Ennesimo exploit di Berlusconi: adesso è anche modello di buona creanza
Lunedì, 19 luglio 2010
L’on. Di Pietro s’è lamentato delle intemperanze verbali di Berlusconi, che nel corso di una visita all’Ecampus di Novedrate compiuta oggi avrebbe messo in discussione la qualità dei suoi studi per conseguire la laurea in giurisprudenza.
Analoga protesta ha levato Rosy Bindi, presidente del PD, alla quale facendo leva sulla consueta signorilità di cui è naturalmente dotato, il presidente del consiglio ha rivolto i complimenti per la bruttezza. «Mi accusano sempre di circondarmi di belle ragazze senza cervello,» - avrebbe detto il premier secondo quanto riferito da alcuni partecipanti alle agenzie di stampa. - «Ecco invece qui delle belle ragazze che si sono laureate con il massimo dei voti e che non assomigliano certo a Rosy Bindi.»
Ma evidentemente i due bersagli delle facezie - alquanto idiote, a dire il vero, - di un capo di governo pronto a sparare qualunque minchiata pur di occupare le prime pagine dei giornali, non hanno avuto il buon senso di non dare alcun peso a queste affermazioni e hanno preferito replicare, scadendo così di livello e contravvenendo al sono principio che il silenzio in certe ci.rcostanze è più fastidioso delle urla sguaiate.
A nostro avviso i due interessati hanno sottovalutato alcuni aspetti. In prima battuta perché le battute sono state proferite in un ambiente culturalmente a lui molto familiare, un liquido amniotico nel quale ha sempre sguazzato in perfetto agio, trattandosi di un’università fondata dal creatore del mitico CEPU, Francesco Polidori, nelle cui qualificatissime aule si sono formati insigni nobel per la letteratura, la matematica, la chimica e, soprattutto, le materie giuridiche, tant’è vero che parecchi dei suoi consiglieri in questa nobile scienza debbono provenire da quelle fila, sebbene non abbiano mai voluto ammetterlo per eccesso di modestia. Scondariamente ,perché con tutti i guai che in queste ore l’assediano, - Dell’Utri, Verdini, Cappellacci, Fini, l’enigmatico Tremonti, e per economia di spazio chiudiamo qui la triste lista, - una battuta scherzosa alla volta dei suoi avversari sarà servita al buon Silvio per alleggerire il clima in cui sta trascorrendo le giornate.
E poi, non è certo la prima volta che il simpatico gigante della gag e gnomo della politica ricorre a queste scenette d’avanspettacolo per stemperare le frustrazioni o, presumibilmente, per collocare un gancio traino e rimorchiare qualche sprovveduta, divertita dall’innata verve dell’indomabile playboy. E’ scritto in tutti i bignamini per tomber de femmes che le donne per lasciarsi circuire debbono ridere, che la risata allenta le difese e permette all’insidiatore di mettere a buon frutto la fatica delle sue avances, più o meno dissimulate.
Così, invece di lasciar perdere e dare alle esternazioni di Berlusconi il dovuto peso, Di Pietro ha tuonato: «Berlusconi, invece di continuare a offendere la mia storia personale, rinunci ad avvalersi dell'insindacabilità prevista dall'articolo 68 della Costituzione, così vedremo davanti ai giudici chi ci capisce di più non solo di italiano ma anche di diritto. Le sue dichiarazioni,» - aggiunge il leader dell'IdV - «già più volte sono state ritenute diffamatorie dai giudici ma Berlusconi ha sempre approfittato dell'articolo 68 della Costituzione. Anche per queste sue ultime affermazioni lo querelerò augurandomi che si decida ad affrontarmi a viso aperto in un' Aula di Tribunale,» dimostrando così quanto manchi di senso dell’humor e del fair play.
Più elegante la Bindi, che, sebbene avrebbe potuto lasciar correre e così far intendere al vecchio astioso che le sue velenose frecciate non erano andate a segno, ha preferito il commento caustico ma garbato: «Faccio i miei complimenti alle studentesse per il conseguimento della laurea. Su quello che ha detto il presidente del Consiglio mi limito con tristezza a prendere atto che, tra i tanti segnali della fine dell'impero, c'è anche questa ormai logora ripetitività delle sue volgarità».
Non c’è che dire: c’è da esser fieri di avere un presidente del consiglio così al di sopra delle piccole beghe da bassofondo e dalle così alte capacità di ergersi a modello per i tanti giovani presenti alla sceneggiata e in procinto di intraprendere il lungo cammino dell’inserimento nel mondo del lavoro e degli adulti.
Dopo questa ennesima dimostrazioni delle sue insuperabili capacità di insigne uomo di stato e di faro culturale, nonché di gran maestro dei metodi di Monsignor Della Casa, chissà che il mecenate Polidori non voglia elargire a Silvio Berlusconi una laurea honoris causa e magari una cattedra nella sua prestigiosa università, così quando il Nostro avrà terminato la sua fulgida carriera da politicante non abbia a tediarsi negli ozi di Arcore o ad inseguire manieristicamente le sottane.
