Il Paese di merda
Domenica, 18 settembre 2011
Immaginiamo che per anni il signor Berlusconi, i suoi cortigiani ed i suoi equivoci amici abbiano fatto i loro bisogni in un’improvvisata discarica nei pressi di casa, nascosta agli occhi della gente comune, ma assai comoda, visto che lasciava lindi i servizi domestici e, più che atro, non ammorbava di fetidabondi effluvi le stanze del potere. Poi, un bel giorno, la collinetta che nel frattempo s’era creata per sedimentazione progressiva, comincia a franare e investe poco a poco il palazzo regio, sino a circondarlo e ad assediarlo con i suoi odoracci sgradevoli, al punto da non poter più passare inosservato lo scempio compiuto nel corso degli anni e disvelarsi in tutta la sua drammatica opera di inquinamento sistematico.
Ecco il quadretto che pian pianino sta prendendo corpo agli occhi degli italiani. Un quadretto nel quale il guano rappresentato dai Tarantini, dai Lavitola, dagli interessi incrociati di Bertolaso con affaristi border line, smottando gradualmente fa affiorare qualche sozzo indumento intimo o qualche camice d’infermiera dismesso ora da Ruby Rubacuori o da Sabina Began, ora da Patrizia D’Addario ora da Nicol Minetti. E questo è ciò che affiora. Figuriamoci cosa rischia di venire alla luce nel momento in cui le operazioni di scavo in quella melma si concluderanno, visto che qualche magistrato – solito affiliato alle falangi maoiste che infestano l’ordine giudiziario del Belpaese – ha deciso con il consueto e incontenibile fumus persecutorio di ficcare il naso nelle questioni “private” del premier.
E’ chiaro che anche questa volta Silvio Berlusconi griderà sdegnato allo scandalo, alla protervia di un nucleo di brigatisti irriducibili che ormai sono riusciti a reclutare adepti anche nella procura di Napoli, quasi non bastassero quelli presenti nel covo di Milano, sebbene e forse involontariamente una mezza via d’uscita se la sia già creata, dichiarando al suo amico Lavitola in una conversazione telefonica non sospetta, che lui fa il premier “a tempo perso” avendo esigenza di dedicarsi con maggiore impegno e devozione alla “pelosetta”, della quale non riesce a fare a meno e nella cui gestione si ritrova impegnato per buona parte della giornata.
Insomma , ricordate Lucio Battisti e le sue 10 ragazze? Beh, il Lucione nazionale era un poveraccio. Al super macho Silvio se non son 40 gli rimane l’appetito, un languore che si porta dietro tutto il giorno e che la sera, se non se lo toglie, non gli consente nemmeno di prender sonno.
Dunque, se questa è la semplice vera evidenza, di cosa lo dovrebbero accusare gli italiani? Tutti hanno il diritto di curare i propri affari privati e di dedicare il tempo che ritengono necessario agli hobby. Lui fa il presidente del consiglio “a tempo perso”, l’ha dichiarato in modo inequivoco e in tempi non sospetti, e dunque, politicamente è a posto. Nessuno gli può chiedere di più. E poi notoriamente gli Italiani sono arrangioni e traffichini: sono anni che tra DC e socialisti, repubblicani e socialdemocratici se la cavano benissimo anche coi governi che non governano. PdL e Lega non hanno fatto che seguire le orme tracciate già da qualcun altro.
Sul fronte magistrati, non c’è dubbio alcuno: sono una categoria di frustrati invidiosi, ai quali la “pelosetta” fa certamente gola, ma per mille ragioni non se la possono permettere e allora scatenano ignobili persecuzioni ai danni dei più fortunati, in base alla difesa d’incredibili quanto insostenibili principi moralisti e bacchettoni. Lui pagava le ragazze? Ma quando mai!, solo maldicenze costruite ad arte per farlo apparire non come un play boy, com’è nei fatti, quanto un vecchietto con il vizietto da soddisfare solo a pagamento. In realtà i soldi spesi non sono stati il corrispettivo di nessuna prestazione mercenaria, ma solo un atto di liberalità nei confronti di tante giovani sfortunate, alle quali s’è data una mano per sopravvivere: cos’è la vita e che significato ha se non ti puoi permettere una bora di Louis Vuitton o un abitino di Versace? Attenzione, s’è “data” una mano non s’è “messa” una mano come vorrebbe insinuare qualche volgare denigratore. Ecco, quei regali, sì in denaro ma equivocati da persecutori opportunisti, sarebbero divenuti la prova tangibile di rapporti piccanti a pagamento. Menti malate! Terroristi al servizio delle opposizioni!, che non hanno argomenti migliori per attentare alla legittimità del potere sancito dal voto popolare.
