lunedì, gennaio 24, 2011

La barbarie dell’esistenza

Lunedì, 24 gennaio 2011
Ieri un sondaggio del professor Renato Mannheimer sembra aver confermato ciò che Silvio Berlusconi predica da sempre. Gli Italiani sono con lui, nonostante magistrati, oppositori e adesso anche la Chiesa gli muovano accuse infamanti e gli consiglino di farsi da parte.
Comunque siano state condotte le rilevazioni di Mannheimer e, dunque, al di là della loro precisione, non può non prendersi atto di un atteggiamento generale del Paese che svogliatamente segue questa storiella di puttane in erba, professioniste del sesso, lenoni presunti, profittatori attempati e palesi violazioni del codice penale, che vietano di sollazzarsi con ragazzine minorenni e d’abusare dell’autorità derivante dal proprio ruolo per costringere un’istituzione a bypassare norme di legge.
Alla canea scatenatasi dopo che il premier è stato colto in fallo, - senza allusione alcuna, - si sono associati giornalisti, intellettuali, conduttori di talk show, comici, vignettisti, oltre a politici e mestatori vari di professione, ai quali non è sembrato vero d’aver trovato un altro argomento sul quale scatenare un battage mediatico destinato a durare nel tempo, in difesa e in accusa dei fatti cui si parla.
Ovviamente in questo circo mediatico, che si contrappone al Barnum politico nel quale vegetiamo da oltre tre lustri, non sono mancati gli idioti e le facce di bronzo, pronti ad avanzare ipotesi interpretative sciocche e irriverenti, pur di poter associare il loro nome all’esercito dei critici alla ribalta.
Si va dalla Santanché, quella Daniela che dichiarava di stare antipatica al mitico Cavaliere solo perché si rifiutava di dargliela, - cosa alla quale non sono mai stati molti a credere, vista la qualità delle signorine con le quali Berlusconi si è consolato in attesa che lei si pentisse, - che difende oscenamente e con argomenti risibili il suo padrone anche davanti all’evidenza, ai mesti Frattini e Alfano, rispettivamente ministri scodinzolanti del governo dell’inquisito, proni ad avallare la tesi della congiura giudiziaria ai danni del presidente del consiglio.
Ci sono poi i coimputati, come Emilio Fede, che - dimentico del fatto di quanto sia noto al modo che la sua lingua ha le dimensioni di quella d’un bovino, per detergere con la dovuta cura le terga del suo dante causa, - giunge a dichiarare pubblicamente, e smentendo schiere di testimonianze e le evidenze emerse dalle indagini, che lui non ha mai portato ragazze ad Arcore e non ha mai assistito a scene hard nelle cene e nei dopo cena a Villa S. Martino. Su quest’ultimo punto non ha comunque chiarito se perché avesse scordato a casa gli occhiali o fosse caduto in sonno profondo a causa delle probabili libagioni a base di liquidi pregiati.
Ma mentre qualcuno come Vittorio Zucconi, inviato de la Repubblica negli USA, fa sapere che in quel Paese, non certo esente da qualche peccatuccio a luci rosse dei suoi presidenti, la concezione dell’etica politica ci fa passare tutti per porci, dato che le mancate reazioni del popolo suonano come una sorta d’assoluzione per il premier, c’è su altra sponda un Piero Ostellino del Corriere della Sera, che implicitamente assolve Silvio da ogni accusa di dedicarsi eccessivamente a giochetti poco edificanti, e sproloquia sulle donne, secondo lui sedute sulla chiave delle loro fortune nonostante non tutte ne abbiano contezza. Evidentemente il signor Ostellino, per quanto non abbia precisato se nutra la stessa convinzione nei confronti dei componenti femminile della sua famiglia, dimostra di avere un altissimo concetto delle donne, che avrebbe fatto meglio a definire solo femmine nel corso dell’esposizione della sua nobile teoria scientifica.
In ultima analisi e guardando oltre il senso di squallore e di vomito che provoca questa ennesima vicenda, nella quale è coinvolto un personaggio che da troppo tempo ostenta il più plateale disprezzo per le leggi e la morale, crediamo che due siano gli aspetti sui quali, comunque vadano le cose, si uscirà irrimediabilmente sconfitti.
Il primo riguarda proprio le donne, ricacciate nella fogna culturale che le vede da sempre solo un oggetto, un apparato sessuale casualmente dotato di altre appendici corporee meno pregiate, di cui la testa è certamente la meno interessante e le gambe non sono altro che una sorta di passaggio a livello per la loro ascesa sociale: ogni apertura del passaggio a livello accredita loro ulteriore punteggio e quando il meccanismo si dovesse inceppare, vuoi per ragioni d’età che magari per presa di coscienza, allora perdono ogni valore.
Il secondo non è meno deprimente e riguarda la capacità di un popolo, di una nazione, di subire con indifferenza ogni sorta di vilipendio dei propri diritti d'eguaglianza di fronte alla legge ed alla propria dignità di esseri umani, che li vorrebbe capaci di ribellarsi ad ogni asservimento immorale e civile e non mesti burattini senz’anima, schiavi di ogni umore e desiderio del potere, anche quello oscurantistico e infame.

(nella foto, Piero Ostellino, ex direttore del Corriere della Sera e "nuovo guru" della liberazione dela donna)

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