Talebani pontifici
Martedì, 27 settembre 2011
Chi è convinto che Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, abbia ammorbidito la sua posizione di difesa ad ogni costo d’una Chiesa collocata nella torre eburnea e stia cedendo ad una revisione dei ranghi sull’onda degli scandali sessuali che sempre più investono gli apparati ecclesiastici, probabilmente sbaglia. Infatti, anche il Papa sembra avvezzo all’eterno esercizio ipocrita di predicare bene razzolare malissimo.
Alcune delle dichiarazione del capo del cattolicesimo nella recente visita in terra patria sembrerebbero confermare l’opera di revisione in corso, se non fosse che, - senza alcuna pretesa d’insegnare a colui che nell’ortodossia cattolica rappresenta il verbo in terra quali siano i requisiti della credibilità delle dichiarazioni, - i buoni propositi debbono essere seguiti, se non addirittura preceduti, da fatti concreti che rendano incontrovertibile ciò che, altrimenti, rischia d’apparire solo un buon proposito se non addirittura un esercizio di demagogia dozzinale.
E a rendere dubbie, se non a smentire, le parole di Benedetto XVI ecco che interviene qualche cicisbeo in abito talare, intriso di una cultura integralista e di retorica oscurantista, che si arroga il diritto di scendere in campo per rilasciare demenziali giudizi su ciò che costituisce lo spartiacque tra morale e antimorale.
Uno dei talebani in gonnella risponde al nome di Giacomo Babini ed è un famigerato omofobo e antisemita, non nuovo a sortite sconcertanti, che non ha mai perso l’occasione – deve ritenersi con il consenso delle alte sfere vaticane, visto il suo ruolo di vescovo emerito di Grosseto che gli è attribuito – per attaccare con ferocia inaudita in primo luogo la diversità.
Questa volta interviene nel maldestro tentativo di difendere il presidente del consiglio, quasi fosse questo colui che gli passa lo stipendio e gli consenta di vivere nelle mollezze della sua alta carica ecclesiale. «Credo che oggi sia in atto una vera caccia al Berlusconi, se penso che buona parte dei giornali è dedicata a lui e che ben quattro procure gli dedicano esagerate attenzioni. - sottolinea il presule - Penso che sarebbe utile lasciarlo governare e aspettare che la recente manovra finanziaria dia i suoi frutti. Molti osservatori sembrano più intenzionati a fare cadere il governo che alla fedele aderenza alla realtà».
E questa patetica difesa del premier non subisce tentennamenti nemmeno quando gli si fa notare che quella di Berlusconi non sembrerebbe proprio una vita ad esempio dei dettami del cattolicesimo. «E’ vero, non mi sembra un modello, ma oggi la politica spesso si fa con le mutande e non con la testa. Tuttavia, sarebbe bene accertare realmente che Berlusconi abbia fatto cose malvagie e i baccanali. Non è pensabile condannare una persona solo per sentito dire».
E’ probabile che Babini, considerata l’attempata età e la comprensibile caduta d’interesse per i fatti salienti della vita e del mondo sia più dedito alla lettura di fumetti come Zagor o Superman, piuttosto che ai giornali seri, dove quotidianamente è reperibile un’ampia letteratura dei dialoghi piccanti tra il premier e suoi pusher abituali di troiette, possibilmente senza mutande per restare in tema. Ma a Babini tutto ciò non sembra interessare, anzi è forse persino irrilevante. E’ molto più rilevante, invece, sparare fango a raffica per chi, non si sa bene in base a quale teoria razzista che gli infetta il DNA, diversamente da lui osa attaccare il leader del PdL, ribattezzato da qualche acuto buontempone in Partito della Libidine.
Nel mirino c’è allora Vendola, che rappresenta per Babini un vero cruccio esistenziale. «Io non ne posso più della retorica inutile di Vendola. – confessa - Credo, da cattolico, che la omosessualità praticata sia un peccato gravissimo e contro natura, certamente peggiore di chi va con l'altro sesso. Alla luce dei fatti, senza stilare classifiche, Vendola pecca molto di più di Berlusconi». Ovviamente le attenzioni per qualche minorenne, anche di sesso maschile, manifestate e pratricate da tanti suoi compagni di merenda, per il presule illuminato, debbono considerarsi maggiormente edificanti e degne d’assoluzione divina più di quanto invece non sia il “vizietto” attribuito a Vendola.
