giovedì, maggio 17, 2012

Comici e profetti spazzatura


L’avevamo previsto e si sta verificando. L’avvento di Silvio Berlusconi in politica ha generato un imbarbarimento etico e morale senza precedenti, le cui conseguenze non si sono certo estinte con l’uscita di scena – ancorché non definitiva – del pernicioso personaggio. I disastri consumati da Forza Italia prima e PdL dopo, in combutta con il movimento di pagliacci e malfattori della Lega, richiederanno anni di impegnativi interventi di risanamento dagli esiti incerti, in un corpo sociale che difficilmente riuscirà a rimarginare le gravissime ferite inferte alla democrazia ed al senso di fiducia su cui si regge l’identità nazionale.
E’ prova di questo sconquasso il proliferare degli scandali che ogni giorno emergono a livello politico; il ricorso obbligato ad un governo tecnico di salvezza nazionale sempre più costretto all’assunzione di misure impopolari che sembrano solo vessare il Paese, quantunque motivate da una crisi internazionale che non pare dar tregua; la spaventosa crescita della disaffezione di una rilevante fetta del corpo elettorale dalla politica; la discesa in campo ed il successo di nuovi personaggi, che con la politica nulla hanno a che vedere, ma che rappresentano il sintomo pericoloso di un qualunquismo deleterio, capace solo di speculare sul disgusto generalizzato che s’è impadronito dei cittadini.
Questo disastro è la concimaia in cui squallidi predicatori senza idee, infarciti come maleodoranti hamburger di slogan nichilisti, hanno posto le radici e rischiano di catalizzare un consenso disperato verso un domani senza futuro.
Beppe Grillo, comico al secolo, politico fai da te dell’ultima ora, guitto da teatrino ambulante nella vita, è l’esempio più significativo di questo new deal della politica nostrana. Un personaggio che con le sue mille buffonate da pubblica piazza, magari capace di colpire al cuore dei vizi italici, ma incapace d’esprimere una proposta compiuta, ha scatenato da tempo l’assedio al giardino d’inverno della svergognata politica tradizionale ed è riuscito a convogliare alla sua causa un numero considerevole di lobotomizzati in crisi irreversibile di disperazione, convincendoli che la denuncia farneticante di certe malefatte sia la ricetta pret-à-poter per rilanciare l’Italia e farla risorgere dalle ceneri della distruzione berlusconiana. Così, pur di apparire convincente il personaggio non si ferma neanche davanti alle battute da cerebroleso e asserisce che la «mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, limitandosi a prendere il pizzo» nel tentativo di far passare per sanguisuga un governo, che sicuramente sta commettendo grossolani errori di valutazione nel gravare di tasse e balzelli i cittadini, ma che per evitare il default del Paese è stato costretto a varare misure straordinarie e senza precedenti.
Francamente pur non amando il governo Monti e pur divergendo dalle sue scelte, non ce la sentiremmo di preferire un regime mafioso ad un esecutivo pur vorace  e persecutorio e questo non per scelta di legalità, quanto per il rispetto che è comunque dovuto a tuti coloro che nella lotta onesta e senza macchia al crimine organizzato ci hanno rimesso la vita. E non sarà certo la sortita dell’idiota di turno né l’applauso di una congrega di senza cervello che potrà cancellare il valore di quel sacrificio, anche se quella congrega dovesse conquistare in un confronto elettorale, sull’onda del qualunquismo più becero, il 10% dei consensi.
Piuttosto l’escalation di Grillo e della spazzatura che si trascina dietro dovrebbe spingere la politica vera al classico colpo di reni, all’uscita da un oscurantistico isolamento in cui sembra essersi chiusa. Non è infatti possibile trincerarsi nelle sceneggiate dei veti incrociati su riforma del mercato del lavoro, liberalizzazioni, tagli della spesa improduttiva, tassazione di solidarietà dei grandi patrimoni, varo di una nuova legge anticorruzione ed altri essenziali provvedimenti di riforma, poiché questi veti puzzano troppo di difesa del privilegio o escamotage tese a salvare dalla galera quel Silvio Berlusconi che non ha esitato a massacrare lo stato pur di fare i propri porci comodi. Quest’andazzo, orchestrato proprio dalle indomabili falangi berlusconiane, finiscono per dare ragione a chi ha gioco facile nel mettere la politica, quella vera e seria, nel tritacarne del qualunquismo cieco.
Se oggi il governo Monti è costretto a varare un’imposizione sulla proprietà immobiliare è perché qualche sprovveduto saccente populista ha deciso di cancellare l’ICI sulle seconde case, pensando evidentemente più alle sue numerose proprietà in Sardegna che al fabbisogno dell’erario e al deficit di bilancio dello stato. E che adesso le stesse compagini politiche che avevano già pensato di reintrodurre una tassa che desse ossigeno ai comuni dal 2014, l’IMU, si scaglino contro questa imposizione sol perché anticipata all’anno in corso, francamente non può che provocare sdegno. Questo camaleontico comportamento politico non può certo stimolare o giustificare la condivisione delle farneticazioni grilline.
«La politica è la cura della Polis, la difesa dell'interesse dei cittadini è qualcosa di nobile. Se la mafia uccide le persone – ha dichiarato Pina Maisano, vedova dell’imprenditore Libero Grasso ucciso dalla mafia per non aver pagato il pizzo - la corruzione e la cattiva politica uccidono il Paese. Io personalmente non ho ricette, ma quello di Grillo mi sembra davvero un modo di fare politica pressappochista e superficiale».
«Grillo non è per niente stupido –ha commentato Fabio Granata del FLI - il suo messaggio è ancora più inquietante e assume il profilo di una pericolosissima manovra elettorale verso determinati ambienti. La mafia cerca sempre contenitori sui quali contarsi e pesare e in una fase di transizione come questa, parole di comprensione e di sostanziale legittimazione verso “cosa nostra” sono inquietanti e pericolose».
E mentre a causa di un qualunquismo opportunista senza senso la Grecia è ormai ad un passo dall’abisso, l’Italia con Grillo e qualche predicatore idiota si gode la sua eutanasia, senza orgoglio, idee e futuro.  

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