domenica, dicembre 08, 2013

Cenone natalizio senza maiale



Finalmente la sentenza della Corte Costituzionale che cancella un'ignobile legge elettorale - Com'era prevedibile, di fronte alla sentenza, tutti i partiti si dichiarano concordi , ma segretamente sono in tanti a covare livore verso Corte - E il solito Berlusconi non ne fa mistero

Domenica, 8 dicembre 2013
Magra consolazione la nostra, che l'avevamo gridato a gran voce. La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge 270/2005, cioè la legge elettorale meglio nota con il nome di Porcellum, e le polemiche già da lungo tempo in essere sulle norme con le quali si è fino ad oggi proceduto alla formazione del Parlamento sono divenute roventi.
Prima di entrare nel merito di una decisione di cui non sono ancora note le motivazioni, è opportuno precisare che, quantunque possa apparire paradossale che siano trascorsi ben otto anni da quando il famigerato Porcellum è entrato in vigore e si sia votato ben tre volte con quelle norme, la Corte Costituzionale non aveva alcun potere d'intervento sulla legge in questione, poiché nel nostro ordinamento sono previste due sole vie di accesso al giudizio della Corte: il procedimento in via incidentale (indiretta o di eccezione) e il procedimento via in diretta o principale (via di azione). Nel primo caso la questione di legittimità può essere sollevata nel corso di un giudizio e davanti a un'autorità giurisdizionale, mentre nel secondo caso la facoltà di ricorso al suo giudizio è data unicamente allo Stato e alle Regioni (e alle province autonome di Trento e Bolzano), qualora sussistano presenti conflitti d'interesse tra norme statali e regionali.  In Italia, non è ammesso, invece, a differenza di altri sistemi (Spagna, Germania) alcuna ipotesi di accesso diretto del singolo individuo al sindacato costituzionale, per richiedere la tutela di diritti costituzionalmente garantiti e che si ritengano essere stati lesi.
Questo meccanismo spiega le ragioni per le quali sia stato necessario attendere così a lungo per ottenere un pronunciamento della Corte, la quale ha dovuto aspettare che nel corso di un processo fosse sollevata l'eccezione di costituzionalità e tale eccezione fosse dichiarata manifestamente fondata dall'alta Corte di Cassazione.
Questa procedura, certamente farraginosa e lenta, risponde d'altra parte all'esigenza di garantire costituzionalmente l'indipendenza dei poteri dello stato, in questo caso del Parlamento, cui compete legiferare, e della Presidenza della Repubblica, cui compete la promulgazione delle leggi varate da quell'organo. Ed in questo passaggio risiede l'individuazioni di responsabilità assai precise, poiché il Parlamento è dotato di una Commissione, Affari Costituzionali, cui compete valutare la coerenza di legittimità delle leggi da sottoporre al vaglio delle Camere, e della Presidenza della Repubblica, su cui grava analogo onere. Non a caso al Capo dello Stato è riconosciuto il potere di rinvio alle Camere delle leggi sospettate di violare i principi fondanti della Repubblica.
Sulla base di queste premesse appare chiaro come la responsabilità del caos istituzionale determinatosi con la dichiarazione di incostituzionalità della legge elettorale non possa ricadere che sul Parlamento pro-tempore nel 2005 e su Carlo Azeglio Ciampi, Capo dello Stato dell'epoca, entrambi colpevoli d'aver reso esecutiva una legge assurda  sia sotto il profilo costituzionale che tecnico: lo scandaloso premio di maggioranza riconosciuto alla coalizione politica destinataria della maggioranza dei voti degli elettori e il blocco delle liste dei candidati, scelti ad insindacabile giudizio dalle segreterie dei partiti e non più soggetti all'espressione di voto di preferenza da parte degli elettori.
Ed è proprio su questi due punti che la corte ha assunto una decisone inequivoca, poiché un premio di maggioranza avulso da qualunque soglia minima ha costituito una palese violazione degli equilibri tra maggioranza e minoranza, mentre l'impossibilità di scegliere il parlamentare ritenuto più rappresentativo dei propri interessi ha mortificato lo stesso concetto costituzionale di rappresentanza, riducendo la democrazia ad uno zimbello di stampo autoritario.
Queste considerazioni rendono altresì finalmente palesi le ragioni per le quali dalla Lega al PdL al PD si sia simulata una guerra segreta per il mantenimento del Porcellum, nonostante le altisonanti dichiarazioni sulla necessità di cambiare le regole del gioco: il controllo pregnante del comportamento dei parlamentari eletti non per volontà del popolo ma per i bassi giochi  delle segreterie di partito hanno ridotto le Camere ad un grand guignol,  in cui marionette senza anima e cervello hanno dovuto eseguire gli ordini di scuderia, pena la non ricollocazione nelle liste. La spregevole farsa del voto sulla nipote di Mubarak è ancora viva nella memoria, a conferma di una deriva costituzionale da dittatura totalitaria.
Al fascino di questo ignobile meccanismo di stravolgimento democratico non è certo sfuggito neanche il Movimento Cinque Stelle del premiato duetto Grillo-Casaleggio, critico verso il meccanismo elettorale nella facciata, ma opportunisticamente consapevole che un destino elettorale affidato a tanti facinorosi, inconcludenti, sprovveduti inseriti nelle sue liste non avrebbe mai potuto consentire di acquisire un 25% dei seggi parlamentari. Allora, grazie a questa legge truffa, s'è puntato tutto sull'istrionismo del grande predicatore Grillo e sul profondissimo malcontento che da tempo aveva permeato in modo irreversibile il corpo elettorale. E se così non è stato - come obietterebbe l'invasato patron dell'M5S - si vedrà alla prossima tornata elettorale, quando qualunque nuova legge venga approntata in sostituzione del Porcellum, sarà ripristinato un vincolante voto di preferenza.
Magra consolazione, era stato il prologo e magra consolazione è l'epilogo, poiché ed al di là delle irrilevanti responsabilità ciò che s'è determinato nel corpo sociale nell'ultimo decennio con la caduta verticale della fiducia nella politica e nelle istituzioni e gravissimo, e difficilmente potrà recuperarsi nel breve termine. E per quanto anche questo scempio sia in larga misura un altro lascito del berlusconismo peggiore l'eventuale rimedio difficilmente riuscirà a cancellare i postumi della malattia.   
 

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