Esternazioni choc, che l’interessato non risparmia ad ogni sorta di diversità sessuale e razziale. Famose sono quelle contro gli ebrei (alcune delle quali smentite tramite la CEI, ma sempre confermate dall'autore dell'intervista) e musulmani. «Nella storia sono stati perseguitati ed è vero. - dichiarò a proposito degli ebrei - Ma loro non fanno e non hanno mai fatto molto per farsi benvolere ed amare, hanno i loro peccati commessi come e forse più degli altri e poi sono tremendamente attaccati ai soldi. Gli ebrei usano la shoah come una clava».
Ma il suo vero chiodo fisso è sempre stato quello degli omosessuali. Dopo aver sostenuto la necessità di «non dare la comunione a Vendola e agli omosessuali conclamati», Babini ha anche asserito che «gli omosessuali sono dei malati e nel nome di un populismo da quattro soldi non è possibile paragonare un gay con un essere normale».
Chissà cosa penserà Babini delle dichiarazioni di Bagnasco alla CEI di ieri, dove, pur senza mai menzionare il nome di Berlusconi, non si è certo risparmiato una critica ferocissima al suo stile di vita ed alla corruzione morale di cui, a suo giudizio, il premier è affetto. Magari per bocca di questo ayatollah alla vaccinara verremo prima o poi a sapere che Bagnasco frequanta l'ARCI-Gay e scopriremo il gioco del presidente della Conferenza episcopale, noto per esser membro della congrega segreta "gli uomini che odiano le donne".
Di sicuro Benedetto XVI, prima di aprire bocca e dichiarare cose che i suoi smentiscono in modo così clamoroso, farebbe bene a promuovere un’opera di pulizia radicale all’interno delle mura vaticane, dove la coerenza pare difettare alquanto e le macchine del fango senza eccezione da quelle laiche lavorano a pieno regime.
(nella foto un'immagine di Giacomo Babini, vescovo benemerito di Grosseto, accanto ad uno dei suoi articoli allucinanti pubblicati dalla rivista Pontifex, vero e proprio organo dell'oscurantismo e della reazione clericale, con tanto di benedizone vaticana. Per più esilaranti approfondimenti, si consiglia http://www.pontifex.roma.it/ )
Alcune delle dichiarazione del capo del cattolicesimo nella recente visita in terra patria sembrerebbero confermare l’opera di revisione in corso, se non fosse che, - senza alcuna pretesa d’insegnare a colui che nell’ortodossia cattolica rappresenta il verbo in terra quali siano i requisiti della credibilità delle dichiarazioni, - i buoni propositi debbono essere seguiti, se non addirittura preceduti, da fatti concreti che rendano incontrovertibile ciò che, altrimenti, rischia d’apparire solo un buon proposito se non addirittura un esercizio di demagogia dozzinale.
E a rendere dubbie, se non a smentire, le parole di Benedetto XVI ecco che interviene qualche cicisbeo in abito talare, intriso di una cultura integralista e di retorica oscurantista, che si arroga il diritto di scendere in campo per rilasciare demenziali giudizi su ciò che costituisce lo spartiacque tra morale e antimorale.
Uno dei talebani in gonnella risponde al nome di Giacomo Babini ed è un famigerato omofobo e antisemita, non nuovo a sortite sconcertanti, che non ha mai perso l’occasione – deve ritenersi con il consenso delle alte sfere vaticane, visto il suo ruolo di vescovo emerito di Grosseto che gli è attribuito – per attaccare con ferocia inaudita in primo luogo la diversità.
Questa volta interviene nel maldestro tentativo di difendere il presidente del consiglio, quasi fosse questo colui che gli passa lo stipendio e gli consenta di vivere nelle mollezze della sua alta carica ecclesiale. «Credo che oggi sia in atto una vera caccia al Berlusconi, se penso che buona parte dei giornali è dedicata a lui e che ben quattro procure gli dedicano esagerate attenzioni. - sottolinea il presule - Penso che sarebbe utile lasciarlo governare e aspettare che la recente manovra finanziaria dia i suoi frutti. Molti osservatori sembrano più intenzionati a fare cadere il governo che alla fedele aderenza alla realtà».
