da uno dei tanti giornali “comunisti” nemici del presidente del consiglio, ma è l’ennesima cronaca di una delle tante gaffe di un personaggio che non solo non conosce la vergogna, ma che sembra sfrenatamente lanciato per l’inscrizione nel libro dei Guiness in quanto a imbecillità e grigiore.
Niente ha mosso il dubbio ad un Berlusconi spocchioso e sprezzante come d’abitudine che la scivolata, per non dire il tonfo, avrebbe travalicato ogni limite del razzismo più becero e volgare. Lui è fatto così. Pur di passare per spassoso direbbe qualunque corbelleria, convinto com’è che mai nessuno si gli affibbierà un calcione nel sedere, stanco delle scemenze insopportabili che spara a raffica e che pretende divertenti. Il problema è che il personaggio non si rende conto che alla sua modesta statura fisica accompagna una bassezza morale ben più grave ed evidente, che irrimediabilmente lo condurrà al crollo, infliggendo un durissimo colpo all’unica caratteristica che possiede e che interpreta come qualità: la smodata vanagloria di cui perennemente si sbronza, alla stregua della malvagia Grimilde nella favola di Biancaneve.
Ben 27 giornali internazionali, oltre alle più importanti reti televisive del pianeta, comprese CNN ed ABC, riportano le infelici dichiarazioni di Berlusconi, che, piccato dalle critiche, ha affermato che trattavasi solo di una “carineria” verso il neo presidente americano ed ha tacciato di imbecillità chi, secondo il suo punto di vista, non ha capito il senso benevolo della sua battuta, gente che in definitiva deve andare «a fare in culo». Poi sul momento ha concluso con un «mi sono rotto e dico tutto quello che penso», accreditandosi con la battuta come persona in grado di pensare con i requisiti minimi di lucidità. E se questo non fosse bastato, ecco che questa sera da casa Putin, dove si trova ospite, ha rincarato la dose affermando che «chi non ha capito è pronto per ritirare una laurea in coglioneria».
Ovviamente e prescindendo dalla raffinatezza dello stile, l’affermazione proviene da persona estremamente qualificata, dalle carte perfettamente in regola in materia di coglioneria, al punto che tra meschine battute da cascamorto alle colleghe in sede internazionale, tra le corna nelle foto di gruppo ostentate sulla testa di qualche capo di governo estero, tra le accuse di essere un kapò a qualche parlamentare europeo ed altre insulse ridicolaggini da Asilo Mariuccia, - che a suo avviso dovrebbero suscitare ilarità, ma stimolano solo disgusto o al più commiserazione, - ha reso il popolo italiano lo zimbello del mondo. Giudizio duro da smentire, visto che nonostante tutto questo sgorbio di dignità e d‘eleganza diplomatica l’Italia se lo ritrova ancora tra gli zibidei, - non si sa bene se per affinità con chi gli ha dato il voto o per effettiva imbecillità di chi l’ha preceduto e con le sue azioni ha spianato la strada a questo revival d’avanspettacolo.
Ciò che offende, comunque, non è tanto il sentirsi apostrofare del coglione da un emerito intenditore, - ché il giudizio dei qualificati esperti della materia va tenuto nel dovuto conto e va accettato come la diagnosi sfavorevole del medico, - quanto il fatto che, con le sue gag da pagliaccio di strada, il poveraccio venga nel suo ruolo interpretato come portavoce di un’intera nazione.
Ovviamente in questo tripudio di cretineria Berlusconi non è solo. Gli tiene buona compagnia anche un certo Gasparri, che non ha mai brillato per la genialità delle intuizioni e che a qualche ora dall’elezione di Obama, forse reduce da qualche festino in onore del neo-eletto, ha affermato: «Sarà contenta Al Qaeda!», quasi il neo presidente americano avesse fatto campagna elettorale da Guantanamo dopo la cattura in Afghanistan o in Iraq tra i tanti terroristi vagabondi.
Certo, è straordinario come cambiano le cose: chi avrebbe mai potuto sospettare che l’America avrebbe dovuto subire le peggiori offese e la derisioni da parte di coloro che sino ad ieri si spacciavano per i suoi più fedeli sostenitori?
