venerdì, luglio 02, 2010

Ryanair – Al via la pipì a gettone


Venerdì, 2 luglio 2010
La notizia è su tutti i quotidiani di oggi: Ryanair, la compagnia low cost irlandese, gestita dal geniale quanto bizzarro Michael O’Leary, ha annunciato la prossima installazione di sgabelli a bordo dei propri aerei, che consentiranno ai passeggeri che per tale soluzione opteranno di viaggiare in piedi a costo irrisorio. L’innovazione, - che registra lo scetticismo delle autorità aeronautiche comunitarie, - sarà realizzata con la rimozione di alcune file di sedili posteriori, oltre che di una toilette, e dovrebbe permettere l’incremento dell’offerta di posti a bordo.
Ancorché balzana, l’idea se per certi versi fa sorride, visto che non si riesce ad immaginare un aereo come un qualunque vagone di metropolitana, con passeggeri pigiati e appesi ad un maniglione pendente da un corrimano, per altri versi stizzisce un po’, se si pensa che parte dei posti in questione saranno realizzati con la soppressione della toilette, che a partire da quel momento potrà essere fruita solo a pagamento.
Premesso che Ryanair non è nuova all’invenzione di soluzioni discutibili sul piano della funzionalità dei servizi e sul rispetto dei bisogni più elementari dei passeggeri, - storica la decisone di non imbarcare sui propri aeromobili i disabili perché bisognosi di un’assistenza non prevista dalla sua carta dei servizi, cassata dopo anni di durissimi scontri con ordinanza comunitaria, - includere l’uso della toilette nella politica dei “no frills” sembra francamente azzardato.
Mentre è comprensibile che la scelta di portarsi dietro un bagaglio voluminoso o pesante rientri tra le facoltà del passeggero, che potrà preventivamente decidere il contenuto e la dimensione della valigia prima di intraprendere il viaggio, avvalendosi della possibilità di pagare un sovrapprezzo, non altrettanto comprensibile sembra la decisone di imporre una “crap tax” o una “piss fee” , - per dirla all’inglese, - a tutti coloro che dovessero avvertire un bisogno corporale irrefrenabile, la cui soddisfazione non è certo programmabile prima di intraprendere il viaggio.
Certo, non può escludersi la nascita di un fiorente business presso i tabaccai siti negli scali praticati da Ryanair, rappresentato da pappagalli e padelle, nonché sacchetti a conformazione glutea, in grado di sopperire con furbesco fai da te alla gabella imposta dalla compagnia, possibilmente venduti ad un prezzo competitivo rispetto all’euro programmato dai sagaci responsabili marketing di O’Leary. C’è tuttavia da credere che la genialità della compagnia sarebbe in grado d’inventarsi in questo caso un’altra diavoleria, magari sotto forma di tassa sullo smaltimento di quei rifiuti organici.
La verità è che da quando s’è aperta la guerra delle tariffe, nel trasporto aereo succede di tutto e questa ipotesi idiota di Ryanair non è che l’ultima boutade in un mercato che al punto in cui è arrivato non più possibile pensare solo alla sicurezza, ma è necessario cominciare ad affrontare anche aspetti che ledono la dignità personale, la cui omissione favorisce ignobili speculazioni. Per fare un esempio, se è comprensibile per ragioni di sicurezza il divieto di portare a bordo liquidi, non è ammissibile consentire alle compagnie di taglieggiare i passeggeri per un bicchiere d’acqua. Delle due, l’una: o l’acqua viene distribuita gratuitamente su semplice richiesta o si consente di imbarcare la classica bottiglia, al più sigillata, per poter soddisfare un eventuale bisogno durante il volo. E chi sostiene che ciò è già consentito fa questa affermazione in palese malafede, dato che 33 cl d’acqua (quota ammessa) non sono certamente sufficienti a soddisfare il fabbisogno per un volo che può durare anche 14/15 ore.
In ogni caso, se queste iniziative di Ryanair, - che se non stoppate per tempo rischiano di fare proseliti, - dovessero prender piede, a quando la prossima iniziativa di fantozziana memoria di far spingere l’aereo ai passeggeri per risparmiare sui costi del carburante in fase di decollo? Anche questa potrebbe essere un’idea da non trascurare, così come se i passeggeri fossero obbligati a soffiare in apposite cannucce connesse con il sistema d’alimentazione dei motori dell’aereo per tutta la durata del volo i costi di crociera si ridurrebbero al minimo e l’aereo potrebbe finalmente assumere lo stesso ruolo di un mezzo di trasporto urbano a tariffe equivalenti.
Confessiamo di non aver mai volato con la compagnia in questione, non solo perché non si è mai presentata l’occasione, ma forse per una sorta di preconcetta antipatia per i metodi, - disgraziatamente emulati da altre compagnie, - a metà strada tra il ridicolo e il brutale che adotta nei confronti dei suoi malcapitati utenti (limitazioni di bagaglio al seguito, limitatezza dei servizi, sovrapprezzo ticketing per pagamenti on line, costi supplementari per assicurazioni, decentralità degli scali serviti, ecc.), ma in occasione dell’introduzione di un eventuale “piss fee” non escluderemmo di farlo, magari per il solo gusto di farla sulla moquette e, per dirla alla Jannacci, vedere di nascosto l’effetto che fa.

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