lunedì, maggio 04, 2009

Quando il lupo non perde il vizio


Lunedì, 4 maggio 2009
Tanto tuonò che piovve. Così il nostro valente presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, vulcanico imprenditore, politico provetto, latin lover consumato, marito non proprio modello, è scivolato su una delle tante bucce di banana che ha seminato in giro, almeno di quelle che ha gettato qua e là negli ultimi dieci anni.
Dopo aver turlupinato gli Italiani con i suoi lacrimevoli predicozzi sui valori della famiglia, l’importanza del ruolo genitoriali nella crescita dei figli, dei quali a quanto pare, almeno a detta della moglie, Veronica Lario, «non ha mai partecipato alla festa dei 18 anni, nonostante invitato». Al contrario, non ha mai rinunciato a presenziare a festini anche goliardici di amici, conoscenti e sconosciuti, magari in «compagnia di qualche minorenne», come ha precisato nel corso delle dichiarazioni rilasciate alla stampa l’ormai ex consorte. Ex consorte che non riesce a spiegarsi come tanti Italiani non facciano una piega davanti alle tante corbellerie raccontate dall’ex marito e gli concedano ancora credito.
«Mi ha detto che vado con le minorenni. Capite? Una cosa incredibile. Si dovrebbe vergognare. Lo ha fatto per mettermi i figli contro», - ha sbottato il Cavaliere sdegnato, - «Questo sarebbe il modo "dignitoso" di comportarsi?», - s’è sfogato in un colloquio con il fido Ghedini, che lo ha difeso nelle tante avventure giudiziarie in cui è incappato in questi anni.
Sicuramente la signora Lario non avrà gradito la meschina manovra di Vittorio Feltri, che, con esemplare buon gusto, ha sbattuto sulla prima pagina di Libero le foto a seno nudo di Veronica, rammentando ai suoi lettori che la predica a Silvio non proveniva certo da un pulpito qualificato. Ma si sa che la guerra apertasi a Macherio sarà lunga e piena di sorprese ed esigerà lo schieramento inequivoco dei fan dell’una e dell’altra parte a sostegno delle opposte ragioni. Ma mentre nel caso della Lario ci troviamo di fronte ad una moglie tradita ed offesa, ad una donna che ha dovuto sopportare in silenzio per anni le esibizioni discutibili di un consorte affetto da inguaribile gallismo e dall’evidente propensione a trascurare i più elementari doveri di padre, dall’altro lato la posta in gioco è ben diversa e rende la questione apparentemente di vita privata di dimensione pubblica, dalle imprevedibili ricadute. Essendo il fedifrago non uomo qualunque ma, ahinoi!, il capo di governo di uno dei Paesi più significativi nello scenario planetario, a lui è sarebbe richiesta anche nel privato una specchiatezza al di fuori del comune: qui non sono in gioco le virtù della moglie di Cesare, ma la rettitudine dello stesso imperatore.
D’altra parte se la storia insegna che se il popolo è disposto a passare sopra anche a delitti ben più gravi commessi dai loro governanti, diverso è l’atteggiamento quando sono in gioco principi morali fondamentali, veri pilastri della convivenza comune: il caso Bill Clinton, capo dello stato più potente della terra, costretto a dimettersi anzitempo per evitare l’inpeachment, dimostra come sulla salvaguardia di certi valori non vi sia alcuna tolleranza popolare.
Ed a questo proposito non può sottovalutarsi che nei prossimi sessanta giorni il Paese sarà chiamato ad un giro elettorale imponente, tra amministrative, europee e referendum e l’ossidazione dell’immagine del leader del partito, che punta ad un nuovo schiacciante successo, può fortemente compromettere i risultati del voto. Appare questo, in definitiva, il vero motivo del cruccio di Berlusconi, che rischia di vedere bruciati gli sforzi prodotti nelle ultime settimane sullo scenario del terremoto abruzzese.
Questa volta, peraltro, ha la chiara sensazione che non servirà smentire, gridare alle campagne comuniste contro di lui, sebbene ancora qualche ora fa abbia parlato «di atto criminale mediatico ai suoi danni e del rapporto con i figli». Quest’autodifesa disperata si manifesta come l’ennesimo maldestro tentativo di arrampicarsi sugli specchi ed il supporto concessogli bellamente dai reggibordone, tra i quali Feltri, rischia di dimostrarsi solo il basso tentativo di capovolgere l’evidenza.
Fatto è che lo stato maggiore del PdL, Berlusconi in testa, si sta concentrando nel valutare i timori che la "sintonia" instaurata con il paese venga incrinata; sui rapporti con il Vaticano, intaccati dal secondo divorzio, e con il mondo cattolico in generale, che già da tempo manifesta con Famiglia Cristiana in prima fila una crescente disaffezione verso un centro-destra rivelatosi assai disattento ai problemi delle famiglie, dei lavoratori e delle classi, che stanno vivendo la crisi attanagliante sempre più drammaticamente. Sul suo tavolo c'è già uno studio che mette in bilico due milioni di voti "cattolici". Potenziali elettori che potrebbero optare per il "non voto" alle prossime europee e che potrebbero ridimensionare la spocchia del premier se non rappresentare l’inizio di un’inarrestabile inversione di tendenza
Per non parlare dei rapporti sempre più critici con Gianfranco Fini. I due avevano un appuntamento per giovedì scorso. Il premier lo ha annullato. E non a caso. Il presidente della Camera sembra il maggiore indiziato del temporale abbattutosi in casa Berlusconi, che accusa l'editoriale contro il "velinismo" di "Fare Futuro", la fondazione che fa capo proprio a Fini, di essere stato la scintilla ha fatto esplodere la signora Lario. Poco rileva che Silvio medesimo con i suoi censurabili comportamenti abbia imbottito d’esplosivo un menage ormai solo in attesa del botto finale.
Recita un vecchio adagio che chi è causa del suo male non deve che piangere se stesso. Ma nel caso del nostro personaggio c’è il fondato sospetto che, come per tutte le sue vicende passate, saranno i cittadini a dover piangere, cominciando a sciropparsi l’ennesima telenovela sui nemici e gli invidiosi di un cavaliere senza macchia, di un esempio di integerrima correttezza, costretto alla trincea persino da una moglie ingrata, anch’ella vittima incosciente della propaganda sovversiva.


(nella foto: Veronica Lario e Silvio Berlusconi)

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