“Berlusconi hails Obama as suntanned” scrive a caratteri cubitali l’Herald Tribune, che potremmo tradurre con “Berlusconi si complimenta con Obama per l’abbronzatura”. E la notizia non è di quelle malevole riportate da uno dei tanti giornali “comunisti” nemici del presidente del consiglio, ma è l’ennesima cronaca di una delle tante gaffe di un personaggio che non solo non conosce la vergogna, ma che sembra sfrenatamente lanciato per l’inscrizione nel libro dei Guiness in quanto a imbecillità e grigiore.
Niente ha mosso il dubbio ad un Berlusconi spocchioso e sprezzante come d’abitudine che la scivolata, per non dire il tonfo, avrebbe travalicato ogni limite del razzismo più becero e volgare. Lui è fatto così. Pur di passare per spassoso direbbe qualunque corbelleria, convinto com’è che mai nessuno si gli affibbierà un calcione nel sedere, stanco delle scemenze insopportabili che spara a raffica e che pretende divertenti. Il problema è che il personaggio non si rende conto che alla sua modesta statura fisica accompagna una bassezza morale ben più grave ed evidente, che irrimediabilmente lo condurrà al crollo, infliggendo un durissimo colpo all’unica caratteristica che possiede e che interpreta come qualità: la smodata vanagloria di cui perennemente si sbronza, alla stregua della malvagia Grimilde nella favola di Biancaneve.
Ben 27 giornali internazionali, oltre alle più importanti reti televisive del pianeta, comprese CNN ed ABC, riportano le infelici dichiarazioni di Berlusconi, che, piccato dalle critiche, ha affermato che trattavasi solo di una “carineria” verso il neo presidente americano ed ha tacciato di imbecillità chi, secondo il suo punto di vista, non ha capito il senso benevolo della sua battuta, gente che in definitiva deve andare «a fare in culo». Poi sul momento ha concluso con un «mi sono rotto e dico tutto quello che penso», accreditandosi con la battuta come persona in grado di pensare con i requisiti minimi di lucidità. E se questo non fosse bastato, ecco che questa sera da casa Putin, dove si trova ospite, ha rincarato la dose affermando che «chi non ha capito è pronto per ritirare una laurea in coglioneria».
Ovviamente e prescindendo dalla raffinatezza dello stile, l’affermazione proviene da persona estremamente qualificata, dalle carte perfettamente in regola in materia di coglioneria, al punto che tra meschine battute da cascamorto alle colleghe in sede internazionale, tra le corna nelle foto di gruppo ostentate sulla testa di qualche capo di governo estero, tra le accuse di essere un kapò a qualche parlamentare europeo ed altre insulse ridicolaggini da Asilo Mariuccia, - che a suo avviso dovrebbero suscitare ilarità, ma stimolano solo disgusto o al più commiserazione, - ha reso il popolo italiano lo zimbello del mondo. Giudizio duro da smentire, visto che nonostante tutto questo sgorbio di dignità e d‘eleganza diplomatica l’Italia se lo ritrova ancora tra gli zibidei, - non si sa bene se per affinità con chi gli ha dato il voto o per effettiva imbecillità di chi l’ha preceduto e con le sue azioni ha spianato la strada a questo revival d’avanspettacolo.
Ciò che offende, comunque, non è tanto il sentirsi apostrofare del coglione da un emerito intenditore, - ché il giudizio dei qualificati esperti della materia va tenuto nel dovuto conto e va accettato come la diagnosi sfavorevole del medico, - quanto il fatto che, con le sue gag da pagliaccio di strada, il poveraccio venga nel suo ruolo interpretato come portavoce di un’intera nazione.
Ovviamente in questo tripudio di cretineria Berlusconi non è solo. Gli tiene buona compagnia anche un certo Gasparri, che non ha mai brillato per la genialità delle intuizioni e che a qualche ora dall’elezione di Obama, forse reduce da qualche festino in onore del neo-eletto, ha affermato: «Sarà contenta Al Qaeda!», quasi il neo presidente americano avesse fatto campagna elettorale da Guantanamo dopo la cattura in Afghanistan o in Iraq tra i tanti terroristi vagabondi.
Certo, è straordinario come cambiano le cose: chi avrebbe mai potuto sospettare che l’America avrebbe dovuto subire le peggiori offese e la derisioni da parte di coloro che sino ad ieri si spacciavano per i suoi più fedeli sostenitori?
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