Analoga protesta ha levato Rosy Bindi, presidente del PD, alla quale facendo leva sulla consueta signorilità di cui è naturalmente dotato, il presidente del consiglio ha rivolto i complimenti per la bruttezza. «Mi accusano sempre di circondarmi di belle ragazze senza cervello,» - avrebbe detto il premier secondo quanto riferito da alcuni partecipanti alle agenzie di stampa. - «Ecco invece qui delle belle ragazze che si sono laureate con il massimo dei voti e che non assomigliano certo a Rosy Bindi.»
Ma evidentemente i due bersagli delle facezie - alquanto idiote, a dire il vero, - di un capo di governo pronto a sparare qualunque minchiata pur di occupare le prime pagine dei giornali, non hanno avuto il buon senso di non dare alcun peso a queste affermazioni e hanno preferito replicare, scadendo così di livello e contravvenendo al sono principio che il silenzio in certe ci.rcostanze è più fastidioso delle urla sguaiate.
A nostro avviso i due interessati hanno sottovalutato alcuni aspetti. In prima battuta perché le battute sono state proferite in un ambiente culturalmente a lui molto familiare, un liquido amniotico nel quale ha sempre sguazzato in perfetto agio, trattandosi di un’università fondata dal creatore del mitico CEPU, Francesco Polidori, nelle cui qualificatissime aule si sono formati insigni nobel per la letteratura, la matematica, la chimica e, soprattutto, le materie giuridiche, tant’è vero che parecchi dei suoi consiglieri in questa nobile scienza debbono provenire da quelle fila, sebbene non abbiano mai voluto ammetterlo per eccesso di modestia. Scondariamente ,perché con tutti i guai che in queste ore l’assediano, - Dell’Utri, Verdini, Cappellacci, Fini, l’enigmatico Tremonti, e per economia di spazio chiudiamo qui la triste lista, - una battuta scherzosa alla volta dei suoi avversari sarà servita al buon Silvio per alleggerire il clima in cui sta trascorrendo le giornate.
E poi, non è certo la prima volta che il simpatico gigante della gag e gnomo della politica ricorre a queste scenette d’avanspettacolo per stemperare le frustrazioni o, presumibilmente, per collocare un gancio traino e rimorchiare qualche sprovveduta, divertita dall’innata verve dell’indomabile playboy. E’ scritto in tutti i bignamini per tomber de femmes che le donne per lasciarsi circuire debbono ridere, che la risata allenta le difese e permette all’insidiatore di mettere a buon frutto la fatica delle sue avances, più o meno dissimulate.
Così, invece di lasciar perdere e dare alle esternazioni di Berlusconi il dovuto peso, Di Pietro ha tuonato: «Berlusconi, invece di continuare a offendere la mia storia personale, rinunci ad avvalersi dell'insindacabilità prevista dall'articolo 68 della Costituzione, così vedremo davanti ai giudici chi ci capisce di più non solo di italiano ma anche di diritto. Le sue dichiarazioni,» - aggiunge il leader dell'IdV - «già più volte sono state ritenute diffamatorie dai giudici ma Berlusconi ha sempre approfittato dell'articolo 68 della Costituzione. Anche per queste sue ultime affermazioni lo querelerò augurandomi che si decida ad affrontarmi a viso aperto in un' Aula di Tribunale,» dimostrando così quanto manchi di senso dell’humor e del fair play.
Più elegante la Bindi, che, sebbene avrebbe potuto lasciar correre e così far intendere al vecchio astioso che le sue velenose frecciate non erano andate a segno, ha preferito il commento caustico ma garbato: «Faccio i miei complimenti alle studentesse per il conseguimento della laurea. Su quello che ha detto il presidente del Consiglio mi limito con tristezza a prendere atto che, tra i tanti segnali della fine dell'impero, c'è anche questa ormai logora ripetitività delle sue volgarità».
Non c’è che dire: c’è da esser fieri di avere un presidente del consiglio così al di sopra delle piccole beghe da bassofondo e dalle così alte capacità di ergersi a modello per i tanti giovani presenti alla sceneggiata e in procinto di intraprendere il lungo cammino dell’inserimento nel mondo del lavoro e degli adulti.
Dopo questa ennesima dimostrazioni delle sue insuperabili capacità di insigne uomo di stato e di faro culturale, nonché di gran maestro dei metodi di Monsignor Della Casa, chissà che il mecenate Polidori non voglia elargire a Silvio Berlusconi una laurea honoris causa e magari una cattedra nella sua prestigiosa università, così quando il Nostro avrà terminato la sua fulgida carriera da politicante non abbia a tediarsi negli ozi di Arcore o ad inseguire manieristicamente le sottane.
(nella foto, un tomber de femmes in azione)
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