Se si guarda poi all’attività politica di questo governo, non si può che restare esterrefatti alla luce dell’impegno “a tempo perso” che è stato dedicato ai problemi del Paese. S’è organizzato un G8 da favola, recuperando lo stato d’abbandono in cui versavano alcune zone della Sardegna; s’è risolto il problema d’un terremoto sconvolgente a L’Aquila, che ha colpito migliaia di cittadini; s’è data una regolata ai fannulloni del pubblico impiego, interpretando alla lettera il sentimento popolare di odio verso atavici scansafatiche; s’è modernizzata la scuola, mandando a casa migliaia di parassiti intenti a rubare solo stipendi pubblici invece d’assolvere la loro missione d’insegnati; s’è fatto qualche provvedimento per tagliare le pensioni, la zavorra di vecchi convinti di poter campare a spese del pubblico bilancio; s’è tagliato lo sconcio di invalidi e storpi, che offuscavano l’immagine del gallismo nazionale; s’è dato qualche contentino ai ricchi, con scudi fiscali e un po’ di fumo sulla lotta all’evasione fiscale, ché sono quelli che con il risparmio mettono in moto gli investimenti; s’è tagliato qualcosa nella sanità, giusto perché troppe medicine è provato fanno male; e dopo tutto ciò, premesso che qualcosa s’è trascurata nell’elenco, s’osa parlare di disimpegno o di malgoverno?
La verità è che il popolo non è mai contento ed è sempre pronto a colpire alle spalle i suoi benefattori. Poi, diciamocelo con assoluta franchezza, l’Italia è un paese di merda, come acutamente ha fatto osservare il nostro premier, e non c’è niente che sia meritevole di riconoscenza. Poco importa che il Silvio Berlusconi sia oramai sulla scena da oltre tre lustri e, come provano i fatti, un grosso contributo a questa merda l’abbia dato proprio lui.
(nella foto, Giampaolo Tarantini)
Ecco il quadretto che pian pianino sta prendendo corpo agli occhi degli italiani. Un quadretto nel quale il guano rappresentato dai Tarantini, dai Lavitola, dagli interessi incrociati di Bertolaso con affaristi border line, smottando gradualmente fa affiorare qualche sozzo indumento intimo o qualche camice d’infermiera dismesso ora da Ruby Rubacuori o da Sabina Began, ora da Patrizia D’Addario ora da Nicol Minetti. E questo è ciò che affiora. Figuriamoci cosa rischia di venire alla luce nel momento in cui le operazioni di scavo in quella melma si concluderanno, visto che qualche magistrato – solito affiliato alle falangi maoiste che infestano l’ordine giudiziario del Belpaese – ha deciso con il consueto e incontenibile fumus persecutorio di ficcare il naso nelle questioni “private” del premier.
E’ chiaro che anche questa volta Silvio Berlusconi griderà sdegnato allo scandalo, alla protervia di un nucleo di brigatisti irriducibili che ormai sono riusciti a reclutare adepti anche nella procura di Napoli, quasi non bastassero quelli presenti nel covo di Milano, sebbene e forse involontariamente una mezza via d’uscita se la sia già creata, dichiarando al suo amico Lavitola in una conversazione telefonica non sospetta, che lui fa il premier “a tempo perso” avendo esigenza di dedicarsi con maggiore impegno e devozione alla “pelosetta”, della quale non riesce a fare a meno e nella cui gestione si ritrova impegnato per buona parte della giornata.