E questa patetica difesa del premier non subisce tentennamenti nemmeno quando gli si fa notare che quella di Berlusconi non sembrerebbe proprio una vita ad esempio dei dettami del cattolicesimo. «E’ vero, non mi sembra un modello, ma oggi la politica spesso si fa con le mutande e non con la testa. Tuttavia, sarebbe bene accertare realmente che Berlusconi abbia fatto cose malvagie e i baccanali. Non è pensabile condannare una persona solo per sentito dire».
E’ probabile che Babini, considerata l’attempata età e la comprensibile caduta d’interesse per i fatti salienti della vita e del mondo sia più dedito alla lettura di fumetti come Zagor o Superman, piuttosto che ai giornali seri, dove quotidianamente è reperibile un’ampia letteratura dei dialoghi piccanti tra il premier e suoi pusher abituali di troiette, possibilmente senza mutande per restare in tema. Ma a Babini tutto ciò non sembra interessare, anzi è forse persino irrilevante. E’ molto più rilevante, invece, sparare fango a raffica per chi, non si sa bene in base a quale teoria razzista che gli infetta il DNA, diversamente da lui osa attaccare il leader del PdL, ribattezzato da qualche acuto buontempone in Partito della Libidine.
Nel mirino c’è allora Vendola, che rappresenta per Babini un vero cruccio esistenziale. «Io non ne posso più della retorica inutile di Vendola. – confessa - Credo, da cattolico, che la omosessualità praticata sia un peccato gravissimo e contro natura, certamente peggiore di chi va con l'altro sesso. Alla luce dei fatti, senza stilare classifiche, Vendola pecca molto di più di Berlusconi». Ovviamente le attenzioni per qualche minorenne, anche di sesso maschile, manifestate e pratricate da tanti suoi compagni di merenda, per il presule illuminato, debbono considerarsi maggiormente edificanti e degne d’assoluzione divina più di quanto invece non sia il “vizietto” attribuito a Vendola.
Esternazioni choc, che l’interessato non risparmia ad ogni sorta di diversità sessuale e razziale. Famose sono quelle contro gli ebrei (alcune delle quali smentite tramite la CEI, ma sempre confermate dall'autore dell'intervista) e musulmani. «Nella storia sono stati perseguitati ed è vero. - dichiarò a proposito degli ebrei - Ma loro non fanno e non hanno mai fatto molto per farsi benvolere ed amare, hanno i loro peccati commessi come e forse più degli altri e poi sono tremendamente attaccati ai soldi. Gli ebrei usano la shoah come una clava».
Ma il suo vero chiodo fisso è sempre stato quello degli omosessuali. Dopo aver sostenuto la necessità di «non dare la comunione a Vendola e agli omosessuali conclamati», Babini ha anche asserito che «gli omosessuali sono dei malati e nel nome di un populismo da quattro soldi non è possibile paragonare un gay con un essere normale».
Chissà cosa penserà Babini delle dichiarazioni di Bagnasco alla CEI di ieri, dove, pur senza mai menzionare il nome di Berlusconi, non si è certo risparmiato una critica ferocissima al suo stile di vita ed alla corruzione morale di cui, a suo giudizio, il premier è affetto. Magari per bocca di questo ayatollah alla vaccinara verremo prima o poi a sapere che Bagnasco frequanta l'ARCI-Gay e scopriremo il gioco del presidente della Conferenza episcopale, noto per esser membro della congrega segreta "gli uomini che odiano le donne".
Di sicuro Benedetto XVI, prima di aprire bocca e dichiarare cose che i suoi smentiscono in modo così clamoroso, farebbe bene a promuovere un’opera di pulizia radicale all’interno delle mura vaticane, dove la coerenza pare difettare alquanto e le macchine del fango senza eccezione da quelle laiche lavorano a pieno regime.
(nella foto un'immagine di Giacomo Babini, vescovo benemerito di Grosseto, accanto ad uno dei suoi articoli allucinanti pubblicati dalla rivista Pontifex, vero e proprio organo dell'oscurantismo e della reazione clericale, con tanto di benedizone vaticana. Per più esilaranti approfondimenti, si consiglia http://www.pontifex.roma.it/ )
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