Insomma , ricordate Lucio Battisti e le sue 10 ragazze? Beh, il Lucione nazionale era un poveraccio. Al super macho Silvio se non son 40 gli rimane l’appetito, un languore che si porta dietro tutto il giorno e che la sera, se non se lo toglie, non gli consente nemmeno di prender sonno.
Dunque, se questa è la semplice vera evidenza, di cosa lo dovrebbero accusare gli italiani? Tutti hanno il diritto di curare i propri affari privati e di dedicare il tempo che ritengono necessario agli hobby. Lui fa il presidente del consiglio “a tempo perso”, l’ha dichiarato in modo inequivoco e in tempi non sospetti, e dunque, politicamente è a posto. Nessuno gli può chiedere di più. E poi notoriamente gli Italiani sono arrangioni e traffichini: sono anni che tra DC e socialisti, repubblicani e socialdemocratici se la cavano benissimo anche coi governi che non governano. PdL e Lega non hanno fatto che seguire le orme tracciate già da qualcun altro.
Sul fronte magistrati, non c’è dubbio alcuno: sono una categoria di frustrati invidiosi, ai quali la “pelosetta” fa certamente gola, ma per mille ragioni non se la possono permettere e allora scatenano ignobili persecuzioni ai danni dei più fortunati, in base alla difesa d’incredibili quanto insostenibili principi moralisti e bacchettoni. Lui pagava le ragazze? Ma quando mai!, solo maldicenze costruite ad arte per farlo apparire non come un play boy, com’è nei fatti, quanto un vecchietto con il vizietto da soddisfare solo a pagamento. In realtà i soldi spesi non sono stati il corrispettivo di nessuna prestazione mercenaria, ma solo un atto di liberalità nei confronti di tante giovani sfortunate, alle quali s’è data una mano per sopravvivere: cos’è la vita e che significato ha se non ti puoi permettere una bora di Louis Vuitton o un abitino di Versace? Attenzione, s’è “data” una mano non s’è “messa” una mano come vorrebbe insinuare qualche volgare denigratore. Ecco, quei regali, sì in denaro ma equivocati da persecutori opportunisti, sarebbero divenuti la prova tangibile di rapporti piccanti a pagamento. Menti malate! Terroristi al servizio delle opposizioni!, che non hanno argomenti migliori per attentare alla legittimità del potere sancito dal voto popolare.
Se si guarda poi all’attività politica di questo governo, non si può che restare esterrefatti alla luce dell’impegno “a tempo perso” che è stato dedicato ai problemi del Paese. S’è organizzato un G8 da favola, recuperando lo stato d’abbandono in cui versavano alcune zone della Sardegna; s’è risolto il problema d’un terremoto sconvolgente a L’Aquila, che ha colpito migliaia di cittadini; s’è data una regolata ai fannulloni del pubblico impiego, interpretando alla lettera il sentimento popolare di odio verso atavici scansafatiche; s’è modernizzata la scuola, mandando a casa migliaia di parassiti intenti a rubare solo stipendi pubblici invece d’assolvere la loro missione d’insegnati; s’è fatto qualche provvedimento per tagliare le pensioni, la zavorra di vecchi convinti di poter campare a spese del pubblico bilancio; s’è tagliato lo sconcio di invalidi e storpi, che offuscavano l’immagine del gallismo nazionale; s’è dato qualche contentino ai ricchi, con scudi fiscali e un po’ di fumo sulla lotta all’evasione fiscale, ché sono quelli che con il risparmio mettono in moto gli investimenti; s’è tagliato qualcosa nella sanità, giusto perché troppe medicine è provato fanno male; e dopo tutto ciò, premesso che qualcosa s’è trascurata nell’elenco, s’osa parlare di disimpegno o di malgoverno?
La verità è che il popolo non è mai contento ed è sempre pronto a colpire alle spalle i suoi benefattori. Poi, diciamocelo con assoluta franchezza, l’Italia è un paese di merda, come acutamente ha fatto osservare il nostro premier, e non c’è niente che sia meritevole di riconoscenza. Poco importa che il Silvio Berlusconi sia oramai sulla scena da oltre tre lustri e, come provano i fatti, un grosso contributo a questa merda l’abbia dato proprio lui.
(nella foto, Giampaolo Tarantini)
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page